domenica 8 giugno 2008

Radiofreccia - Buchi


Un breve spunto di riflessione tratto da Radiofreccia, il capolavoro di Ligabue come regista.
Da quando siamo nati, anzi, da prima che nascessimo, la nostra vita è piena di buchi. Spiego subito questa frase con l'epigramma di un giovane poeta di mia conoscenza, Alessandro Riccioni:
E scusami se rido anche del sesso
ma trovo alquanto ironico tappare
il vuoto della vita con un buco

I buchi ci condizionano, di qualsiasi tipo essi siano. Mi scuso per la volgarità, ma voglio credere che quei miei pochissimi lettori siano elastici, e che possano quindi capire cosa intendo.
C'è per forza un qualcosa che manca, un anello, se non mancante, rotto in tutti noi; altrimenti il problema non si porrebbe nemmeno, e non ci sarebbero tanti coglioni come me in giro per la rete (ma non solo) a farcisi sopra le proprie seghe mentali.
Sopratutto non ci sarebbero molti degli episodi tristi che l'informazione ci propina tutti i giorni, nè così tanti giovani dipendenti dalle sostanze stupefacenti.
Perchè il vero buco non è quello che ha lasciato l'ago (ma dire eroina, almeno per me, è la stessa cosa di dire coca, spinello, sigaretta, ecc.. perchè la causa prima resta sempre una) quanto quello che, come nel video che avrete appena visto, ci fa dire invece "perchè no?".
Ma come, e sopratutto cosa tappa questo spirito dell'esistenza?
A modo mio, credo che la sua sempre più diffusa presenza/assenza sia dovuta anche al progredire delle moderne tecnologie. Non è un'affermazione che spiegherò facilmente: è la continua circoscrizione del mondo su se stessa, e l'avvento sempre più forte di un nuovo tipo di individuo solo, causato anche dalla sempre più forte "società delle cuffiette".
E', insomma, la semplice assenza di legami veri, di amore?
Non ho la fede per affermare coscienziosamente una cosa simile. Quel qualcosa ognuno tenta di tapparlo come preferisce, con hobby e sfoghi vari; ma chiuderlo completamente è impossibile. Il fumo e le droghe, a modo loro, funzionano: l'effetto dovuto al trasecolamento è talmente forte che, anche solo per un attimo, si ha l'impressione di non vedere più quel buco, come se in mezzo a lui e ai nostri occhi ci fosse una nera nebbia londinese. Funziona. Ma non è che una mera impressione, nulla più. Un'effimeratezza, che però impedendo di pensare, fa quantomeno sentire più allegri. Il non poter pensare corrisponde al non poter vedere, ma non saranno certo queste cazzate a riempire una mancanza così grande....

E su queste divagazioni del cazzo si chiude, non sapendo come concludere, questo post. 

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