Ora vedo tutto più chiaro. Cose che prima non capivo, altre che invece non volevo proprio capire... altre ancora che, nonostante tutto, mi ostinerò sempre e comunque a non comprendere.
lunedì 20 luglio 2009
Truppe Cammellate... senza Camel
Ora vedo tutto più chiaro. Cose che prima non capivo, altre che invece non volevo proprio capire... altre ancora che, nonostante tutto, mi ostinerò sempre e comunque a non comprendere.
domenica 12 luglio 2009
L'amore... lontano dagli scacchi!
Le donne che aveva avuto se le ricordava tutte (…) ma ancora di più, e con una precisione
assoluta, si ricordava di tutte quelle che avrebbe voluto baciare e non aveva baciato. Per un errore di calcolo, un contrattempo banale o, al contrario, per aver condotto un gioco eccellente, ma incapace di affrancarsi da uno stato di continua vigilanza e controllo. L’amore vuole mosse sbagliate, il coraggio di precipitare le sorti, di distruggere e proprie difese, di esporsi al gioco altrui e all’altrui decisione, ma a lui questo era del tutto restio. Per natura. Rammentava ciascuna di quelle storie incompiute: un incontro fortuito in libreria, la passeggiata pomeridiana in un parco, una cucina dalla luce gialla… circostanze in cui non gli era mai riuscito di rompere l’equilibrio della conversazione. Perché? Perché non aveva sacrificato nemmeno un pedone pur di innescare una qualsiasi conseguenza? Per quale assurdo ritegno? (…) Con le donne gli accadeva l’opposto di quello che praticava negli scacchi. Era magistrale nelle aperture, brillante nella fase di mezzo, ma assolutamente debole nel finale. Per fortuna nella maggior parte dei casi ci pensavano loro a toglierlo d’impaccio. La verità era che la vita rappresentava per lui una pausa dalle fatiche del gioco e preferiva che qualcun altro conducesse le danze e provocasse la catena degli avvenimenti che portano sino a una stanza d’albergo o al divano di una casa borghese. Non capiva che proprio così subiva gli unici scacchi della sua carriera. Alle tante donne che, al suo posto, sapevano prendere l’iniziativa, portava un profondo senso di gratitudine, ma niente di più, dopo il loro passaggio; le altre, invece, continuavano a tornargli in sogno, come una prova della sua insufficienza, e ci pensava così tanto che ogni volta stava per innamorarsene.
In fondo, quello che lo interessava davvero era elaborare una nuova maniera di sedurre. La sera, a cena, bastava che osservasse gli altri tavoli e avrebbe potuto recitare a memoria le battute di ciascuno. Era sempre la stessa commedia. Detestava appartenere al genere maschile, alla vigliaccheria che sempre, prima o poi, gli uomini finiscono per dimostrare nei rapporti amorosi. Lo animava una sorte di inconfessabile ideale cavalleresco. Aspirava allo stesso coraggio e alla stessa fantasia con i quali si batteva su ogni scacchiera. Come per il movimento della regina, provava un’infinita curiosità per quello di ogni donna che incontrava, e quasi un sentimento di giustizia, una voglia, un bisogno, di omaggiarla con una riverenza cristallina. E un risarcimento di sguardi e di parole autentiche. Come se l’amore potesse essere una solidarietà degli occhi prima che delle mani.
Di regola, cercava di attenersi a un’eleganza impeccabile, ma nascosta. Entrava in scena in punta di piedi. Ma la sua stessa silenziosa presenza creava nell’aria una tensione insolita. Evitava di acquistare meriti con le persone con cui parlava. Nuotava nel silenzio e nella gentilezza. Ma era vanitoso. E la sua fama lo aiutava. Gli cuciva addosso la maschera di un uomo geniale e di inconsueta sensibilità. In qualche caso, nei suoi giorni migliori, Capablanca sapeva strapparsela e con questo sacrificio, in un gioco di spericolato illusionismo, incantava la compagna del momento fino a lasciarle riconoscere nel suo il volto di un bambino
giovedì 2 luglio 2009
GoodBye, Top-Gun!
“ Ci vuole un po’ per abituarsi a questa idea. Ci sono momenti nella vita in cui bisogna saper scegliere e avere la forza di smettere quando dispiace ancora a qualcuno. Con questa Società c’è un rapporto vero e voglio ringraziarli di questa possibilità di lavorare nel settore giovanile, una nuova avventura in cui mi butto con entusiasmo.” Questa è stata la dichiarazione di Vincenzo Montella nell'intervista concessa ieri a RomaChannel.
L'areoplanino dopo una carriera straordinaria e tanti anni meravigliosi in giallorosso, lascia il calcio giocato, rimanendo comunque nella famiglia giallorossa in veste di allenatore per una squadra giovanile. (www.asroma.it)
L' 'aeroplanino' non volerà più dopo un gol d'autore. Vincenzo Montella ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo per cimentarsi nella carriera di allenatore. L'ultimo insieme a Totti dei reduci dello scudetto giallorosso dell'era Sensi lascerà la squadra di Spalletti, ma non Trigoria dove dovrebbe prendere la guida di una formazione delle giovanili della Roma. L'ex attaccante di Empoli e Sampdoria non é partito quindi per il ritiro dei giallorossi che oggi, primi tra tutti in Serie A, cominciano la stagione 2009-2010. Top Gun lascia al calcio italiano il ricordo di tutti i suoi gol (141 in 'A' di cui 83 con la Roma), molti dei quali realizzati in acrobazia e di straordinaria bellezza. Resterà nella storia del club capitolino e dei tifosi affezionati a lui per i tanti gol e in particolare per il poker calato alla Lazio nel derby vinto 5-1 l'11 marzo del 2002. Nel giorno in cui comincia la preparazione della Roma, Montella decide di dire basta con il calcio giocato e di provare a rientrare in campo passando per la panchina. (www.ansa.it)
Ci vuole davvero un po' per abituarsi a questa idea... Non era solo l'ultimo reduce dello scudetto 2001, era qualcosa di più. Ma non so dirvi cosa. Peccato non sia stato sfruttato molto negli ultimi anni, perchè aveva ancora grandi doti.
Sicuramente era il mio giocatore preferito, ragion per cui il video del suo mitologico "poker" nel derby con la Lazzie è d'obbligo.
Ciao areoplanino, ora insegna ad altri a volare come te!