giovedì 1 gennaio 2009

Capodanno triste nel ricordo...

Oggi non festeggio più di tanto. Aldilà della sbornia di ieri sera, è tutto il giorno che ho le cuffie nelle orecchie, ascoltando le melodie di un grandissimo artista che mi ha fatto conoscere anni fa Barzo.
1 Gennaio 1997: la musica italiana ha perso Ivan Graziani. Inutile stare a scrivere frasi formali e preconfezionate tipo "è stata una grande perdita per la cultura" oppure "mancheranno a tutti le sue canzoni". Infatti Ivan Grazianti non era molto conosciuto e non è mai arrivato al grande successo. Io amo molto e seguo la musica italiana e se avessi il talento per diventare un cantante vorrei essere come lui. Lo apprezzo più di molti altri perché più di molti altri era se stesso e cantava quello che gli pareva.

Non mi ricordo di Ivan Graziani, perchè l'anno della sua morte avevo sì e no cinque anni... Mi sono dovuto accontentare dei live che offre youtube. Questi poveri "assaggi" mi hanno dato un'idea del suo inconfondibile stile anche sul palco, dove il grande chitarrista diventava un vero e proprio animale da palcoscenico.

Ivan Graziani era una di quelle persone testarde e bizzarre che si era fatto conoscere all’inizio come suonatore di chitarra. Aveva suonato anche per Lucio Battisti. Aveva iniziato a cantare in un complesso beat, l’Anonima Sound, di cui difficilmente potrò ascoltare un giorno qualche canzone. Nel 1974 il suo primo disco non era stato neppure distribuito. Poi per la Numero Uno di Mogol ha pubblicato, dal 1976 al 1983 nove dischi, probabilmente i più belli. Ma anche dopo aver cambiato due volte casa discografica lo stile delle sue canzoni era sempre lo stesso.

Purtroppo la legge del mercato costringe molti cantanti a rinnovare il loro stile e spesso con risultati che mi deludono amaramente. Sempre meglio di quelli che un proprio stile non l’hanno mai avuto: è la musica da supermercato, come la chiamo io, ed è quella che senza avere il minimo contenuto artistico alla fine vende di più.

Ecco Ivan Graziani era l’esatto contrario: vendere gli era importato sempre poco. Così le sue canzoni famose o meno sono tutte delle piccole storie che lui ha vissuto o ha immaginato di vivere. E` bello ascoltarle immaginandosi lo svolgersi della scena come in un fumetto che stai sfogliando. Ivan Graziani racconta tutte queste piccole avventure senza voler giungere ad una conclusione: si limita a narrare. Forse anche per questo non è stato apprezzato: la gente viene più facilmente colpita da una canzone senza contenuto ma che dice "l’amore è bello" piuttosto che dalla storia di una spogliarellista che lui incontra su un treno, di un ragazzo che si fa rubare la moto da una sventola, o di lui ragazzino che ha un'amante molto più grande. Forse l’ho apprezzato tanto perché mi è sempre piaciuto ascoltare la gente.

Il mercato oltre alle canzoncine esige persone con una ben precisa identità. Ivan Graziani alternava storie violente in chiave rock a canzoni d’amore melodiche. Per questo è stato sempre considerato contraddittorio, non abbastanza trasgressivo. Perché credeva in ciò che faceva, amava esprimersi liberamente. Sono tanti quelli partiti con queste intenzioni che poi non hanno resistito al facile successo: basti pensare ad Alberto Camerini. Alberto Fortis era così poi si è perso per strada. Claudio Lolli è durato poco. Eugenio Finardi ha ceduto ma si è risollevato. Un altro esempio potrebbe essere anche lo stesso Antonello Venditti, con cui Ivan Graziani aveva lavorato, stringendo amicizia. Coloro che hanno avuto la fortuna di assistere al lavoro che ha preceduto l'album di Antonello, "Ullallà" (nel quale Ivan suonava la chitarra), ricordano benissimo le profonde differenze tra i due: Sicuro di se e deciso ad arrivare uno, senza nessuna aspettativa nè voglia di comparire l'altro.
Le canzoni che vi posto qui di seguito sono, almeno per me, molto significative: "Maledette Malelingue" era in qualche modo dedicata al tipo di critici e di discografici che non lo apprezzavano, sicuramente a un tipo di persone che LUI non apprezzava.
Gran Sasso è invece una splendida descrizione che mi riporta al mio più bel campo esploratori, alle pendici, appunto, del massiccio d'abruzzo.

"...Ma che cosa ho fatto, ma perché non ho capito?! ..Quel fiore triste ormai io l’ho perduto. Volta la testa, io ti incontrerò forse in questa città se ti riconoscerò... apri le braccia ed io guarirò da questi stupidi affanni, dai miei malanni... Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle le lacrime che asciughi son sempre quelle Grande Sasso, conserva il tuo mistero e ogni sogno fatto lo vivrò davvero..."

1 commento:

la S-Fusa di natura ha detto...

"...Ma che cosa ho fatto, ma perché non ho capito?! ..Quel fiore triste ormai io l’ho perduto. Volta la testa, io ti incontrerò forse in questa città se ti riconoscerò... apri le braccia ed io guarirò da questi stupidi affanni, dai miei malanni... Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle le lacrime che asciughi son sempre quelle Grande Sasso, conserva il tuo mistero e ogni sogno fatto lo vivrò davvero..."

oi pix!!
vedrai che c'è la farai a farti valere per qll che sei...
non ti conosco per niente...anche xke non ci siamo mai visti...
viviamo in die mondi diversi...
però pix...sei un grande...!!
veramente...soprattutto per come porti le tue idee e i tuoi ideali...siamo ragazzi o mejo adolescenti...normale che a volte il cuore si spezza...ma te non perdere ancora le speranze...così...senza averci mai provato veramente...fallo pix...non rimanere nel dubbio...forse mi dirà di si forse no...il forse non ti porterà da nessuna parte...fallo pix!!
vero vero che le parole sono semplici da dire...è vero anche questo...ma sono i fatti che contano...TROVA QUEL CORAGGIO...!!

ciaoooooooo!!!
bacio!