tag:blogger.com,1999:blog-49908396664166667482024-03-14T00:46:28.457-07:00SaintlambIl talento da solo non basta a fare uno scrittore. Dietro un buon libro, ci deve essere un uomo.PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.comBlogger238125tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-33363266641839891062020-10-30T11:51:00.021-07:002020-10-30T12:05:00.631-07:00Letter to you: nel nuovo disco, Springsteen contro Trump <p><span style="font-size: medium;"> </span></p><p><span style="font-size: medium;">La cosa più meravigliosa di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Letter to you</i> è che si tratta di un
album che risponde a delle domande. Domande che Bruce Springsteen si pone da
sempre; e domande che invece il Boss si poneva da tredici anni. Non è possibile
infatti capire davvero questo disco se non facciamo cinque distinti salti
indietro nel tempo.
</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ottobre 2007, esce <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Magic</i>: un album completo, una bella
sintesi di tutte le tematiche che il Boss ha sempre affrontato. Dalle parentesi
rabbiose alle immagini delicate, dai canti corali di impegno ai richiami
rivolti a un’America refrattaria e appiattita. Eravamo agli sgoccioli
dell’ultima presidenza Bush.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Gennaio 2009, è il turno di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Working on a dream</i>: un lavoro più
leggero, la cui title track era stata lanciata alcuni mesi prima in supporto
della campagna presidenziale di Barack Obama. Era un momento di grandi speranze
e (si credeva) di passaggi epocali. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Marzo 2012, ecco <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Wrecking Ball</i> (il disco di Springsteen
cui sono personalmente più legato). Praticamente un concept album: il grande
disco della grande crisi economica. Ritratti di squali e di lavoratori,
infaticabili e schiacciati. Alcune speranze più o meno vane, ma soprattutto la
risposta dell’orgoglio, nell’ora più buia vissuta fino a quel momento. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Di due anni dopo, nel 2014, è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">High Hopes</i>: la storia non cambia, la
rabbia cresce. Ci sono ancora alcuni sprazzi di luce, di speranza, che però non
alterano un senso complessivo reso tanto più autorevole dalla riproposizione di
un pezzo come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">The Ghost of Tom Joad</i>. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Bisogna aspettare altri cinque
anni per un nuovo disco e nell’aprile 2019 esce <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Western Stars</i>: un lavoro meraviglioso, che tuttavia per stessa
ammissione di Springsteen, è “solo” <span face=""Cambria \(Corpo tema\)"">«</span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">un gioiello di disco... con travolgenti,
cinematografici arrangiamenti orchestrali»</i>. Una serie di incursioni nel
melodico e nel country che però somigliano più a un capriccio artistico
dell’autore che al proseguo del romanzo americano targato Springsteen. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Perché il pubblico aspettava
qualcosa in questo senso, e questo il Boss lo sapeva. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Per questo, il 23 ottobre 2020, è
arrivato <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Letter to you</i>. E <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Letter to you</i> è la risposta a tutto. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il sogno si è tramutato in
incubo, gli amici se ne sono andati, la speranza si è praticamente esaurita.
Per anni, per una vita intera, Bruce Springsteen ha cantato il sogno americano,
il partire, l’arrivare, il farcela, la terra promessa cui tutti quanti
puntavamo, e alla quale ci eravamo illusi di poter arrivare semplicemente
prendendo un treno dei desideri. Bene: niente di tutto ciò è più possibile. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Siamo stati feriti, abbiamo
pianto, ci siamo avvicinati gli uni con gli altri. Abbiamo pregato. E adesso
abbiamo scoperto che pregare non basta. O perlomeno, che pregare non basta più.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Non perché non creda (più) in
Dio, Bruce Springsteen. Ma perché anche pregare è diventato una merce di
consumo. E da tutto ciò che viene venduto a buon mercato, oggi più che mai,
bisogna guardarsi molto attentamente. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"> </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">La scaletta dei brani, una discesa nell’anima del Boss</b></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"> </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Già con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">One minute you’re here</i></b>
abbiamo, stese come i capitoli in un sommario, le linee tematiche di tutto
l’album. Troviamo l’assenza di certezze, il guardarsi allo specchio e il non
riconoscersi, la progressiva precarietà di tutte le cose. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">One minute you’re here, one minute you’re gone</i>. Non a caso, a un
certo punto del brano la melodia si trasforma in qualcosa di sempre più simile
a un carillon; poi sfuma: quasi d’improvviso. E finisce la canzone, volutamente
tronca, seguendo un’evoluzione dalla traccia di chitarra acustica iniziale il
cui significato è fin troppo chiaro. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Segue la title track, e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Letter
to you</i></b> è un brano che sembra scritto in ginocchio, con cui Springsteen
afferma di voler mettere per iscritto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tutte
le cose che con il cuore ancora sente essere vere</i>. Non ci dice però quali
sono queste cose: intuiamo, quello sì, che nessuna verità ci sarà rivelata e
che anzi assisteremo a una serie di contrasti (sole e pioggia, gioia e dolore,
notti buie e mattini limpidi). </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Burnin’ train</i></b> la
simbologia si fa più complessa; e questo è forse l’aspetto più intrigante di
tutto l’album. Perché Springsteen è uno che le cose le ha sempre dette con
precisione, chiare e nette. Ma in questo 2020 fatto di contrasti e di
contraddizioni, di promesse deluse e di apprendisti stregoni pronti a sbucare
da ogni dove, anche definire la verità (la sua verità) sembra essere diventato
qualcosa di incredibilmente difficile. Con <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Burnin’
train</i> ce ne sono tanti di contrasti, specie tra bianco e nero. Tra bianchi
e neri. Abbiamo sentito il ragazzo del New Jersey cantare più volte e più volte
di treni: treni che andavano in centro, treni di sogni e di speranze, treni provinciali
per Tucson, treni che seguivano il corso del fiume, la notte e una serie
infinita di eroi locali “minori”, trenini dell’amore dentro ai parchi-giochi.
Questo invece è un treno in fiamme. È un treno di rabbia. Per salirci occorre
una benedizione, che stavolta non si ottiene dalla luce né dalla grazia; ma dal
sangue e dal marchio di Caino. Se anche uno non volesse scorgerci un accenno ai
tanti movimenti in difesa delle minoranze che sempre più numerosi nascono negli
Stati Uniti, il brano successivo è quanto mai eloquente:<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Janey needs a shooter</b></i> è
una ballata rock vecchio stile, bella e mai pesante, e parla di abusi. Abusi
perpetrati da un medico, da un prete e da un poliziotto. Ma non si tratta una
sottoscrizione ai #MeToo: questa canzone è stata scritta nel 1978. “Crazy Janey”
era già allora un personaggio popolare del repertorio springsteeniano e, oggi
possiamo dirlo, con lei il Boss aveva visto parecchio lungo. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Last man standing</i></b>, con il
suo lirismo di tasti e batteria, è probabilmente la più autobiografica delle
tracce presenti e Springsteen non fa nulla per nasconderlo. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Thrift-store jeans and a flannel shirt</i> è
un verso che contiene il ritratto di una generazione: il manifesto di chi
partiva con abiti di seconda mano e una chitarra. Con questo brano il Boss
ammicca fortemente al suo pubblico, sembra quasi voglia ricordare quale è stato
il suo manifesto di partenza. E infatti con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">The power of prayer</i></b> rende
chiara la prima delle conclusioni cui è giunto, a quarant’anni dagli esordi: è
importante pregare, ma più importante è fare. Non ci è bastato unirci nel
dolore e nel terrore, con il nemico alle porte. Perché <span face=""Cambria \(Corpo tema\)"">«</span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">il
gioco è truccato e senza regole, e si gioca su un tavolo senza posta in una
nave condotta da folli»</i>. Ciò che ci salva perciò è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tenere uniti i cuori e saper pagare anche per chi gli altri</i>. La
preghiera, con il suo potere, si manifesta qui e ora. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">House of a thousand guitars</i></b>
ricalca ancora questi concetti; e cominciamo a renderci conto di una certa
serie di ripetizioni che corre per tutto l’album: small-town bar dove la musica
diventa vera; l’unione sincera delle persone che consente di accendere la
fiammella. <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span face=""Cambria \(Corpo tema\)"">«</span>We’ll
rise together till we find the spark»</i>. È interessante notare come anni fa,
nel pieno del sogno e con la terra promessa come punto di arrivo, visibile
all’orizzonte, Springsteen dicesse invece che il fuoco di accende dalla
scintilla, e che senza quella scintilla non c’è nulla. Quanto e come siano
cambiati i tempi è più che mai evidente. </span><span style="font-size: medium;"></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"> </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">L’attacco di Springsteen a Trump <br /></b></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCsXffIXYsSlPDTdVjS4SEpcaCdjAvNFvu2oigZHXj8D0EcFMYivj5b5302fflHZub4HdKW7aWTN7T-8JuubmXQDLEx8p97aQYyvHdsmRUBMPIC_yrpQU2AyCeRxaaRYDBNt_1uegVEz9c/s783/Springsteen+vs+Trump.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="637" data-original-width="783" height="325" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCsXffIXYsSlPDTdVjS4SEpcaCdjAvNFvu2oigZHXj8D0EcFMYivj5b5302fflHZub4HdKW7aWTN7T-8JuubmXQDLEx8p97aQYyvHdsmRUBMPIC_yrpQU2AyCeRxaaRYDBNt_1uegVEz9c/w400-h325/Springsteen+vs+Trump.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"> </span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Nel cuore di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Letter to you</i> Springsteen non lesina critiche all’attuale
presidente e anzi si può dire che gliele suoni di santa ragione. Come per la
prima presidenziale di Obama salta fuori l’impegno politico; e infatti in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Huose of a thousand guitars</i> c’è un
riferimento a un “clown criminale che ha usurpato il trono, e che ruba ciò che
non potrà mai possedere”. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ma il pezzo in cui Donald Trump è
descritto con più ferocia è senza dubbio <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Rainmaker</i></b>. Con un ritornello
semplice e chiaro, fatto di rapidi esplosioni, scritto per essere ululato negli
stadi, Bruce descrive l’arrivo in una terra dove non piove più da mesi di
questo imbonitore che guarda caso sembra avere in tasca tutto ciò di cui la
povera gente ha bisogno. Si può leggere nel verso <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span face=""Cambria \(Corpo tema\)"">«</span>the house is
on fire»</i> un riferimento a Greta Thunberg e in generale alle proteste
ambientaliste cui il presidente americano ha sempre risposto con insensibilità.
Ciò che al Boss preme sottolineare è però come la speranza sia un prodotto di
grande vendita tra i disperati; e soprattutto come la gente <i style="mso-bidi-font-style: normal;">abbia bisogno</i> di credere in qualcosa di
chiaramente sbagliato. Questo concetto è approfondito con <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">If I was a priest</i></b>, in cui
Springsteen tratteggia una storiella iconoclasta in cui Gesù fa la parte dello
sceriffo e la Madonna vende palloncini benedetti. Al di là dell’impalcatura
country, il messaggio è semplice: siamo sempre più in troppi a non fare la
nostra parte, a mettere bocca e a occuparci di mestieri che non ci
appartengono. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Un’ulteriore satira contro il
presidente si vede nel penultimo brano, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Song for Orphans</i></b>, dove è delineato
il punto di vista fuori luogo e fuori tempo di un ex generale confederato, che
se la prende con il mondo e con il suo progressivo abbruttimento. Lì, dove i
figli aspettano padri che non torneranno a casa e dove persino gli eremiti di
professione sono in cerca di amici, non si può fare altro che aspettare il
vecchio vagabondo Dog Man Moses. Anche qui, l’assonanza tra la parola <i style="mso-bidi-font-style: normal;">tramp</i> e il cognome del presidente Trump
potrebbe proprio non essere un caso. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"> </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">L’altra riva del fiume</b></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"> </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Chiudono idealmente <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Letter to you</i> due canzoni. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ghosts</i></b> in particolare
sembra presentarsi come un validissimo singolo. E sembra anche il singolo che
fa da seguito a <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Wrecking Ball</i></b>, le risposte positive che dall’album del 2012
erano rimaste in sospeso. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">A un primo ascolto si potrebbe
credere, a torto, che anche questo sia un brano autobiografico. In effetti lo
è, ma nella misura in cui è autobiografico per ciascuno di noi. I sogni che
ciascuno di noi ha avuto sono rappresentati da quella bella immagine di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">stivaletti e speroni che una volta
indossavi: ne senti ancora il picchiettare sul pavimento, passo dopo passo. Ma
non sono mai arrivati da nessuna parte</i>. Con questo pezzo la presa di
coscienza che il sogno è esaurito è messa ancora una volta nero su bianco. Ma
non è un problema. Perché, banalmente, sono rimasti i brividi. E io mi rendo
conto che questi brividi sono il segno che ho ancora del sangue nelle vene, che
sono vivo, che riesco a guardarmi da fuori, senza menzogne. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">I fantasmi cui il titolo allude,
dunque, non sono quelli che ci hanno lasciato. È ovvio che il Boss pensi comunque
un po’ a Clarence Clemons e a Danny Federici (soprannominato the Phantom,
casualità), giusto per citare due compagni di ciurma della E Street band che di
certo gli mancano parecchio. Ma non è questo il punto: i fantasmi siamo noi,
voi, gli altri che già si trovano sull’altra riva del fiume, vivi e uniti nella
verità che la musica rivela. L’unione con gli altri, forse per la prima volta
nella lunga carriera di Springsteen, è eminentemente spirituale e ha per figlia
la vicinanza fisica con i propri simili; non il contrario. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">È giusto quindi parlare di
fantasmi, o meglio di spiriti. Ghosts siamo noi, ognuno di noi, denigrati e de-stimati
dal mondo in cui viviamo. Ma pure destinati a trovarci, grazie a un artificio,
a un’illusione non troppo diversa dal sogno. L’arrivederci di questo nuovo
disco, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">I’ll see you in my dreams</i></b>, è dunque un arrivederci agrodolce,
colmo di suggestioni. Suggerisce che qualcosa della terra promessa sia ancora possibile,
prossimo e reale, sebbene in un modo diverso da come la abbiamo sempre
immaginata. </span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p><span style="font-size: medium;"><style>
<!--
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<br />
<div class="MsoNormal">
NCP, necessaria considerazione di partenza: viviamo in una
società talmente miserabile che per ricordarci che esistono gli Uffizi di
Firenze abbiamo bisogno di Chiara Ferragni. </div>
<div class="MsoNormal">
Questo è il dato di partenza: prova ne sia che, con una foto
scattata davanti alla Venere di Botticelli, l’effetto Ferragnez ha portato agli
Uffizi un incremento di visitatori under 30 del 25% e rotti. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ora, io non ho interesse ad accodarmi a questo dibattito più
di quanto ne abbia per lo scrivere di cucina, un tema che non suscita il mio
interesse e che non mi sforzo nemmeno di capire. Tuttavia, stamattina ho letto
<a href="https://www.linkiesta.it/2020/07/chiara-ferragni-uffizi-fedez/">un pezzo de Linkiesta</a> che stavo quasi reputando interessante. Questo prima che
l’ultimo paragrafo lo facesse crollare miseramente ai miei occhi. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="gmail-s1"><span style="font-family: "Cambria \(Corpo tema\)";">«</span>Fossi
Chiara Ferragni, la prossima foto da milioni di cuoricini me la farei in un
museo qualunque d’un paese qualunque che non disprezzi la moda, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l’unica forma d’arte che contribuisce al
prodotto interno lordo</b> e che, se si presta a fare da traino <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">a commerci minori quali i biglietti d’un
museo</b>, deve pure prendersi gli insulti (...)»</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Stop. Fermi tutti. Non ci siamo proprio. </div>
<div class="MsoNormal">
Qui mi hanno proprio sanguinato gli occhi. </div>
<div class="MsoNormal">
Dobbiamo decidere di che cosa stiamo parlando. </div>
<div class="MsoNormal">
Non ho interesse e non ho competenza per parlare di Chiara
Ferragni come non ne ho per parlare di moda o di marketing. Ma se devo parlare
di società, di storia o di cultura allora qualcosina credo di poterlo (e di
doverlo) dire anch’io. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Che cos’è un museo, in effetti? Raramente un museo nasce
tale. Un luogo o un palazzo diventa museo, semmai, a una condizione e con un
preciso obiettivo: che è quello di attestare qualcosa di un passato, di una
civiltà. E una civiltà, di solito, si attesta in (pochi) modi diversi: attraverso
la bellezza, attraverso una testimonianza non fraintendibile, attraverso
messaggi veicolati in modo da risultare sempre comprensibili, nonostante lo
scorrere del tempo appunto. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Io non capisco nulla di moda; ma non posso fare a meno di
ammettere che certe sfilate abbiano in sé una loro suggestiva potenza. Non ne
capisco nulla; ma non per questo nego che siano prive di significato, che non
abbiano magari dei messaggi di fondo da comunicare. Se non ne avessero, d’altronde,
non avrebbero assolutamente senso di esistere. Non ne avrebbero, perché nessuno
andrebbe in giro con gli abiti delle sfilate addosso, e perciò nemmeno il
significato di catalogo vivente si potrebbe adattare a certi generi di
passerelle. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Dunque, se le sfilate sono portatrici di un qualche
significato che in qualche modo parla del loro tempo, non vedo perché non
debbano essere ospitate anche in un museo (perché no?): ciò non significa altro
che sommare a suggestioni attuali suggestioni di ieri. Non ci trovo nulla di
sbagliato. </div>
<div class="MsoNormal">
Non è certo una novità, la “contaminazione” tra siti museali
ed eventi mondani di una certa importanza. Sfilate di moda si sono tenute al
Louvre, nella Valle dei Templi, persino agli Uffizi stessi. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Cosa diversa sarebbe però se i musei aprissero le loro porte
a chiunque, a ogni genere di iniziativa. </div>
<div class="MsoNormal">
Tiro fuori uno degli esempi citati dall’articolo di
Linkiesta: anni fa i Della Valle sponsorizzarono di tasca loro alcuni imponenti
lavori di restaurazione del Colosseo. Tolte le dovute considerazioni sul fatto
che lo Stato italiano non sia in grado di prendersi cura di uno dei suoi beni
più iconici, va bene che Della Valle paghi la restaurazione di un sito
archeologico. Ha il diritto di proporsi almeno quanto lo stato ha il diritto di
accettare i suoi soldi. E Della Valle ha pure, se lo desidera, il diritto di
richiedere in cambio i diritti di sfruttamento dell’immagine del Colosseo per i
suoi prodotti. Noi possiamo discutere sul fatto che lo Stato “svenda” a un
privato tali diritti; ma dal momento che cede gli oneri di una costosa
manutenzione ci può anche stare. Ciò che non è legittimo è che Della Valle organizzi
una cena, tra le mura del Colosseo. E questo non tanto (e non solo) perché è
una scelta di pessimo gusto, mangiare al chiaro di luna in un teatro dove, per
divertimento, è stato versato tanto sangue e tanto a lungo. Ma per il fatto,
appunto, che parlando del Colosseo parliamo di un museo. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Nel momento in cui un Della Valle si “appropria” del
Colosseo a questa maniera, si rompe un muro invisibile, si sdogana la
concezione che tutto si possa fare. A condizione di sborsar baiocchi. Allora
non ci si può sorprendere se James Pallotta, il presidente dell’a.s. Roma,
dichiara (scherzosamente?) che avendo il Colosseo quasi le dimensioni di un
campo da calcio regolamentare sarebbe bello che la sua squadra un giorno ci giocasse
una partita. </div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Anche questa può essere letta come una conseguenza
semplicistica; ma mi si concederà che i ragionamenti di principio hanno tutti
una forte impronta di semplicismo. I concetti per loro natura si riducono
all’osso, quando è necessario spiegarli nell’essenzialità. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Arriviamo quindi al dunque. È importante che Chiara Ferragni
abbia visitato gli Uffizi, postato le foto di rito sul suo instagram e, come
conseguenza, invogliato diversi giovani a visitarli? Non è “importante” il
fatto in sé: non abbastanza da farne scaturire un dibattito. Piuttosto, sono
importanti i dettagli “laterali” dei quali non si è parlato. Perché, se
accettiamo come abbiamo detto che i musei siano dei depositi di civiltà, e
quindi dei luoghi che appartengono a tutti noi, allora è legittimo pretendere,
questo sì, che il fattore Ferragni in relazione all’aumento degli ingressi sia
stato casuale o quantomeno che sia stato un contributo offerto gratuitamente.
Che la blogger milanese tramuti in oro tutto ciò che tocca è più vero e più
attuale della leggenda di Re Mida; e certo non sarò io a mettere in discussione
se questo sia o no “giusto” (secondo quali criteri, poi?). </div>
<div class="MsoNormal">
Ciò che mi disturberebbe, e parecchio, sarebbe piuttosto scoprire
che questa visita della Ferragni fosse stata concordata in precedenza con la
direzione del museo, e che questo l’abbia remunerata per un paio di click.
Questo sì, mi potrebbe infastidire. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Perché? Per una ragione molto semplice. Perché le leggi del
mercato e dell’impresa non si possono applicare ovunque. Così come nessuno si
aspetta che la Caritas diventi una multinazionale del settore alimentari, allo
stesso modo è insensato pensare che il valore di un museo sia dato dal numero
di biglietti che stacca ogni anno. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Molti anni fa un mio insegnante scrisse una relazione per il
consiglio docenti del liceo che frequentavo, ragionando proprio
sull’opportunità da parte della scuola di mantenere nel piano dell’offerta
formativa tanti corsi extra-curricolari. Giacché i docenti che si occupavano di
tenere tali corsi rappresentavano comunque un costo vivo, era (e credo sia
tuttora) uso della scuola alzare una soglia minima di studenti partecipanti, e
se questa non era raggiunta... il corso non prendeva proprio piede. Fin qui,
tutto logico. Ciò che scrisse il mio professore, e che mi torna in mente oggi,
era più o meno questo: attenzione a ragionare sulla quantità. Pur costretti a
ragionare come un’azienda, noi siamo una scuola e ciò che ci deve premere è
l’altezza delle vette che siamo in grado di raggiungere. Possiamo, se lo
vogliamo, decidere di tenere persino un corso pomeridiano di numismatica
medievale: se questo corso fosse seguito anche da un solo studente, ma così
appassionato all’argomento da far diventare la numismatica medievale la ragione
della sua vita, ecco, i soldi per tenere quel corso noi come scuola non li
avremmo certo sprecati. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Non è accettabile, per un’entità quale un museo, inseguire disperatamente
parametri di performabilità, nemmeno parlassimo di una botteguccia qualsiasi. </div>
<div class="MsoNormal">
Non lo è, e basta. A meno che decidiamo, adesso, che nella
matematica della nostra esistenza 1+1 non potrà mai fare 3; e che gli unici
calcoli possibili si svolgano solo tra numeri interi e solo tra i segni delle
quattro operazioni principali: +, -, x, : . </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Nd8p7yW4_Jw" width="560"></iframe>
<br />
<i>"Lo so che a qualcuno qui in Albania sembrerà strano che trenta medici e infermieri della nostra piccola armata in tenuta bianca partano oggi per la linea del fuoco in Italia. So che trenta medici e infermieri non rovesceranno il rapporto tra la forza micidiale del nemico invisibile e le forze in tenuta bianca che lo stanno combattendo nella linea del fuoco da quella parte del mare. Ma so anche che anche laggiù è oramai casa nostra: da quando l’Italia e le nostre sorelle e i fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l’Albania bruciava di dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile; e le risorse umane e logistiche della nostra terra non sono illimitate. Ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che vengano chiamate, mentre in Italia (dove si stanno curando negli ospedali di guerra anche albanesi feriti del nemico) hanno un enorme bisogno di aiuto. È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere. E anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri. Ma forse esattamente perché noi non siamo ricchi, e neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. <br />Questa è una guerra dove nessuno può vincere da solo. E voi, cari membri coraggiosi di questa missione per la vita, state partendo per una guerra che è anche la nostra. E l’Italia la deve vincere - e la vincerà questa guerra: anche per noi, e anche per l’Europa e il mondo intero". </i><br />
<br />
Questo il messaggio che il primo ministro Edi Rama ha pronunciato, prima in albanese e poi anche in italiano, di fronte alla squadra di trenta medici e infermieri partita da Tirana per dare man forte alla sanità lombarda in difficoltà.<br />
Un messaggio pregno di consapevolezza e di tanta dignità: Rama sa perfettamente che trenta operatori sanitari non sono che un piccolissimo contributo davanti ai numeri dell'emergenza mondiale, ancora tutta in escalation.<br />
Per chi frequenta le chiese e ha qualche nozione dei vangeli, tuttavia, questo piccolo aiuto dovrebbe ricordare qualcosa: l'accostamento con la vedova povera nel Tempio, che offriva alla questua la sua unica moneta, è fin troppo naturale...<br />
<br />
Senza farci cogliere da fin troppo facili sentimentalismi, ma pure senza sottovalutare l'apporto dell'Albania alla tragedia che viviamo ogni giorno a causa del coronavirus, è ovvio che questa mossa di Edi Rama ha un chiaro significato politico. Come tutto, del resto.<br />
Il Paese delle Aquile, solo lo scorso ottobre 2019, ha infatti subìto una cocente delusione quando il vertice sull'allargamento dell'Unione Europea nei Balcani ha siglato un brusco stop alle aspirazioni di Albania e Macedonia, che agognavano l'ingresso nella UE.<br />
<br />
La candidatura dell'Albania, in realtà, era già stata presa in esame e sembrava avere serie possibilità di poter entrare tra i 27... Fu la Francia, in sede di Consiglio Europeo, a porre un chiaro veto al riguardo. Vuoi per un miglioramento dei suoi rapporti con Mosca, vuoi per un (non dichiarato) timore che l'allargamento dei confini comunitari a Tirana avrebbe avuto delle conseguenze sulle rotte e sui cicli migratori.<br />
<br />
In questo senso la mossa dell'Albania, che con umiltà riconosce di non essere un Paese ricco, ma che pure sottolinea come Paesi ricchissimi (e membri della stessa UE) si stiano voltando le spalle a vicenda, va letto come il tentativo di riannodare le fila di un percorso interrotto. Un voler rimarcare che quei valori di solidarietà e di fraternità internazionale sono molto sentiti da Rama e dal suo popolo.<br />
<br />
Non si tratta probabilmente di una frecciatina a Macron; ma che il ruolo e le intenzioni del presidente francese debbano definirsi una buona volta è più che mai sotto gli occhi degli osservatori.<br />
La Francia non può fare e disfare come più piace al suo governo, senza mantenere una linea di continuità tra i giorni. Ma è indubbio che il voto di Parigi pesi, e molto, tra i 27.<br />
Sia che si parli di Albania, sia che si parli di eurobond.<br />
<br />
Edi Rama ha fatto la sua mossa. Per tutto il resto, la palla passa (da tempo) dall'Eliseo. PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-48736056625216514832020-03-28T04:27:00.001-07:002020-03-28T04:27:48.558-07:00Qualcuno era EuropeistaL'attuale pandemia del coronavirus sta distruggendo, tra le altre cose, anche quel poco che c'era dell'Unione Europea. La Comunità, al momento della prova più dura, si sta dimostrando disunita come non mai.<br />
Le dichiarazioni del premier olandese risuonano ancora nella mia testa: davvero non posso credere che abbia espresso un concetto tanto sconcertante.<br />
Ho già avuto in passato motivo di temere che tutto fosse ormai lì lì per finire: l'ho temuto ai tempi del tracollo finanziario greco; l'ho temuto quando la Germania espelleva i profughi siriani; l'ho temuto durante la Brexit, evento questo che mi ha reso triste da piangere, quasi.<br />
<br />
Victor Hugo una volta disse: "Non siamo più inglesi né francesi né tedeschi. Siamo europei. Non siamo
più europei, siamo uomini. Siamo l’umanità. Non ci resta che abdicare
dal più grande degli egoismi: la nostra patria".<br />
Fa rabbia - fa tanta, tanta rabbia - rendersi conto che oggi, nell'ora più buia, al più grande degli egoismi noi continuiamo ad aggrapparci, come dei bambini timorosi, certi dei loro diritti e delle loro ragioni perché incapaci di osservare le cose con una prospettiva più lunga. <br />
<br />
Malgrado tutto, però, io mi sento europeo. Voglio sentirmi europeo. Io sono europeo.<br />
E questo canto del cigno per un' Europa Unita, che ho vomitato fuori in una notte, indegnamente, prendendo a prestito la base di un grandissimo brano di Giorgio Gaber, non avrei mai desiderato scriverlo. <br />
<br />
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché era nato a Berlino.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché l'Austria, l’Italia, la Francia, la
Germania... la Svizzera no.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché vedeva l'euro come una promessa,
Bruxelles come una poesia, l’Europea unita come il paradiso dei popoli.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché si sentiva solo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché aveva avuto un’educazione troppo
francofona. Ahi ahi ahi ahi</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché i bandi della regione lo erano,
quelli della provincia pure, il progetto Erasmus non ne parliamo: lo erano
tutti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché glielo avevano detto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché non gli avevano detto tutto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché prima, prima prima, era
liberal-socialista.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché aveva capito che la Commissione
andava piano, ma lontano.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché De Gasperi era una brava persona.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché LePen non era una brava persona.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché era ricco ma per il sociale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché ascoltava Barenboim e si commuoveva
alla nona di Beethoven.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché era così affascinato dalle stelle che
aveva bisogno di riconoscersi in dodici di esse.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché amava tanto gli spagnoli che voleva
mollare tutto e aprire un locale da loro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché non ne poteva più di vivere in
Italia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché trasferendosi dal Belgio in sù
otteneva l'aumento di stipendio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché gli Stati Uniti d'Europa oggi no,
domani è ancora presto, ma dopodomani sicuramente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché, la CECA, Schenghen il trattato di
Maastricht cazzo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista per fare rabbia a chi parlava ancora della
lira.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché guardava solo La7.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista per moda, qualcuno per principio, qualcuno
per frustrazione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché voleva far circolare tutto. Minchia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché non conosceva le guardie doganali, i
frontalieri e affini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché aveva scambiato il manifesto di
Ventotene per il vangelo secondo Spinelli.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché era convinto di avere dietro di sé
l'intera NATO. Oh cazzo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché si sentiva più europeo degli altri.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché credeva in una Banca Centrale
Europea.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista malgrado ci fosse la Banca Centrale Europea.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché non c'era niente di meglio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché abbiamo avuto il peggior parlamento
nazionale d'Europa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché il debito peggio che da noi, solo la
Grecia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché non ne poteva più di vent'anni di
governi berlusconiani, incapaci e mafiosi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché Platone, Federico di Svevia,
Cristoforo Colombo, Shakespeare, Victor Hugo, Gaudì eccetera eccetera eccetera</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché chi era per la storia era europeista.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché non sopportava più quella piccola
cosa gretta che ci ostiniamo a chiamare nazionalismo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno credeva di essere europeista, e forse era qualcos'altro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché sognava una libertà diversa da quella
dei due blocchi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché credeva di poter essere libero e felice,
solo se avevano il diritto di esserlo anche gli altri.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qualcuno era europeista perché aveva bisogno di una spinta verso
qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una diversità comune.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Forse era solo un ideale, un sogno, era solo uno slancio, un
desiderio di cambiare radicalmente il modo di pensare, la convinzione che
insieme si sarebbe cambiato per sempre un modo di vivere.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Sì: qualcuno era europeista perché con accanto queste diversità si
poteva essere molto più di sé stessi. Si diventava tante storie in una. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Da una parte la personale radice di ciascuno, fatta di panorami, di
ricordi, di odori... e dall'altra, il senso di appartenenza a un unico seme, pronto
finalmente a scostare le ultime zolle di terra, per presentare il suo germoglio
alla luce...</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Sì, sono molti i rimpianti. Forse molti di noi hanno semplicemente
preso i frutti della vigna... senza avere mai avuto alcuna intenzione di
coltivarla. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">E ora? Ora ci sente soli come non mai. Da una parte ciascuno,
rinchiuso in sé stesso, che attraversa rigidamente la limitatezza del proprio
recinto quotidiano; e dall'altra, quel germoglio: che non ha più nemmeno
l'intenzione di fiorire, perché ormai il seme si è rinsecchito.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Ventisette
miserie per un solo guscio vuoto.</span></div>
<style>
<!--
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{page:Section1;}</style>PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-78248392596422652142020-03-23T14:24:00.001-07:002020-03-24T06:23:10.934-07:00Disinformazione e covid19: come la politica entra nel virus <div style="text-align: center;">
<b>Le fake news rendono più forte
il coronavirus (e la Russia) ... e sempre più debole l’Europa</b></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
"dezinformatzija"
(дезинформация): tattica russa risalente al 1923. La parola <i style="mso-bidi-font-style: normal;">disinformazione</i> fu usata dal KGB per
indicare «la manipolazione del sistema di intelligence di una nazione
attraverso la somministrazione di dati credibili ma fuorvianti».<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">… Perché ho scritto la definizione di disinformazione nella
strategia adoperata storicamente dal KGB? Perché ci sono alcune cose che non mi
tornano… e non mi riferisco tanto alla crisi planetaria, che è evidente, quanto
a diverse distorsioni che vedo nel mondo dell’informazione - tanto quella
ufficiale quanto quella sul web, a proposito del caro amico CoronaVirus. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">La paura che viviamo oggi a causa di questa pandemia è purtroppo rafforzata
da una serie di notizie false e di appelli pieni d’odio che un po’ tutti, ogni
giorno, finiamo per trovare sugli schermi dei nostri cellulari. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Perché il mio ragionamento sia chiaro a tutti, devo riassumere la
storia e il decorso di certe fake-news create a regola d’arte che negli ultimi
anni hanno modificato la storia globale. Noi oggi sappiamo, in maniera indiscutibile,
che una società russa ha inficiato l’ultima campagna presidenziale americana.
Lo sappiamo, nel senso che abbiamo le prove che una manipolazione psicologica
su larga scala c’è stata: attraverso la creazione di migliaia di profili falsi
sui social network che hanno diffuso notizie capziose e fuorvianti, con diverse
tecniche (proprie, appunto, dei meccanismi della guerra psicologica e
dell’intelligence). </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Mi fermo un istante per ricordare quali sono i bersagli tipici di
ogni populismo: i </span><span style="mso-bidi-font-family: Cambria;">media
mainstream, i politici, i lobbisti, i giudici, i burocrati e tutto ciò che è
establishment in generale. </span><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Ricordato questo aim, stampato nella nostra testa come un segnale di
allerta, possiamo proseguire.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Nella campagna pro Trump di tale società russa, solo su Facebook sono
stati attivamente impiegati </span><span style="mso-bidi-font-family: Cambria;">470
account che hanno prodotto un totale di 80'000 post, raggiungendo almeno 29
milioni di profili in maniera diretta - ma si stima che gli utenti raggiunti in
assoluto siano stati circa 126 milioni, a fronte dei 140 milioni di elettori
nel sistema americano.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Ovvio, molta di quella roba era palesemente spazzatura e tanta gente
sicuramente non gli ha dato peso. Ma il punto è che sono stati pochi, pochissimi
anzi, i post che erano <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">diretti</b>
endorsement per Trump. Chi ha studiato il tema sa che su Twitter, con un numero
maggiore di profili controllati e di bot che ne hanno fatto girare i tweet,
sono stati messi in circolazione quasi un milione e mezzo di contenuti… ma solo
per l’8% erano tweet politici. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Questo è un dato importante. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">La vera disinformazione
lavora solo per l’8% direttamente al suo obiettivo</span></b><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">. Il restante 92% del lavoro si
focalizza su una strategia diversa. Quale? Quella di attaccare </span><span style="mso-bidi-font-family: Cambria;">media, politici, lobbisti, giudici,
burocrati e tutto ciò che è establishment… in maniera molto, molto, molto indiretta.
</span><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Prendiamo come esempio la pagina fb “Figli di Putin”. È una pagina satirica, spesso divertente: la seguo anche io. Non ho nessun elemento per affermare che sia una pagina nata appositamente per plasmare le opinioni degli utenti in maniera indiretta. Ma che svolga una accurata promozione dell’attività del Presidente russo è indiscutibile; e pur sotto la maschera della satira, tale promozione avviene con gli stessi meccanismi della disinformazione. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Figli di Putin, Pastorizia Never Dies, Degrado Post Sovietico e
quante altre ve ne vengano in mente… sono pagine i cui post, al 92% (?) non
sono politici. Utilizzando l’ironia fanno leva su una serie di “anti-valori”
che per una serie diversa di ragioni, spesso solo per gioco, ci sentiamo di
poter condividere o di apprezzare lateralmente. Insomma: il burino di paese con
la tuta dell’adidas strafatto ci fa ridere… così come ci fa ridere l’impresa di
costruzione di zio Pino o de mi cuggino, che non hanno le scale e si inventano
sistemi pericolosi per ovviare alle loro necessità… il contadino che si fa il
bagno in un bidone… la scorta di birra Finkbrau, perché siamo stati tutti
ragazzi con pochi soldi in tasca… la mega-braciolata riciclando in maniera
povera ma intelligente rottami d’auto o attrezzi di campagna…: questo intendo
per apprezzare lateralmente. Sono contenuti che ci fanno sorridere. Solo in
maniera minore, all’8%, ci si propongono post più diretti. Uno contro Renzi “presidente
che non è stato mai eletto”, uno dove Putin fa il gentiluomo porgendo il
braccio a un’anziana Regina, uno di Di Maio che ripetendo uno stesso concetto
finisce per contraddirsi, uno di Putin pronto a risolvere una crisi
internazionale… insomma, avete capito quello che voglio dire. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Qual è la connessione tra gli obiettivi della disinformazione e quei
meme molto stupidi ma apparentemente innocui? La connessione c’è. Se ci
pensate, molti di quei meme usano locuzioni come “Ma tu non sei studiato,
quindi…”; “Quando ti dicono di fare, ma…”; e via discorrendo. Questo modello di
comunicazione finisce per creare nella mente di chi legge una dissonanza che, in
un certa misura, sdogana i bassi istinti, l’ignoranza, la faciloneria e
l’incompetenza. Così facendo, ci fa sentire tutti più vicini, più semplici, più
veri. E, alla lunga, tale strategia comunicativa ha dato anche a quelle pagine
un ruolo di “media company”, in un certo senso. Perché, tra una cazzata e
l’altra, diffondono delle notizie: Putin che risolve una crisi internazionale
solo con la sua determinazione, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in
confronto ai governanti europei che incespicano con le loro leggi</b>, è una
notizia. E noi, lettori di Figli di Putin, di Degrado e di Pastorizia,
piacevolmente narcotizzati da tutta quella serie di post divertenti che ci sono
sempre piaciuti, in una certa misura finiamo per dare credito a quella notizia.
Ci convinciamo che abbiano un certo credito, le frasi che troviamo su quei
meme, e per tante ragioni! </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Poiché ci divertono, ci abituiamo a esse; e poiché ci siamo abituati,
finiamo per fidarci di ciò che dicono. È in questo modo che il messaggio
politico, quello che riguarda solo l’8% di quei post, piano piano ci avvolge,
ci permea, ci scende in profondità senza che ce ne accorgiamo: e noi finiamo
per condividerlo. Per condividerlo; o quantomeno per ammettere che abbia delle
ragioni. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">È da questo genere di prossimità con contenuti inquinati che poi
nascono le fake news, diciamo così, “classiche”: quelle dei profili che
diffondono notizie false partendo da dati reali, spesso senza una reale
consapevolezza da parte dell’utente che le ha prodotte. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">È piuttosto indicativo il </span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Cambria;">caso
di un cittadino americano di nome Eric Tucker</span></b><span style="mso-bidi-font-family: Cambria;">. Tucker, in piena campagna presidenziale, ha creato da solo il
collegamento mentale tra un certo numero di bus turistici nella sua zona (da
lui ritenuto insolito) e una manifestazione anti-Trump. Cosa ha fatto, dunque?
Ha scritto un tweet affermando che i pullman visti vicino casa sua erano pieni
di manifestanti pagati (da Hillary, che in questo modo creava ad hoc degli
eventi contro il suo rivale). E in effetti i “manifestanti” erano stati
affittati… ma da Tableau, una società di software, per riempire una hall in
occasione di un suo congresso. </span><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Sarebbe
bastato andare a chiedere a uno degli autisti dei bus cosa ci facessero lì. Ma
il germe della disinformazione, dell’odio per l’establishment, era ormai tanto
radicato da non far nemmeno prendere in considerazione al povero Tucker la
possibilità di porsi una domanda così banale. </span><span style="mso-bidi-font-family: Cambria;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Perché ho fatto questo pippone? Perché, dopo Trump, si ha avuto
negli anni il forte dubbio, poi diventato sospetto fondato da parte
dell’autorità giudiziaria, che fondi russi abbiano finanziato la Lega in
Italia. Sembra lontana anni luce, ma l’indagine sui 65 milioni di dollari grattati
via da una fornitura di petrolio e sulla mediazione di Savoini è piuttosto
recente. Se uno pensa al gravissimo dissesto finanziario della Lega Nord è
quantomeno curioso il dispendio di energie (e di liquidità) passato negli anni
attraverso la macchina elettorale dei social: la famosa Bestia che Salvini, nei
suoi mesi da vicepremier, ha peraltro accollato alle casse del suo ministero
come spesa di cancelleria costa dai 44 agli 84mila euro al mese (a proposito:
da quando non sta più al Viminale, le spese le paga la tesoreria del gruppo a
Palazzo Madama. Ancora soldi pubblici, tanto per dire). </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Visto e considerato il caso americano e il caso italiano; e visto e
considerato soprattutto che tutti i partiti sovranisti in Europa stanno
conoscendo una renaissence impensabile fino a pochi anni fa; è legittimo
domandarsi se dietro a tanti contenuti che passano ogni giorno per gli schermi
dei nostri cellulari non ci sia la lunga mano russa. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 297.5pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica;">Appena una settimana fa un rapporto del</span><span style="color: black; mso-bidi-font-family: Times;"> <b>Servizio europeo per
l'azione esterna</b> (European External Action Service - EEAS), che per chi non
lo sapesse è una sorta di mega-ministero degli affari esteri europeo, dotato di
suoi analisti e di una sua intelligence, segnalava alle istituzioni una
casistica di almeno 80 (ottanta!) contenuti diffusi nel web e nei social dal
Cremlino per creare disinformazione legata al Coronavirus, aggravando la crisi
fiduciaria dei cittadini europei nei mercati e nelle istituzioni occidentali.
Tale rapporto avrebbe dovuto essere riservato… ma, come spesso accade, un
giornale è riuscito a pubblicarlo. Nel caso specifico, il Financial Times (</span><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">una fonte che
credo possiamo considerare tutti attendibile).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<br />
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<br />
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">Allora, ecco: di fronte a un video come quello
del medico che tenta di smontare i dati relativi ai decessi per covid19, io un
paio di domande me le faccio. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">Il video parte da una considerazione razionale
e in una certa misura ragionevole: se consideriamo il numero dei morti per
coronavirus attendendoci ai dati dei soli ammalati gravi (e questo è abbastanza
vero, specie per le regioni del nord) avremo un dato percentuale di decessi
molto alto che spaventerà qualsiasi lettore. Ma che non corrisponde alla
verità, poiché non c’è mai stata una mappatura completa della diffusione del
virus, casa per casa, nemmeno in zone limitate. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">Ciò che non mi convince, e che arriva tra il
secondo e il terzo minuto, è l’attacco sperticato ai politici e alle
istituzioni. Che poi, ai politici e alle istituzioni: ai politici e alle
istituzioni non di centro-destra. Malgrado dica “ce l’ho con i politici di
tutte le fasce” nomina esplicitamente Zingaretti, che ha accorpato il Forlanini
al San Camillo (cosa diversa dal tanto spesso letto in giro “Zingaretti je sta
bene che c’ha er coronavirus perché ha chiuso il Forlanini”); ma mai i governi
lombardi che da almeno vent’anni (Formigoni 1, 2, 3, Maroni, Fontana)
promuovono e investono nella sanità privata a scapito di quella pubblica. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">Il video di quel medico è stato per me illuminante,
perché come tono, come tipo di comunicazione, non ho potuto non accostarlo alla
lettera aperta pubblicata sabato dal cosiddetto “Comandante Alfa”, uno dei
primi responsabili del GIS. Grazie ai poteri infiniti della rete, non poteva
diventare ulteriormente un mito il primo capo delle “teste di cuoio” dell’arma.
Se poi hai una pagina Facebook piena di foto tue con il mefisto nero sempre in
testa e di frasi che richiamano all’orgoglio e alla resistenza in battaglia,
beh, chiaramente un tuo pubblico te lo crei. Sono rimasto sconcertato dalla
lettera delirante di questo ex carabiniere che, “non potendo più tacere”,
piange i tanti morti dell’Alta Italia, correda il tutto con le foto strazianti
dei camion militari che tutti sappiamo carichi di bare e… e poi che fa? <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Lancia un appello, si direbbe; ma è quasi
un’incitazione alla rivolta, all’eversione. </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; tab-stops: 28.3pt 56.65pt 85.0pt 113.35pt 141.7pt 170.05pt 198.4pt 226.75pt 255.1pt 283.45pt 311.8pt 340.15pt; text-autospace: none;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">“</span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: Times;">I decreti non servono più a nulla, sono confusi, servono a
indebolirci e non a rinforzarci”</span></b><span style="color: black; mso-bidi-font-family: Times;">; se la prende con i politici (ma solo quelli vicini a
centri sociali e sardine); con l’Europa (ovviamente) e anche con la Chiesa (ma
in maniera più morbida, da buon cristiano). </span></div>
<span><div class="" data-block="true" data-editor="5keru" data-offset-key="aj6ot-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="aj6ot-0-0">
<span data-offset-key="aj6ot-0-0"><span data-text="true">Che cosa ho voluto dimostrare? Forse niente. Forse tutto. Stiamo attraversando una pagina di Storia. La situazione è drammatica, dal punto di vista umano. Stiamo pagando in termini di vite un prezzo altissimo; e quando la crisi sanitaria si sarà allontanata, a questo prezzo seguirà un contraccolpo terribile sulla nostra economia e dunque sulle nostre vite. E non c’è niente che noi possiamo fare. Proprio niente. Vale poco disperarci fin da subito, così come il tentare conti in tasche che sono irrimediabilmente già bucate. Non ho parole di speranza da infondere, perché temo che non ce ne siano. Tuttavia c’è qualcosa che ancora ci è dato di difendere, ed è un nostro preciso dovere il difenderlo: l’ideale europeo. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="5keru" data-offset-key="9bnps-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="9bnps-0-0">
<span data-offset-key="9bnps-0-0"><span data-text="true">Quell’Europa spesso così lontana da toccare, e che nei momenti più avvilenti non abbiamo sperimentato come speravamo. Quell’Europa che forse, alle volte, ci ha deluso. L’Europa unita: si tratta di un sogno “così delicato che solo a pensarlo si potrebbe spezzare”. Ma, con tutte le sue pecche e i suoi difetti, l'ideale europeo è stato ed è ancora un faro di civiltà e di speranza per tutti i popoli liberi della Terra. E in nome di questo ideale, di questo sogno, di questo faro, io rifiuto categoricamente di lasciare mano libera a coloro che, con azioni e discorsi serpentini, tentano di distrarci, di metterci gli uni contro gli altri, di dubitare della nostra storia e del nostro futuro comune. Oltre all’attacco del virus ce ne è un altro, ugualmente invisibile e insidioso: ed è l’attacco di chi fa di tutto per istillarci il dubbio, di chi con astuzia ci vorrebbe convincere che siamo soli, che non abbiamo scelta se non di affidarci a nuovi amici, abbandonando quelli vecchi. Nei giorni scellerati della quarantena, la nostra lotta deve essere soprattutto mentale. Se il rischio del virus si può ridurre con le accortezze e con il buonsenso, solamente non cedere alla paura e alla paranoia può salvarci dalla tentazione di cadere tra le braccia di chi, con false lusinghe, oggi si professa nostro amico. Non è solo una convinzione politica, che potreste dirmi essere opinabile: non cadere nella macchina propagandistica russa significa non declinare la precisa responsabilità culturale e storica che per nascita ognuno di noi ha. Perché, se il principio della coesione che da oltre settant’anni, come europei, abbiamo scelto, dovesse cadere, ne prevarrebbe un altro, fatale per ogni ordine civile nel mondo. </span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="5keru" data-offset-key="6rl2l-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="6rl2l-0-0">
<span data-offset-key="6rl2l-0-0"><span data-text="true">È a questo proposito che oggi mi sono messo a scrivere. Io non credo che sia un caso se le mascherine e gli altri materiali sanitari provenienti dalla Cina sono stati fermati alle dogane della Repubblica Ceca e della Polonia. Non credo sia un caso che, immediatamente dopo questo scandalo internazionale, dopo questa vera e propria ruberia consumata sotto gli occhi inermi di tutta una Comunità Europea egoista e impotente, ogni Stato indaffarato con la propria emergenza, proprio Putin si sia fatto avanti tendendoci una mano. Possiamo accettare il suo aiuto; non dico di no. Ma solo con razionalità. Non dobbiamo farci illusioni su cosa stia succedendo nella nostra casa, già da tanti anni. Appelli e dichiarazioni come quelle di quel medico, o come quelle del comandante Alfa, non sono che il prodotto di un bieco populismo che spera di ridurre le complessità del mondo moderno a un messaggio di ribellionismo e di odio, che non hanno niente a che fare con i nostri veri valori. Quei valori di unità, di solidarietà e di armonia che sono riversi nel cerchio di dodici stelle su fondo blu, nei quali varrà sempre la pena credere, malgrado i tempi e le indiscutibili avversità che attraverseremo. </span></span></div>
</div>
</span><div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span><span data-offset-key="3rgki-0-0"><span data-text="true">Concludo questo ragionamento con parole che non sono mie. Un anno fa, di questi tempi trovavo in cantina il memoriale di guerra di mio nonno. Tra quelle pagine, ho letto la testimonianza dei soldati italiani arrestati dai tedeschi dopo l’8 settembre e tradotti nei campi di concentramento in Polonia. Sebbene avessero offerto il ritorno in Patria a quanti di loro avrebbero accettato di servire la repubblichina di Salò, quasi tutti gli italiani preferirono la prigionia alla collaborazione. </span></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: black; mso-bidi-font-family: Times;">“In questo rifiuto </span></i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">è racchiuso il contributo da essi offerto alla guerra (...)
nei campi di deportazione quegli uomini attuarono una Resistenza difficile: la
resistenza al freddo, alla fame e al terrore. Restò loro la vittoria su sé
stessi (...) il miglior modo per conservare intatta nelle condizioni più
avvilenti la propria dignità umana”.</span></i><span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-font-kerning: .5pt;">Dalla comodità delle nostre case, il compito che ci spetta non è troppo
diverso. Calmi, saldi e uniti in questo momento di tribolazione, con troppi
giorni bui ancora davanti, tutto quello che possiamo fare è sondare la rete resistendo alle menzogne.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span><span data-offset-key="c4v90-0-0"><span data-text="true">Perdere del tempo a smascherare certe comode menzogne, a fare fact-checking, a diffondere la verità, deve essere oggi, e tanto più oggi, nostra responsabilità morale. Non solo e non tanto perché siamo nati in un’Europa libera e pacifica. Ma perché apparteniamo alla razza umana. Perché viviamo in quella cosa, a volte imperfetta, che si chiama civiltà. E se voltiamo la testa dall’altra parte, se pensiamo che gli attacchi alla civiltà non ci riguardino, se pensiamo che non stia a noi difendere chi ci è vicino dal virus della disinformazione... allora abbiamo un problema molto più grave del covid19. Allora siamo già stati contagiati dalla più pericolosa delle pandemie. </span></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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{page:Section1;}</style>PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-10005322061871838642018-10-08T05:52:00.000-07:002018-10-11T12:55:31.397-07:00Frost October 2018<div style="color: #454545; font-family: '.SF UI Text'; line-height: normal;">
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Ore 17, meno qualchecosa. La giornata è conclusa, le famiglie dei ragazzi sono già tutte via, sulla strada del ritorno a casa. Con gli amici di una vita siamo tra gli ultimi ad andarcene: prima di salutare questo luogo ci siamo inoltrati nella radura, a cavare dai pali i chiodini a U che vi sono stati appiccati il giorno prima. Le cose degli altri vanno restituite in perfetto ordine. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Apro lo sportello della macchina, e per alcuni istanti ho bisogno di restare così, seduto e immobile in questo spazio chiuso. Unica concessione a questo temporaneo isolamento: il finestrino abbassato. Entra prepotente il silenzio del bosco, e lo posso sentire distintamente, toccare con mano mentre si riempie sul mio palmo spalancato, indeciso sulla leva del cambio. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Com'è che diceva quel poeta americano che amo tanto? Aveva scritto dei versi che suonavano così: </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;"></span><br /></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">Lá fuori il bosco è bello e buio e fitto. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Mi guardo intorno, ma come proseguisse quella poesia lo ricordo solo in lingua originale. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;"></span><br /></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">But i have promises to keep </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">and miles to go before i sleep, </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">and miles to go before i sleep.</span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Non è per questo che sono tornato?, mi chiedo. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Le promesse vanno mantenute e, prima di dormire, le miglia battute. Altre miglia van battute. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Una leggera malinconia mi ha colto durante la messa. E come da peggior luogo comune su Roma e i romani, il mio cervello mi ha riproposto le immagini dell'addio al calcio di Totti. Il capitano è al centro dello stadio, ricorda il momento più bello della sua carriera, il 17 giugno 2001. "Maledetto tempo!" esclama a un tratto, con quella voce che esce strozzata, che non riesce a trattenersi. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Meno male che quest'oggi, per me, dovrebbe essere un nuovo inizio! Non riesco nemmeno a tenere lontana la nostalgia... </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">... la nostalgia: che è preziosa come il vino. E gratis come la tristezza. Fatta a forma di nuvola, di nuvola di dubbi e di bellezza. Per una volta, però, nemmeno De Andrè e le sue perle riescono a farmi vedere le cose da una diversa prospettiva. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Guardo cosa ho sul petto, vicino al cuore. Mi focalizzo sulla spilletta commemorativa che ho ricevuto in mattinata. Ci sono due date impresse, piccole, su un lato del disegno. Non posso fare a meno di pensare che l'intervallo tra queste due date, due anni tondi, corrisponde esattamente al periodo in cui sono stato lontano. E capisco a cosa era dovuto il pensiero di prima. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Quanto tempo è passato. Maledetto tempo. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Adesso capisco. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Davanti agli occhi passano veloci frammenti di scene vissute, e sono tante che non riesco nemmeno a coglierle tutte. Sono sul tetto (sul tetto!) di un vecchio fuoristrada Land-Rover stipato di cianfrusaglie che corre sulla Tiburtina. Poi su una catasta di legna alta due metri e larga almeno sei. Sono bambino davanti al mio Akela, che mi mette al collo il mio primo fazzolettone: torno da Tagliacozzo e la radio passa il successo di quell'estate, 50 special dei Lunapop. Al buio di una tenda, una sera di un maggio lontano, la radio gracchia che la Roma ha appena vinto la Coppa Italia. Un coccodrillo di cartapesta spalanca le sue fauci su un palcoscenico. Sul mare del nord, in Scozia, fa capolino una rarissima aurora boreale mentre finiamo di montare le tendine igloo. Dalla terrazza di Morino sto lanciando una secchiata d'acqua diretta a un prete che parla come Oliver Hardy di Stanlio e Ollio, del quale dice di essere il nipote. Sulla croda del becco il lago di Braies sembra un francobollo, e siamo tanto a precipizio che per scattare una foto dobbiamo sdraiarci. Sto tornando al Sirente dopo tredici anni dal mio primo campo scout da esploratore, e quando la montagna si staglia all'improvviso nel buio più assoluto delle nove di sera senza luna sento il bisogno di fermare l'auto, di respirare la notte e di strillare "sono tornato a casa!", da solo come un imbecille, o come un esaltato. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">"Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi" è l'unica frase che riesca a rendere, e a congiungere, ciò che ricordo e che provo, perché di vita si tratta, e ricordando solo determinati fatti, ne sto lasciando fuori tantissima. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">"Ho visto cose che non potreste immaginarvi... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia." </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">I volti intorno a me non sono gli stessi che ho lasciato. Ho registrato molti assenti.</span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Penso a perché sono stato lontano tanto a lungo, e ne conosco le ragioni. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">SO anche quale obiettivo mi sono dovuto dare. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Mi trovo nella scena di un altro film, molto più recente ma non meno famoso. C'è un dialogo struggente, di appena quattro battute, che sento mi riguardi parecchio. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
<ul>
<li style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: Menlo-Regular; font-size: 10pt;"></span><span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">Ci sei riuscito? </span></li>
<li style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: Menlo-Regular; font-size: 10pt;"></span><span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">Sì. </span></li>
<li style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: Menlo-Regular; font-size: 10pt;"></span><span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">Quanto ti è costato? </span></li>
<li style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: Menlo-Regular; font-size: 10pt;"></span><span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">Troppo. </span></li>
</ul>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">La strada è di nuovo qui, e non so se sia dischiusa come un'amica. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Il prete, appena un'ora fa, ha sottolineato l'importanza nella vita di ognuno di seguire la propria strada. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Facile a dirsi, ho pensato, ma come lo sai quando una strada è la tua? Come fai quando la strada non c'è? Non ho fatto in tempo a chiedermelo, che già stavo sogghignando. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">"Quando la strada non c'è, fattela". </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Ho ricevuto un'accetta per questo, alcuni anni fa. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Arrivano gli ultimi due ricordi. Ma in realtà sono qualcosa di meno, forse solo due riflessioni. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">La prima è che diciamo Riparto, e non Reparto. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Riparto significa "ri-parto". </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Poi ricordo che sono sempre stato restio a lavare il mio maglione, quando tornando da un'uscita con pernottamento si trovava appiccicato quell'odore deciso di legna bruciata. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Nulla vale l'odore di quel fuoco. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Ho paura, eccome. Vuol dire che in corpo avrò una consistente dose di coraggio. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Due strade divergevano nel bosco... se ho sempre scelto quella meno battuta ci sarà una ragione. Da questo, comunque, è venuta tutta la differenza. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Non prenderò subito la Cassia, allora. Farò un giro diverso da quello dell'andata; passerò per alcuni paesi. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Il bosco attorno è bello e buio e fitto. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">E una storia d'amore assurda come quella per un giglio non meritava certo un finale insulso. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;">Il motore è acceso. </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; min-height: 20.3px;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;"></span><br /></div>
<div style="color: #e4af0a; font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal; margin-bottom: 8px; margin-top: 9px;">
<span style="font-family: '.SFUIText'; font-size: 17pt;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr2tfgVo9Xb8rNB4NsxWyT27CY1jBdw5XzidswRo4SdG6jHxoMS5B-qQ-s0aRtIQR3Tc1W1cwQqdE82hLgtFsDXFT4LMm_nLYa6T7Wh7Om5XU3C6wPt9y-U2ZetbXqshJAVXGVpV4HGfpW/s1600/photo_2018-10-08_14-43-52.jpg"><img alt="photo_2018-10-08_14-43-52.jpg" src="webkit-fake-url://661536DD-9368-4952-80F9-8BF4C291725E/photo_2018-10-08_14-43-52.jpg" /><span style="color: #e4af0a; font-size: 17pt;"></span></a></span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">'Cause i've promises to keep </span></div>
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">and miles to go before i sleep. </span></div>
<br />
<div style="font-family: '.SF UI Text'; font-size: 17px; line-height: normal;">
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;">And miles to go before i sleep.</span></div>
<div>
<span style="font-family: '.SFUIText-Italic'; font-size: 17pt; font-style: italic;"><br /></span></div>
</div>
PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-89605253489319561662017-09-27T00:25:00.002-07:002018-02-26T05:40:30.551-08:00Poesie sparse... 55<br />
<i>Le scarpe che si slacciano, sconfitte </i><br />
<i>La strada ride e pare un labirinto </i><br />
<i>Il sole è tramontato, rifrazione </i><br />
<i>ne resta, ed è un ricordo, è irrisolvibile. </i><br />
<i>Una panchina in pietra, sto a parlare </i><br />
<i>un poco con chi è solo e non conosco: </i><br />
<i>due facce inani, una medaglia stanca. </i><br />
<i>Se fossi a casa so che avrei contato </i><br />
<i>col dito in processione, incolonnate, </i><br />
<i>le vertebre che danno la tua schiena. </i><br />
<i><br /></i>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.ioarte.org/img/artisti/Ilaria-Batazzi__schiena-di-donna_g.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://www.ioarte.org/img/artisti/Ilaria-Batazzi__schiena-di-donna_g.jpg" data-original-height="600" data-original-width="600" height="320" width="320"></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<i><br /></i>PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-5210789635559082532017-04-27T13:33:00.003-07:002017-04-27T13:35:26.120-07:00Poesie sparse... 54 - Whydah Gally<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrhwjG17nBNLsl-wO4xyWR3wfMO5xUTmQQvx4eNDfSUeutWu8VxquFLsewJjchTMwHrN1wEqb6E-AxT-u4RUcpVaJocW7HvBBfb6BJ5rCZpcJKNHq0U2QVycmvhlfFudZsc_N8FFUPNula/s1600/PicsArt_02-22-12.05.08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrhwjG17nBNLsl-wO4xyWR3wfMO5xUTmQQvx4eNDfSUeutWu8VxquFLsewJjchTMwHrN1wEqb6E-AxT-u4RUcpVaJocW7HvBBfb6BJ5rCZpcJKNHq0U2QVycmvhlfFudZsc_N8FFUPNula/s320/PicsArt_02-22-12.05.08.jpg" width="318" /></a></div>
<br />
Whydah Gally<br />
<br />
Il sogno si esaurì - non era aurora<br />
ancora giunta il mondo a ingravidare.<br />
Brillava minacciosa e lesta l'ombra<br />
della tempesta, il mare era una scossa<br />
continua e perpetrata, era uno spasmo<br />
di morte e gola: il mare era affamato.<br />
<br />
La nave imbottigliata nel suo inganno<br />
a depistare ostacoli e scommesse<br />
sperava di nascondersi al destino,<br />
di conservare intatti i suoi tesori.<br />
<br />
Ma il mondo fuori è un attimo, è bestemmia<br />
è pescecani è rabbia ed è uragani<br />
... ed è ingiustizia, è insidia, è di cristallo.<br />
È una burrasca infida, è il disagio<br />
di una gomena da infilare all'ago.<br />
<br />
Sfinito il sogno non bastò l'aurora<br />
a risvegliarci, non bastò la schiuma<br />
delle onde che girovaghe la faccia<br />
solleticano... adesso inutilmente.<br />
<br />
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-25336006227843028902017-04-15T02:57:00.005-07:002017-04-15T02:57:58.404-07:00Poesie sparse... 53 - Camelotian<br />
Ci sono a volte dei fraintendimenti<br />
dei passi fatti sciaguratamente<br />
che il cuore affretta, ma nel camminarli<br />
stupiscono gli odori e le paure<br />
e la facilità che li ha percorsi.<br />
Pertanto non ti puoi rimproverare<br />
alcuna colpa, 'fragile Ginevra:<br />
hai visto Lancillotto. Lo hai baciato. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxc5P7OYRE5ZzS3dR7p5Sn7BhkLAM7KWPGgiGT47lOiDIPs__hyphenhyphenKnuAq8uT8UcDXqM2uBYUQNTtdrY9pOoXxz1FO5PmV4QUBXecUNXXWQFirhoQ0LFFP-1LtBsRNAzx3ppjots1S7yMFK1/s1600/donato%252B%252Bgiancola%252Blancillotto_e_ginevra_2004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxc5P7OYRE5ZzS3dR7p5Sn7BhkLAM7KWPGgiGT47lOiDIPs__hyphenhyphenKnuAq8uT8UcDXqM2uBYUQNTtdrY9pOoXxz1FO5PmV4QUBXecUNXXWQFirhoQ0LFFP-1LtBsRNAzx3ppjots1S7yMFK1/s320/donato%252B%252Bgiancola%252Blancillotto_e_ginevra_2004.jpg" width="267" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Donato Giancola</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-32288381159583477552017-03-13T13:40:00.000-07:002017-03-15T13:27:34.502-07:00Poesie sparse... 52 - Salgariana #1<br />
<b>Salgariana #1 </b><br />
<br />
<i>I tropici in trionfo, gli uragani </i><br />
<i>hanno sfondato ormai tutti gli scafi </i><br />
<i>così non resta loro che danzare </i><br />
<i>violentemente idioti e tristi e soli </i><br />
<i>sopra lo specchio infranto del mio mare. </i><br />
<i>Cosa è rimasto, cosa sopravvive? </i><br />
<i>La tigre forse - ciò che non si doma, </i><br />
<i>che pure alla pietà ruggisce uccisa. </i><br />
<i>La tigre - e rossa o bianca non importa: </i><br />
<i>uno è il suo sguardo, identica la caccia. </i><br />
<i>... e la sua caccia in fondo è lo svenire </i><br />
<i>ogni avversario - pecora o fucile, </i><br />
<i>è un dimostrare intatto che ferita </i><br />
<i>vale cento carogne, che sfinita </i><br />
<i>può far tremare ancora la paura. </i><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOioJOdlt_I_vMqvsh_pKi9CCwkn-7oDSLKeI-0WqHTmaxFIgFfEUy1jKhAWM4Ihi7Kj_R1qcMFxFnoTHuc5bCE1HqLyHZGH_UrJDCa4GP1jfAll2tDFWQJgjfQqeT0JoO5ww5c4ZuHfDE/s1600/1488394592982.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOioJOdlt_I_vMqvsh_pKi9CCwkn-7oDSLKeI-0WqHTmaxFIgFfEUy1jKhAWM4Ihi7Kj_R1qcMFxFnoTHuc5bCE1HqLyHZGH_UrJDCa4GP1jfAll2tDFWQJgjfQqeT0JoO5ww5c4ZuHfDE/s320/1488394592982.jpeg" width="320" /></a></i></div>
PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-11375545209038944812017-03-01T11:10:00.001-08:002017-03-06T03:23:30.525-08:00Poesie sparse... 51 - Salgariana #2<br />
<b><i>Salgariana #2</i></b><br />
<br />
Al sud del tuo arcipelago scomposto<br />
dove veleggia e impazza un'altra estate<br />
resisto ancora, Mompracem perduta<br />
invasa da quei venti rumorosi<br />
del nord che alle passioni non riservano<br />
più fughe o traiettorie d'abbordaggio.<br />
Le scimitarre esauste altri rubini<br />
non bramano, ma perle sovrapposte<br />
semmai - dove è impossibile specchiare<br />
quella che l'orizzonte mi impedisce.<br />
La sola che l'oltraggio intenerisce.<br />
Tu: il mio dolore vivo, tumefatto.<br />
Tu: il terremoto che non ha epicentro.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhoHFC34nMEB_qP3D6vrkRsS-ILdhZGiLaxX3uBwUZU9kZbzSazfNULVsBdxvPnDVGNpvvlvdrMHvyyEehxBARvUtOiRw6LbwZjbAizpoOIP2AN3KAQGFl6Ip2XWL1dwIj6lTjXNjjAOkj/s1600/1488394797061.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhoHFC34nMEB_qP3D6vrkRsS-ILdhZGiLaxX3uBwUZU9kZbzSazfNULVsBdxvPnDVGNpvvlvdrMHvyyEehxBARvUtOiRw6LbwZjbAizpoOIP2AN3KAQGFl6Ip2XWL1dwIj6lTjXNjjAOkj/s320/1488394797061.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-54750482403426969762017-02-22T09:33:00.002-08:002017-02-22T11:13:45.161-08:00La politica matrimoniale - racconto breve sulla scissione del pdil testo seguente, di fantasia, è proprietà intellettuale esclusiva del sottoscritto Michele G. Picozzi, che ne è l'unico autore.<br />
<br />
Questo racconto satirico è per forza di cose ispirato alla scissione attualmente in atto nel Partito Democratico.<br />
Ogni riferimento a fatti o persone reali, tuttavia, è da ritenersi casuale e quindi non voluto.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL0qhD0qjmIj2bXLaeMDAkbrfKu6gvhXbP2S-hrd3fZw3JZ_EOaTGHwdmWcCkXDjgE_mgAxDzQCVWNcCJ6fqSI8vA7CzIdskwDHmIBOcbY29MxOtUlJSNhIduwsZqGA4Y_LPQOqadAcrel/s1600/pd-fass.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL0qhD0qjmIj2bXLaeMDAkbrfKu6gvhXbP2S-hrd3fZw3JZ_EOaTGHwdmWcCkXDjgE_mgAxDzQCVWNcCJ6fqSI8vA7CzIdskwDHmIBOcbY29MxOtUlJSNhIduwsZqGA4Y_LPQOqadAcrel/s1600/pd-fass.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">https://www.nuovatlantide.org/wp-content/uploads/2015/09/pd-fass.jpg</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>La Politica Matrimoniale </b></div>
<div style="text-align: center;">
<b>- racconto breve -</b></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Dedicato ai compagni; quelli "veri"... </i></div>
<br />
<br />
Massimo si svegliò parecchio urtato quella mattina. Gli atteggiamenti di sua moglie negli ultimi giorni lo stavano snervando.<br />
Non andava bene, non andava affatto bene che lui tornasse dal lavoro a sera inoltrata e che trovasse ad aspettarlo solo un frigo vuoto.<br />
Si sentiva trascurato. Trascurato e offeso. Trascurato, offeso e ferito.<br />
Era arrivato il momento di sputare tutto il veleno che aveva accumulato nelle ultime settimane, di mettere le carte in tavola.<br />
Quello che avrebbe dovuto essere sarebbe stato.<br />
Cercò con i piedi le pantofole a occhi chiusi, si stiracchiò e, alzatosi, si diresse verso la cucina.<br />
Sua moglie stava finendo di fare colazione. Aveva preparato il caffè. Con la moka piccola. Massimo non dubitava che ormai fosse già maledettamente vuota.<br />
- Ben svegliato - lo salutò Doriana.<br />
- Buongiorno - rispose laconico lui.<br />
Prese in mano la moka e la scutugliò appena. Non ebbe bisogno di avvicinare il beccuccio alla tazzina per scoprire, come d'altronde sospettava, che sì, era già stata svuotata.<br />
Non riuscì a trattenere un verso istintivo di insofferenza.<br />
- E questo che cos'era? - gli domandò Doriana con un filo nel tono della voce intessuto per metà di disappunto e per metà di curiosità.<br />
Massimo restò in silenzio e prese a fissare il piccolo televisore all'angolo del cucinino, acceso, che passava il tg della mattina.<br />
- Allora? Che cosa hai? - insistette Doriana.<br />
Massimo continuava a fissare le immagini che scorrevano sullo schermo. Il primo ministro, con quella sua aria tra il flemmatico e lo scocciato, ribadiva gli stessi concetti che aveva in bocca da settimane: l'opportunità politica, il momento storico, la volta buona per dare una scossa alla situazione internazionale...<br />
- Insomma? - chiese sua moglie per la terza volta.<br />
Massimo a quel punto scosse la testa.<br />
- Niente. Pensavo al presidente del consiglio.<br />
Lei lo guardò curiosa, presa alla sprovvista.<br />
- Al presidente del consiglio? È per colpa sua che digrigni i denti già di prima mattina?<br />
- Proprio così. Perché, c'è qualcosa di strano?<br />
- No, no. Figurati.<br />
Massimo tornò a guardare il televisore con aria un pochino più convinta.<br />
- Già - ripeté, come a convincersi della scusa che aveva appena partorito:<br />
- È proprio uno stronzo.<br />
<br />
***<br />
<br />
- No, signora Speranza, non dico che non deve annaffiare gli oleandri sulla tangenziale. Solo non capisco perché deve farlo dal terrazzo di casa sua.<br />
Domandò Massimo alla malefica vecchina durante la riunione di condominio.<br />
- Mi scusi, sa, ma io ho una certa età. Che cosa pretende, che vada ad annaffiarli personalmente uno ad uno, scendendo in strada? Mi ci vorrebbero... quante bottiglie di plastica? Lo sa lei quanto è distante la fontanella più vicina?<br />
- Signora, io non metto in dubbio le sue difficoltà e non sto suggerendo questo. Ma questa sua "abitudine" potrebbe diventare pericolosa, se ne rende conto?<br />
- Questo non lo credo proprio, giovanotto. Io annaffio gli oleandri solo dopo le ventidue, quando la strada è chiusa al traffico. Non vedo come potrebbe rappresentare un pericolo per qualcuno.<br />
- Va bene; diciamo allora che potrebbe diventare "fastidioso" per chi passeggia davanti quel muro a piedi. Per me che torno sempre dal lavoro a quell'ora, che spesso e volentieri mi scordo della sua premura nei confronti degli oleandri e che, pertanto, mi ritrovo tante volte a subire una doccia non richiesta.<br />
- Giovanotto, se lei non sta attento non è un mio problema. Il regolamento comunale dispone che si dia acqua alle piante solo dopo una certa ora; e io questa regola la rispetto in pieno. Se pure mi limitassi a bagnare solo i fiori del mio terrazzo lei, distratto com'è, si beccherebbe comunque tutto ciò che scola comunque dai sottovasi. Con la differenza che la questione non esisterebbe. Quelle povere piante hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro e io non ho intenzione di abbandonarle a sé stesse solo perché lei non fa attenzione a dove mette i piedi.<br />
Massimo abbandonò la riunione con i nervi a fior di pelle. Sua moglie lo seguì dimessa, con il viso rosso dalla vergogna.<br />
- Massimo, che diamine! Ma dovevi proprio prendertela con la signora Speranza?<br />
- Scusa, ma perché no? È una maleducata egoista. Per quale motivo dovrei sottostare al suo egoismo e alla sua maleducazione?<br />
- Per quieto vivere, Massimo. Per quieto vivere.<br />
- Per quieto vivere? Per quieto vivere la prossima volta chiamo i vigili e le faccio fare una multa grossa così!<br />
- Illuso... - gli rise in faccia sua moglie: - Ti sei dimenticato che quella signora è la mamma del vicecomandante della municipale? Non daranno mai retta a te per mettersi contro suo figlio!<br />
- Ah, è così?<br />
Il giorno seguente Massimo si recò alla sede locale del partito di maggioranza del suo municipio. Mancava meno di un anno alle elezioni amministrative e l'episodio della sera precedente lo aveva riempito di frustrazione, caricandolo di quella rabbia che lo stava spingendo a candidarsi come assessore alle strade.<br />
In fondo era un professionista molto stimato e relativamente conosciuto. Il funzionario del partito fu ben lieto di tesserare un cittadino esemplare come lui.<br />
Massimo tirò fuori il meglio di sé e l'anno successivo, quando il partito del quale ormai faceva parte vinse come, era prevedibile, le amministrative, lui fu nominato amministratore delle strade.<br />
La signora Speranza, per tutto quel tempo, aveva naturalmente continuato ad annaffiare gli oleandri al bordo della tangenziale con la canna da irrigazione dal terrazzo di casa sua.<br />
Massimo, con la sua nuova autorità di assessore, le mandò i vigili a casa.<br />
La signora Speranza dovette pagare la sua bella multa.<br />
- Come mai sei così di buon umore, caro? - domandò Doriana a suo marito.<br />
- Perché alla fine ho vinto io!<br />
- E cosa ti riferisci?<br />
Massimo e rispose quasi sdegnoso:<br />
- Alla signora Speranza, ovviamente. Non hai sentito della multa che ha ricevuto?<br />
- Sì, ne parlava stamattina con il vedovo del terzo piano. Perché? Tu che cosa c'entri?<br />
- Che cosa c'entro? Glieli ho mandati io i vigili!<br />
Sua moglie lo osservava interrogativa.<br />
- Così la smetterà di allagare la strada dal terrazzo di casa sua! Si sentiva impunita, al di sopra della legge e dei regolamenti di buon vicinato... e io le ho dimostrato che aveva torto!<br />
Doriana alzò le spalle con indifferenza:<br />
- Se la cosa ti fa stare meglio - disse andandosene a fare una doccia.<br />
<br />
***<br />
<br />
- Doriana, davvero, non riesco più a comprendere la tua ostinazione.<br />
- Hai poco da capire e ancora meno da arrabbiarti: io non mi sento pronta.<br />
- Non ti senti pronta. Non ti senti pronta a diventare madre a 37 anni.<br />
- Hai riassunto perfettamente. Vuol dire che mi hai capita.<br />
- No che non ho capito. Non ti capisco.<br />
Marito e moglie restarono in silenzio, senza voltare il capo ma pure senza guardarsi, con lo sguardo assente, Massimo proiettato alla ricerca di una risposta, Doriana nell'indifferenza noiosa di chi aspetta che un certo momento passi via e basta.<br />
- Non ti senti pronta per avere un bambino o non vuoi averlo?<br />
- Fa differenza?<br />
- Sì, Doriana. Per me fa differenza.<br />
- Allora scegli tu.<br />
- Scegli tu che cosa?<br />
- Scegli tu quale delle due. Io per ora non voglio pensarci.<br />
Massimo uscì di casa senza salutare.<br />
Il lavoro in comune era diventato noioso. Si era stancato, dopo quattro anni, di svolgere l'ordinaria amministrazione senza poter dire mai la sua. Anzi, a essere onesti la sua poteva dirla. Ma contava quanto il due di coppe quando regna bastoni.<br />
Il sindaco pareva lontano, disinteressato alle idee personali di uno dei suoi assessori più virtuosi. Sapeva che Massimo svolgeva bene il suo lavoro' e tanto gli bastava. Perché risolvere tutti i problemi del Comune, a suo modo di vedere? Perché mai? Su che cosa avrebbe puntato, alle prossime amministrative, se per un caso sfortunoso si fosse davvero impegnato a risolvere tutti i problemi della città? Che cosa avrebbe potuto più promettere in campagna elettorale?<br />
Massimo non era uno stupido: aveva compreso da tempo le regole del gioco.<br />
Semplicemente, da quella mattina quelle regole non gli andarono più a genio.<br />
Quella mattina si ammalò di telefonate: contattò colleghi stufi e colleghi ambiziosi, professionisti affermati come era stato lui fino a qualche anno prima, qualche amico di comprovata fiducia.<br />
Quindi, a ridosso delle prime candidature utili, iscrisse il suo nome. Era in corsa per diventare sindaco. Con il partito che aveva fondato idealmente la mattina che aveva discusso con Doriana.<br />
Inaspettatamente, Massimo vinse le elezioni.<br />
<br />
***<br />
<br />
Massimo venne eletto sindaco per due mandati consecutivi.<br />
Sul finire del suo decennale incarico aveva bene di che essere soddisfatto. Con le sue sole forze era riuscito a creare un soggetto politico nuovo, vitale e competente. Aveva governato con cognizione e prudenza, compensando la relativa inesperienza iniziale rispetto a chi il politico di professione lo aveva fatto sin da giovanissimo.<br />
Era arrivato il momento di cedere il passo, dopo dieci anni di pubblico incarico.<br />
All'interno del suo partito erano cresciuti dei giovani interessanti e uno in particolare, Gianmatteo, si faceva avanti, ancora tra le righe, per succedergli come prossimo candidato sindaco. Era uno tosto, Gianmatteo: tosto, furbo e dinamico. Fin troppo dinamico, a suo modo di vedere. Di lui sapeva che intratteneva relazioni con i suoi vecchi compagni di partito, del partito con il quale era iniziata la sua avventura come semplice assessore. Dopo un quindicennio nell'ambiente Massimo aveva imparato che le relazioni personali, per chi è del mestiere, non possono non riguardare anche quanto si porta nel lavoro.<br />
Non era che Gianmatteo gli dispiacesse proprio, ma le sue frequentazioni no che non gli andavano giù. Avrebbe preferito, ecco, che come suo delfino venisse indicato un qualche altro, magari più dimesso, più ordinato, meno "esplosivo". Qualcuno di più serio, ecco.<br />
Ci rifletteva spesso. Di tanto in tanto si rispondeva che forse si trattava di una sua fissazione, probabilmente dovuta all'età: oramai era arrivato ai cinquanta anni. Doriana ne aveva 47. Non avevano mai avuto figli. Forse era questo il motivo per cui era diventato così geloso delle sue cose, a tratti così irritabile?<br />
Poteva anche essere. Certo che poteva essere.<br />
Restava il fatto che il suo partito a Gianmatteo davvero non avrebbe voluto cederlo.<br />
Il tempo oramai era giunto al limite. A breve avrebbe dovuto pronunciare il discorso di fine mandato e sciogliere il consiglio comunale.<br />
Dopo le vacanze estive, certo. Dopo le vacanze estive, l'iter sarebbe stato quello per forza di cose. E al diavolo tutto, pure Gianmatteo, che facesse ciò che voleva.<br />
Lui aveva dato.<br />
Anche, e soprattutto, con il suo matrimonio.<br />
Tornando a casa, avrebbe annunciato a Doriana la sua volontà di divorziare. Ci aveva riflettuto a lungo. Per anni. Il momento era arrivato.<br />
Era finalmente certo. Certo che le fatidiche parole non sarebbero mai uscite dalla sua bocca.<br />
<br />
***<br />
<br />
Al termine delle vacanze Massimo era ancora sposato con Doriana. L'estate era stata tremendamente noiosa. Come sempre.<br />
Si sentiva zeppo fino all'orlo di rancori e di frustrazioni quando giunse alla sala assembleare del Comune per tenere il suo discorso di fine mandato. E per annunciare la candidatura di Gianmatteo come suo successore, come infine era stato deciso.<br />
Continuava a essere contrario in proposito, e come lui anche diversi tra i suoi collaboratori più antichi mostravano diverse perplessità.<br />
Ma una volta avvicinatosi al microfono qualcosa, una molla di sopportazione nascosta e portata alla pressione estrema, scattò dentro di lui.<br />
Dopo avere pronunciato l'ultima parola del suo discorso, inaspettatamente, lasciando gli astanti sbigottiti, annunciò una scissione interna al suo partito.<br />
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-85345571322921921312017-02-01T00:44:00.000-08:002017-02-01T00:44:19.479-08:00Renzi, Giulio Cesare e il dopo referendumQuesto articolo lo scrissi tra il 5 e il 6 dicembre 2016.<br />
Ho provato a proporlo un po' in giro, senza grande successo.<br />
Poi me ne sono dimenticato. Ho lavorato ad altro.<br />
Oggi appare qui per puro sfizio.<br />
<br />
<br />
Renzi, Giulio Cesare e il dopo referendum<br />
<br />
Venerdì 2 dicembre mi sono svegliato con in testa una sorta di parallelo storico-politico, chiaro e nettissimo. Quando mi capitano episodi del genere non posso fare a meno di rivivere quella grandissima scena del Gattopardo in cui Burt Lancaster introduce la sua considerazione politica al padre Pirrone ("Lo sa cosa succede da noi? Niente succede"). Non è un caso forse che, anche nel libro di Tomasi di Lampedusa, il pensiero politico che esce dalle labbra del principe di Salina nasca in un momento casuale di primizia mattutina, mentre questi si sta radendo.<br />
Uno studente di storia e di letteratura quale io sono non può fare a meno di vedere, nella vita pubblica, nei fatti di cronaca di tutti i giorni, la ciclicità degli eventi, le storie che si replicano. E, da qualche giorno a questa parte, personalmente non riesco a non vedere gli ultimi spasmi della repubblica romana, e in particolare la vicenda di Giulio Cesare.<br />
Cesare è un uomo dall'intelligenza politica fuori dal comune, che sa unire abilità tattiche e tempi di manovra con una precisione assoluta. Non a caso arriva alla massima carica di potere con un meccanismo inusuale ma previsto dalle leggi. Non inventa nulla, si può dire: cavalca gli eventi e gli stati d'animo a regola d'arte, procedendo in maniera talvolta evidentemente discutibile ma calcando la linea di una precedente, seppure deprecabile, tradizione. Sfruttando l'incarico proconsolare come nessun altro prima di lui può rimarcare una dignitas originale, cucita su misura per sé, e fare piazza pulita di qualsiasi altro concorrente (esterno come interno alla sua corrente) fino a diventare, a tutti gli effetti, il dominus assoluto della politica romana.<br />
Non trovare delle curiose coincidenze con la rapida ascesa del dimissionario Presidente del Consiglio è per chi scrive impossibile.<br />
Non era impossibile per un politico romano diventare console almeno una volta nella vita (l'incarico era di durata annuale, e perdipiù si esercitava in coppia).<br />
Difficile era, semmai, restare sulla cresta dell'onda, non appiattirsi nei comodi meccanismi clientelari cui l'appartenenza all'aristocrazia senatoria aveva fatto una parassitaria e stagnante abitudine.<br />
Non è impossibile per un politico di professione diventare sindaco della propria città di origine. Difficile può essere, da "semplice" sindaco, diventare in tempi brevissimi segretario del più grande partito nazionale e a furor di popolo capo dell'esecutivo.<br />
Cesare assume l'incarico di Dittatore (con la maiuscola, proprio perché si trattava di una carica prevista dagli ordinamenti repubblicani e non del sostantivo deteriore che si intende oggi) e la prima cosa che fa è perdonare i suoi avversari. Agisce così per tutta una serie di ragioni, non ultima una certa convinzione che la Pietas (altro termine da intendere alla latina, profondissimo e diverso da quello della "pietà" comunemente intesa) appena dimostrata gli farà, e non poco, gioco.<br />
Cesare assume la dittatura, che gli viene consecutivamente rinnovata nel corso degli anni, e senza abolire le magistrature vigenti, ma anzi incrementando in un certo senso il numero dei funzionari dello Stato, avvia un profondo meccanismo di rinnovamento dello stesso. Il progetto di Cesare è chiaro e semplice: egli si è reso conto che l'immobilismo della Repubblica è da imputare principalmente proprio alla classe degli Optimates, dei senatori, che tra le altre cose non è più rappresentativa del corpo societario reale. Quindi decide di ampliarla. Non si tratta ovviamente di un processo democratico in senso moderno; sarebbe pretestuoso crederlo. Si tratta, semmai, di ridistribuire delle competenze, dei carichi di lavoro, delle clientele (che quando sono troppe diventano l'anticamera della corruttibilitá) e pertanto anche dei flussi di denaro. Con l'effetto collaterale di una maggiore apertura della politica nei confronti della società, questo è pur vero.<br />
Naturalmente ai senatori questa ipotesi di rinnovamente non piace nemmeno un po'. Ed è così che si arriva alle Idi di marzo.<br />
Ma ormai il dado è tratto. Alea iacta est.<br />
Cesare è passato e un segno lo ha tracciato. Sperare di tornare indietro, una volta che il meccanismo si è avviato, è impossibile. Quale meccanismo? Quello che porta a un maggiore accentramento del potere, ovvio. Che è, per un insieme di convenzioni e di sensibilità un meccanismo relativamente lento, ma inesorabile.<br />
Negli ultimi anni di vita della repubblica romana gli uffici tradizionali continueranno a essere coperti stabilmente, ma avranno sempre meno vigore. Questo strascico istituzionale permetterà a Marco Antonio di far passare per progetti personali intenzioni e disposizioni già avviate (o comunque già concepite) dallo stesso Cesare.<br />
Non vi sono particolari diversità da quanto è accaduto al governo di Renzi. Il Matteo fiorentino è stato in buona sostanza il primo a proporsi come leader della cosiddetta Terza Repubblica, e si è posto quale leader in un modo sostanzialmente nuovo, molto più "presidenzialista" di quanto nemmeno lo stesso Berlusconi, evidentemente impacciato dai vari vincoli di coalizione tra AN e Lega Nord, fosse mai riuscito a fare.<br />
Matteo Renzi è passato, e con questo non voglio certo dire sia finito.<br />
Intendere un presidente del consiglio "garbato" e in senso largo rispettoso dei confini tra i più diversi ruoli istituzionali non sarà più possibile per un pezzo.<br />
Lo stesso si può dire della mancata riforma istituzionale.<br />
Se ne è parlato talmente tanto che ha finito col depositarsi nel profondo delle coscienze. Pur senza riscuotere il successo che l'esecutivo sperava, è ben stata scritta, tutti ne hanno parlato, molti l'hanno capita (al punto di criticarla e di avversarla).<br />
Il Rubicone è stato attraversato: la storia di Roma ha dimostrato che da quel momento, da quelle prime truppe entrate in armi entro i confini della repubblica, nessun capo ha più potuto fare a meno di governare senza l'ausilio di una legione, pubblica o privata che fosse.<br />
Non credo sia eccessivo prevedere che nessun presidente del consiglio, in futuro, riuscirà a governare senza tentare di essere il più "presidenzialista" possibile. Nessun capo potrà fare a meno di farsi chiamare un po' Cesare.<br />
Adesso ci troviamo nel momento della transizione, al domani delle idi.<br />
La transizione Roma la gestí con un triumvirato.<br />
Marco Antonio, il luogotenente delle guerre galliche, esuberante e caratterialmente sanguigno.<br />
Ottaviano, prodotto speculare del padre adottivo, esatto e contrario, ancora più scaltro e ancora più spregiudicato.<br />
Lepido, il fedele, il protetto, proconsole in Spagna: il terzo incomodo di cui quasi ci si scorda.<br />
Lepido oggi potrebbe essere tranquillamente Bersani, o Speranza, o Cuperlo magari.<br />
Marco Antonio viene certamente dalle fila dei 5 stelle.<br />
Ottaviano? Forse è proprio l'altro Matteo.<br />
In fondo la pax augustea altro non fu che un deserto dopo uno sterminio. Ovvio, dalla pancia del popolo fu digerita tranquillamente dopo circa due generazioni di conflitti intestini. L'ultima guerra intestina la vinse Ottaviano, che non era certo il migliore, moralmente parlando, dei tre (ma è pur vero che scegliere un "migliore", tra i tre, non è impresa da poco).<br />
Dove si colloca Berlusconi in tutto ciò? Provocatoriamente, Berlusconi sarebbe Cicerone: la prima, antesignana, avvisaglia di un cambiamento del corpo politico che non è mai avvenuto. Convinto di poter indirizzare il nuovo giovane leone e condannato a essere contraddetto dai fatti.<br />
Da Cesare, da Ottaviano in poi, la storia ha conosciuto gli imperatori: qualcuno non è stato un male (Traiano, Nerva, Marco Aurelio); molto più spesso non è stato un bene.<br />
... e i cesaricidi? Dopo le idi di marzo se ne è persa la memoria.<br />
<br />
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-66737844019599316232016-10-26T05:45:00.002-07:002016-10-26T05:45:48.866-07:00Il gol di Paredes - metafora delle reazioni davanti a un rischioCi sono situazioni, all'interno di una partita, momenti, fotogrammi di distaccata verità, che sanno rappresentare poeticamente le difficoltà dell'esistenza.<br />
Il goal di Paredes in Roma-Palermo del 23 ottobre 2016 è uno di questi.<br />
È un goal che arriva su punizione, imprevisto, da una posizione non pericolosa. La parabola che si disegna è a spiovere, indecisa se essere un tiro diretto oppure un cross nell'area piccola, e va a precipitare a poco più di un metro e mezzo dal portiere, a meta strada tra l'estremo difensore e gli attaccanti avversari. È un gesto infido, velenoso, dentro al quale tutto può accadere o smarrirsi velocemente. È un goal che ha la geometria esatta delle fatalità occasionali.<br />
La cronaca è nota: il portiere si getterà nel tentativo di fermare il pallone in fase discendente; questo però troverà una picchiata e un rimbalzo così esatti da toccare il suolo e scavalcare il giocatore coi guantoni durante la fase di uscita. La vita sta tutta lì: se il portiere avesse atteso la sfera di gioco fermo tra i pali sarebbe riuscito a bloccarla con facilità. Teoricamente. A condizione cioè che nessuno degli avversari avesse tentato un inserimento, trovando la marcatura con un tap-in fin troppo naturale. Un rischio quest'ultimo troppo alto. Il portiere non aveva altra scelta che buttarsi. Cerca un tuffo di un metro e mezzo sperando di raggiungere il pallone nel preciso momento dell'impatto con il manto erboso. Una geometria e una tempistica dall'esattezza scientifica.<br />
Il portiere tutto questo lo capisce prima che accada, mentre il pittore del quadro sta giusto pennellando la sua delicata sfumatura parabolica. E tutti noi per un istante gli puntiamo il dito contro, quasi fosse un allocco, per la riuscita apparentemente ridicola di questa rete, per il modo assurdo e derisorio con cui il pallone lo anticipa e gli passa sopra le spalle, sopra le braccia irrimediabilmente tese alla ricerca di una perfezione non raggiunta per un pelo. Ma sbagliamo tutti. Perché quel portiere ha capito, immediatamente, cosa stava per capitare. E ha fatto una scelta, una scelta coraggiosa: tra il restare fermo in attesa del pericolo sperando che per una fortunosa catena di coincidenze esso non si verificasse e il correre un rischio, anticipando il pericolo, sfidandolo a viso aperto gettandoglisi incontro. È un equilibrio sottile, quello in cui si svolge la guerra tra i titani e gli dei, dall'esito ogni volta impronosticabile. Tifare per gli uni o per gli altri è solo una questione di gusto, di contingenze, talvolta di provenienze. Ma è dentro queste storie nelle storie, è dentro questi attimi di verità vissute appena, accarezzate, che sta l'epicentro più autentico dei confronti, l'epicità della competizioni e dell'attesa che le precede.<br />
È per storie opache, da indagare e da scoprire come questa, che lo sport, che questo sport, acquista ragioni intense come nella vita. Perché dentro a istanti del genere è contenuta spesso la storia di una vita.<br />
<br />
<br />
http://youtu.be/eZufuabkHw4PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-18841267962961102122016-09-21T13:30:00.000-07:002016-09-21T13:31:50.170-07:00Ulysses by Alfred Tennyson - Traduzione<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Ulysses; Alfred Tennyson </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<br style="overflow-wrap: break-word;" /></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
A poco giova un re senza pensieri </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
presso le braci del suo focolare - tra aridi dirupi </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
accompagnato da un'anziana sposa. Misuro ed elargisco (nulla più) </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
inadeguate leggi a genti isteriche </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
che accumulano beni e sonno e cibo - e che non mi conoscono. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Non posso che rimettermi nel viaggio: voglio bere </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
la vita con finanche i sedimenti: tutto il tempo goduto </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
è stato immenso, e immensa ogni sofferta: e sia con chi mi ha amato, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
sia da solo; sia sulla riva, sia precipitando </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
alla deriva di piovose ninfe* </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
che sanno indispettire il fosco mare. E oggi sono un nome </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
disperso eternamente in desideri che sanno solo i cuori nella fame. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
È tanto ciò che ho visto e conosciuto: città, uomini, usanze </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
climi, consigli e modi di regnare, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
... E in ultimo, me stesso, e ovunque ho dato prova di valore. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Ed ho bevuto gioia a ogni battaglia, insieme ad i miei pari, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
lontano sulle piane tintillanti, della ventosa Ilio. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
... Sono una parte di ciò che ho incontrato. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Eppure ogni esperienza è appena un arco </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
nel quale brilla il mondo non viaggiato </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
i cui confini fanno per sbiadirsi</div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
... O per schiarirsi se ci andrò vicino. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
È tetro il riposarsi, l'esser giunti </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
se poi si arrugginisce, se lo scopo non è splendere ancora, pronto all'uso! </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Che, respirare è forse essere vivi? Godessi di più vite, ad ogni modo </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
poco, ben troppo poco mi parrebbe: e di una sola vita so disporre. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
E di una vita a me poco rimane: ma ogni ora </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
sottratta ancora a quel silenzio eterno </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
è già qualcosa, può recar sorprese: </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Quanto sarebbe vile accumularsi </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
e conservarsi - vuoto - in cambio di tre giorni </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
se ancora questo spirito ingrigito </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
anela le sorprese, e di inseguirle - come stelle cadenti sovrapposte </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
oltre il limite estremo del pensiero. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Questi è mio figlio, il mio stesso Telemaco </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
al quale lascio l'Isola e lo scettro </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
da me davvero amati - ... Saprà bene </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
adempiere i suoi incarichi - prudente e mite, per popoli rudi: </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Saprà addomesticarli al giusto e al buono. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Conosce il suo sentiero, è irreprensibile </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
nei quotidiani impegni, può riuscire </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
con guanto di velluto ai suoi uffici, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
ad esser degno di me e dei suoi avi </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
quando non ci sarò. Lui ha la sua strada adesso, e io la mia. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
La nave al porto gonfia la sua vela: </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Oscuri e malinconici e ampi mari stanno più in là. I miei marinai </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
come anime forgiate nel mio vento<span style="text-align: center;">, nei fatti e nei pensieri, </span></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
sempre con un cordiale Benvenuto </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
hanno accettato il tuono e il caldo sole - e vi hanno opposto </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
le menti e i cuori di uomini liberi. Amici, oggi noi tutti siamo vecchi. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
C'è ancora dell'onore tuttavia da soddisfare. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
La morte chiuderà anche il nostro cerchio, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
ma alla chiusura manca qualche cosa, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Qualcosa che può ancora essere fatto. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
La forza scemerà ma si può ancora </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
per noi fare la guerra anche agli Dei. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
La luce un po' più intensa viene sempre </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
da sopra i monti, ed essi sono antichi. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Il giorno è stato lungo e affievolisce: la lenta luna è alta, questo mare </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
profondo si lamenta, la sua voce </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
emerge ovunque. Avanti amici non è ancora tardi </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
per ricercare un mondo un po' più nuovo. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Voghiamo ben piantati per centrare i solchi rimbombanti delle onde. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Ad oggi il mio proposito consiste nel navigare oltre il tramonto - dove </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
le stelle occidentali fanno il bagno, fin quando morirò. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Forse gli abissi ci ripuliranno. Può darsi. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Forse faremo terra alle Isole Felici </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
e allora rivedremmo il grande Achille, come lo conoscemmo. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Sebbene molto è perso, molto rimane. E è vero </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Non siamo più oggi quella forza</div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
che una volta muoveva il cielo e la terra; </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Noi siamo ciò che siamo, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Quella stessa tempra di cuori eroici </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
dal tempo indeboliti e dal destino, </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
ma saldi ancora nella volontà </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
di lottare e cercare e trovare... E di non cedere. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<br /></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<br /></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<a href="https://freelancechristianitydotcom.files.wordpress.com/2014/05/odysseus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="320" src="https://freelancechristianitydotcom.files.wordpress.com/2014/05/odysseus.jpg" width="210" /></a></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<br /></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<br /></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
*letterale: le Iadi. Si potrebbe leggere anche "Stelle", inteso come "Destino". Qui l'interprete ha preferito intendere le Iadi quali entità personificate onde riflettere il ruolo di Disturbatrci che le creature perlopiù magiche, comunque femminili hanno assunto nelle vicende dell'Ulisse epico. </div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<br /></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
<br /></div>
<div style="font-family: sans-serif; overflow-wrap: break-word;">
Traduzione resa artisticamente secondo il gusto del titolare del blog.</div>
PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-40927241035921272632016-01-23T05:32:00.000-08:002016-01-23T05:32:11.305-08:00Dies Attesæ 2015/2016<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">Dies attesæ 2015/16 </span><br />
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<br /></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Sto guidando. Mi rendo conto che nelle ultime ore al volante ho coperto un numero di chilometri che mai avrei immaginato. Si sta facendo tardi; il sole comincia a calare sensibilmente. Schegge dorate se ne stanno sparse su un mare che non vedevo da circa tredici anni. Quando si propone alla vista per la prima volta il mar ligure è qualcosa di veramente spettacolare: si imbocca una galleria appena dopo essere usciti dalla Firenze-Pisa e, tempo un minuto e mezzo di tunnel, ci si ritrova davanti la costa. Forse è tanto bello proprio perché appare così, d'improvviso, dopo un'immersione nella montagna. Dunque cominciano i ponti: come ho potuto dimenticarli! Questi ponti che sono stati, in una certa misura, dei compagni di gioco per dieci anni. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
L'autostrada azzurra, da questo tratto in poi, è addossata alle montagne: alle montagne e alle loro rientranze, ai mille ruscelli. Ogni ruscello, ogni rientranza, è un nome. Tutti. Come ho potuto scordarmi di "Marcaccio", che facevo pesare al mio fratellino come un insulto...! Credo di averlo fatto piangere almeno una volta, grazie a Marcaccio. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
È già tardi, però. Molto più tardi di quanto temessi. Arrivo a La Spezia; i paesi della provincia genovese saranno per un'altra volta. Passo per La Spezia e mi inoltro fino alle Cinque Terre: non le ho mai viste; sono l'unico tratto di Liguria che manca totalmente all'inventario dei miei ricordi. Sono diversi mesi che ho una certa curiosità in proposito e oggi finalmente la soddisfo. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Tornare in Liguria, anche se per così poco, è un bagno non richiesto (ma scontato) nei ricordi. Antichi, ma anche recenti. La vita non è solo ciò che si è vissuto, diceva Garcia Marquez, e adesso capisco un po' di più come e quanto sia vero. Capisco il come, incredibilmente. Dentro la città, mentre passo accanto all'arsenale militare, mi assale una strana nostalgia. Tento di mandarla giù muovendomi ancora più a ovest. Il mare sta finendo di ingoiarsi il sole. C'è ancora luce: è verde. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Ricordo un'altra rifrazione molto simile a questa, solo mattutina. Ed estiva. Un caffè, un biscotto, una penna e un foglio di carta. E tante cose da dire: alcune purtroppo da tacere, da lasciare intuire. Le cose essenziali. Parole d'inchiostro comunque si depositarono dentro una busta che forse non è mai stata aperta. Di certo, non è mai stata capita.</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
D'altronde, noi siamo ciò che non diciamo, avrei finito di capire meno di un mese più tardi. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Siamo ciò che non diciamo. Le nostre attese. La capacità di tacere e di ponderare, di attendere. Di attenderci. Siamo quel "mentre" intensissimo tra ciò che desideriamo e ciò che ci succede. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Le cose non vanno quasi mai come le vorremmo: non sarebbe nemmeno giusto aspettarsi diversamente. Si sta come miracoli intempestivi in cerca di una futuribile completezza. Promesse che sperano un giorno di poter essere mantenute. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Forse è per questo che mi sono messo in viaggio, stamattina. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Per fare ciò che non ho potuto quando avrei voluto. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
Certo, solo adesso. In ritardo, ovviamente, per tutto. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
O forse, con un poco di fortuna e di fantasia, semplicemente in anticipo rispetto a una seconda occasione. </div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<br /></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0980392); color: rgba(0, 0, 0, 0.701961); font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px; text-decoration: -webkit-letterpress;">
<br /></div>
PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-74126149184022254042015-05-06T02:47:00.000-07:002015-05-06T02:47:48.751-07:00Poesie sparse... 50 - ti cherzo leare <i><br /></i>
<i>Gli zigomi spocchiosi, è una minaccia </i><br />
<i>quel suo musetto buffo, è uno sberleffo. </i><br />
<i>È un'altalena insolita, il ricordo </i><br />
<i>di un tempo spiegazzato in mezzo ai prati. </i><br />
<i>E riesce a emozionarmi, sbarazzina, </i><br />
<i>quando le sopracciglia misteriose </i><br />
<i>sollevano un commento per svanire </i><br />
<i>ad esitare un "ciao" dietro ai capelli. </i><br />
<i><br /></i>
<i>Lei, con quegli occhi, chiede solo il mare. </i><br />
<i><br /></i>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><a href="http://www.paroledelcuore.com/images/users/1796/102089.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.paroledelcuore.com/images/users/1796/102089.jpg" height="320" width="270" /></a></i></div>
<br />
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-77506775343958189752015-04-27T06:18:00.003-07:002015-04-27T23:37:37.633-07:00Progetto poetico Whydah GallyIl 26 aprile, in realtà, è una data importante anche per un altro motivo (un altro? Diciamo pure un altro paio, ma vabbé).<br />
<br />
Nella notte tra il 26 e il 27 del 1717, infatti, affondavano nei pressi di Wellfleet (Cape Cod, Massachusetts) la Sultana e la Wydah Gally, ovverosia le navi del pirata Samuel Bellamy.<br />
<br />
Ventottenne, dopo appena un anno di carriera bucaniera che lo aveva visto abbordare una cinquantina di velieri, il Principe dei pirati veniva tragicamente risucchiato dal fondale marino.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmeJdhxSFUyVoS3Nl0Ypi6RJ3hkWYQFwP_w5KEuOCTFrzGIlnBgI6H4Co1z9hOa8bdAR18StZbvz4pfFBR4o43qCfcvWX6asQP2i_YcyA-cNcVKB3-e0zt8SprIhlPxutoAS6He00K0jel/s1600/WhydahWreck.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmeJdhxSFUyVoS3Nl0Ypi6RJ3hkWYQFwP_w5KEuOCTFrzGIlnBgI6H4Co1z9hOa8bdAR18StZbvz4pfFBR4o43qCfcvWX6asQP2i_YcyA-cNcVKB3-e0zt8SprIhlPxutoAS6He00K0jel/s1600/WhydahWreck.jpg" height="320" width="318" /></a>Per Black Sam, la Wydah Gally era stata molto più di una conquista: era un punto di arrivo definitivo, una nuova possibilità di vita. Il nostro, secondo le cronache, si diede alla filibusta essenzialmente per amore: aveva una ragazza da sposare e necessitava di denaro. Semplice semplice. <br />
<br />
La Wydah era un galeone spagnolo che seguiva la rotta degli schiavi e che aveva giusto caricato un ingentissimo quantitativo di oro e preziosi. Bellamy, insieme alla sua ciurma (composta perlopiù di schiavi liberati) otteneva così, inaspettatamente, l'occasione di smettere anzitempo con la pirateria e di ritirarsi a vita privata.<br />
<br />
Il destino non gli fu amico, come ben sappiamo.<br />
Ma l'immaginario comune ha scolpito, dentro di sé, un bel ritratto del Pirata gentile, anche a causa della sua disgrazia. Pare infatti che Bellamy non facesse mai più male del necessario alle sue vittime e che, anzi, talvolta gli equipaggi abbordati fossero felici di unirsi a lui.<br />
Aveva l'abitudine di fare un "giro di prova" sulle imbarcazioni catturate e, qualora non le ritenesse migliori della sua, consentiva ai proprietari (depredati sì, ma incolumi) di proseguire lungo la propria rotta. In caso contrario effettuava uno scambio, tra la nave conquistata e la sua.<br />
<br />
La cosa, a livello ideale, mi fa impazzire: la Wydah era una nave di schiavisti. Gli schiavi l'hanno catturata, vedendo in essa il miraggio di una vita che gli era stata negata. Di un nuovo inizio.<br />
<br />
Con questa prospettiva dunque, di nuovi inizi e sogni finora negati, si è aperto da ieri il nuovo progetto poetico <i>Wydah Gally</i>. Significa, banalmente, che abbiamo il titolo per il prossimo libricino di poesie che regalerò in giro. Che abbiamo un contenitore per tutto ciò che ha seguito le ultime Roses in the rain, da settembre 2013 a oggi... e seguire.<br />
<br />
Amici grafici avvisati, mezzi salvati.<br />
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-64974491249945666102015-04-22T06:26:00.000-07:002015-04-22T06:26:05.638-07:00Poesie sparse... 49 - Le palpebre che calano sul mondoQuesta purtroppo ha un anno. Dolorosamente.<br />
<i><br /></i>
<i>Mamma richiude gli occhi - è un po' più stanca </i><br />
<i>e nulla la farà più stare bene. </i><br />
<i>I giorni si assomigliano - sfumati </i><br />
<i>tutti i contorni non c'è un dopo o un prima </i><br />
<i>ma soprattutto adesso non c'è un dopo. </i><br />
<i>Mamma ha richiuso gli occhi e io ho paura </i><br />
<i>che questa volta possa non riaprirli. </i><br />
<i>Si perderà i nipoti la mia laurea </i><br />
<i>l'esito dei concorsi la pensione </i><br />
<i>il mutuo meritato infine estinto. </i><br />
<i>Non li aprirà mai più sul Nicaragua </i><br />
<i>o sulle chiavi che papà si scorda. </i><br />
<i>Non rivedrà le luci di Natale </i><br />
<i>o il sole che si suda a ferragosto. </i><br />
<i>Non piangerà alla prossima parata </i><br />
<i>né per il primo fiore a primavera. </i><br />
<i>Mamma riapre gli occhi e un lumicino </i><br />
<i>già punta sfilacciato al suo domani. </i><br />
<i>Mamma sospiro affranto mi perdona </i><br />
<i>e mi ringrazia e mi si raccomanda </i><br />
<i>di non tornare tardi. Mamma lotta </i><br />
<i>sconfitta il tempo a battiti roventi </i><br />
<i>sotto una pelle gialla che era sua. </i><br />
<i>Per ora è solo sonno - ora mi volto </i><br />
<i>verso l'abisso e sono pure mie </i><br />
<i>mentre mi aggrappo matto a ogni momento </i><br />
<i>le palpebre che calano sul mondo. </i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQcISJgvpewil0XGj5oZivhvCpdyN9GIPHbcZeKh39HJefolsGYMZxshetQvqrfGAPc522TkSkfToeN6IRlusARMZEaSxDqWnbt_vrXfpCu-FZgesrtozYv3fEfwvdqg6kA25WVVswtbZg/s1600/IMG_3917.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQcISJgvpewil0XGj5oZivhvCpdyN9GIPHbcZeKh39HJefolsGYMZxshetQvqrfGAPc522TkSkfToeN6IRlusARMZEaSxDqWnbt_vrXfpCu-FZgesrtozYv3fEfwvdqg6kA25WVVswtbZg/s1600/IMG_3917.JPG" height="320" width="240" /></a></div>
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-7519690188911823652015-04-16T16:31:00.004-07:002016-02-27T05:22:05.069-08:00Mandorlato alla Garcia Marquez - racconto dialogatoA un anno dalla scomparsa di Gabo, il caso ha voluto che mi trovassi a scribacchiare questo raccontino. Centonistico ovviamente, come gli altri della serie cui appartiene.<br />
Non ho la pretesa di credere, né di far credere ad alcuno, che abbia saputo rendere un po' di onore all'anima o all'intelligenza di Garcia Marquez, uomo o scrittore che si voglia.<br />
In realtà non c'è nemmeno bisogno di tutto ciò. Perché questo qui, quello che appare, il vecchio che è passato da queste parti, è il mio Garcia Marquez. Gabriel Garcia Marquez come io, personalmente, l'ho conosciuto e reinventato dalle pagine di lui che ho avuto modo di leggere. Quindi parla a me. E di me, in una certa misura. E se qualcuno non è d'accordo, può benissimo starsene in silenzio e cambiare pagina.<br />
<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/49/Gabriel_Garcia_Marquez_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/49/Gabriel_Garcia_Marquez_2.jpg" height="320" width="235" /></a>Perché, a voler vedere, nemmeno si chiama Garcia Marquez, questo personaggio qua... <br />
<br />
<div style="text-align: right;">
17.IV.2015 </div>
<div style="text-align: right;">
h 01.21 a.m. </div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
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<br /></div>
<br /><div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Un bravo scrittore si riconosce da quanto butta nel cestino della
carta. </i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://i.kinja-img.com/gawker-media/image/upload/s--alWvv4vC--/u3qlbzrdhuddmspkuz23.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i.kinja-img.com/gawker-media/image/upload/s--alWvv4vC--/u3qlbzrdhuddmspkuz23.jpg" height="360" width="640" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i></div>
PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-56227308415115354532015-04-09T13:07:00.003-07:002015-04-11T15:24:51.594-07:00Poesie sparse... 48 - L'ultimo Boy Scout<br />
<i>Resta la dignità, pronta all'esilio: </i><br />
<i>Il mondo è un po' più giungla e chi comanda </i><br />
<i>sono serpenti iene e alligatori. </i><br />
<i>Leoni sonnacchiosi, tutto intorno </i><br />
<i>ci si è fatto il deserto e nella sabbia </i><br />
<i>stiamo col muso all'ombra di chi fummo. </i><br />
<i><br /></i>
<i>Non corrono gli gnu né le gazzelle </i><br />
<i>Non è rimasto un osso od un miraggio </i><br />
<i>a stimolare imprese. C'è la fame: </i><br />
<i>il solo bieco istinto deteriore. </i><br />
<i>La mia savana brucia, in ogni sterpo </i><br />
<i>la verità è sottesa solo al fuoco. </i><br />
<br />
<i>Tra le macerie sono un re di braci. </i><br />
<i>Nella sconfitta resto un re che tace.</i><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://c300221.r21.cf1.rackcdn.com/sir-edwin-henry-landseer-study-of-a-lion-1862-1342424274_org.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://c300221.r21.cf1.rackcdn.com/sir-edwin-henry-landseer-study-of-a-lion-1862-1342424274_org.jpg" height="261" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
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<br />
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<br />
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<br />
<br />
Roba vecchia, in realtà.<br />
Il titolo (e solo il titolo) è un omaggio al mitologico Bruce Willis e al ruolo che ha interpretato nel 1991.<br />
Da quella pellicola si può, semplicemente, trattenere il facile concetto di: <br />
Boy Scout = Persona Onesta.<br />
<a href="http://pad.mymovies.it/filmclub/2006/12/152/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://pad.mymovies.it/filmclub/2006/12/152/locandina.jpg" height="320" width="227" /></a>Ogni altro riferimento, al Movimento Scout, o alla figura del Boy Scout, o a scouts realmente esistenti, è molto al di là di quelle che sono le reali intenzioni dell'autore.<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;">[Precisazione necessaria per contingenze biografiche]</span><br />
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-88765300535815427112015-03-21T14:17:00.000-07:002015-03-21T14:31:02.738-07:00Poesie sparse... 47 - DrowningUn pensierino proveniente dal tardo autunno e poi sviluppato in pieno inverno per il primo giorno di primavera. Aspettando l'estate che ci ritroverà.<br />
<br />
<br />
<br />
<i>Tra i faggi e le fagacee nel tuo verde </i><br />
<i>si è definito un alito, vagito </i><br />
<i>d'amore appena giunto, all'improvviso. </i><br />
<i>Lo scopro solo e tu mi scheggi il cielo </i><br />
<i>di luce e d'altre nuvole a infusione. </i><br />
<i>E questo giovedì si fa ragazza </i><br />
<i>ragazza e nuvoloso - a suggerire </i><br />
<i>il vento da non farti più dormire.</i><br />
<br />
<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/iS_WTDYU8Qw" width="560"></iframe>
<br />
Vale come mio contributo alla Giornata Mondiale della Poesia, visto che il pay-with-poem al bar non ha funzionato.PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-8540137458138621862015-03-12T07:09:00.001-07:002016-02-27T05:22:26.530-08:00La notte sarà dura, mr. Frost - racconto dialogato<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/20/4a/de/204ade5f10928785459ca9601c8c82ac.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/20/4a/de/204ade5f10928785459ca9601c8c82ac.jpg" width="291" /></a></div>
<span style="font-size: large;">- It will be a Frost night, Robert - </span> <br />
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">racconto dialogato</span> </div>
<br />
<br />
<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div>
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<span data-reactid=".1.1"></span>PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-39959737905706793702015-02-23T01:08:00.000-08:002016-02-27T05:22:52.998-08:00Caffettino con De Andrè - racconto breve<a href="http://static.velvetmusic.it/wp-content/uploads/2014/02/De_Andre_creuza_de_ma.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://static.velvetmusic.it/wp-content/uploads/2014/02/De_Andre_creuza_de_ma.jpg" height="146" width="320" /></a> Questo racconto è dedicato a Bea, meravigliosa ragazza degli anni '70 che, regalandomi tanti anni fa <b><i>La buona novella</i></b> e <b><i>Non al denaro, non all'amore, né al cielo</i></b>, mi ha fatto conoscere Fabrizio. Ed Edgar Lee Masters, cui pure devo tantissimo se mi sono sbloccato come scrittore.<br />
<br />
<i>Ma lo stesso sorriso, lo stesso colore, dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore?</i><br />
<br />
A Bea e a Jones il suonatore, dunque, <i>voi che uscite all'amore che cedete all'aprile</i>... Ovunque siate.<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<br />
<br />
<br />
<br />"A un tratto l'amore scoppierà dappertutto"<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.giornalettismo.com/wp-content/uploads/2013/09/fabrizio-de-andr%C3%A9-padania-leghista.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.giornalettismo.com/wp-content/uploads/2013/09/fabrizio-de-andr%C3%A9-padania-leghista.jpg" height="312" width="320" /></a></div>
<br />
<br />PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4990839666416666748.post-54333174520197919062015-02-03T05:19:00.002-08:002015-04-15T04:01:48.543-07:00Monografie dallo schermo #21 Severus Piton from Harry Potter<br />
Ho il naso adunco, lunghi capelli neri impiastricciati e le movenze di un sinistro pipistrello. A questo potete aggiungere che mi vesto sempre con lunghi completi scuri da stregone e che sul mio braccio sinistro pulsa ancora, tatuato, il lugubre simbolo dei Mangiamorte.<br />
La mia vita è stata una menzogna, ma una menzogna senza dubbio più onorevole e più audace di millemila altre verità. Silente, che è l'unico a conoscere i fatti per intero, mi reputa un uomo coraggioso e probabilmente sono il più coraggioso tra tutti gli appartenenti all'Ordine della Fenice. Perché c'è un coraggio che trascende ogni cosa e che non consiste nel rischiare ogni giorno la propria pelle, né nel fare il doppiogioco al cospetto del più potente mago oscuro legilimens di tutti i tempi, e neppure nel fidarsi ciecamente di qualcuno senza conoscere la vera natura dei suoi stessi disegni.<br />
<a href="http://images2.fanpop.com/images/photos/7900000/Severus-Snape-Wallpaper-severus-snape-7998898-1440-900.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://images2.fanpop.com/images/photos/7900000/Severus-Snape-Wallpaper-severus-snape-7998898-1440-900.jpg" height="250" width="400" /></a><br />
No: il mio coraggio è stato nel nascondere a tutti la parte migliore di me è nell'aver continuato ad amare, anche dopo morta, sempre la stessa donna, al punto di dedicarmi alla costante, dissimulata, protezione del suo unico, sopravvissuto, figlio.<br />
Perché Harry Potter è il figlio della donna che ancora amo, sì, ma pure dell'uomo che più ho odiato.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
Alan Rickman performing</div>
<div style="text-align: right;">
<b> Severus Piton</b>; </div>
<div style="text-align: right;">
Harry Potter (2001 - 2011)</div>
PiXhttp://www.blogger.com/profile/14312942260089151974noreply@blogger.com5