Passo incalzante, quasi napoletano; mascella volitiva e sguardo da bullo colto a sognare nell'orizzonte: Ponchia.
Un accenno di stempiatura, un naso appariscente da insicuro e un figurino esile: è Paolino.
Capelli ricci e occhiali rotondi, con montatura tardi anni '80 a nascondere occhi da buono: Marco.
Canottiera di lana da sotto una camicia a scacchi, scarpe da lavoro, barba e capelli in disordine, ma dal taglio giusto: l'uomo che viene dalla montagna è Cedro.
Prima che la vita ci separasse abbiamo trascorso insieme la giovinezza e le prime occupazioni di un matto '68. Oggi, a testimoniare tutto quel periodo è rimasta solo una fotografia, la stessa di centinaia altre comitive, che ognuno di noi ha custodito gelosamente: dentro a quel riquadro le nostre fronti non si sono ancora imperlate di rughe, né di sudore, e stiamo per giocare a calcetto.
... è rimasta solo quell'immagine.
Unita alla certezza che tutti i cammelli del deserto non bastano a comprare un amico e che, a dispetto delle cicatrici, il tempo è in grado di riunire i suoi lembi lacerati persino in mezzo al deserto di Marrakech, davanti a una trivella per pozzi di modeste dimensioni.
Diego Abatantuono, Giuseppe Cederna,Fabrizio Bentivoglio, Gigio Alberti
performing
Ponchia, Paolino, Marco, Cedro;
Marrakech Express (1989)
2 commenti:
come questo calo di vena narrativa nei confronti di una più speculativa?
vomito supremo
... semplicemente è una delle pellicole italiane che mi piacciono di più. Non potevo lasciarla fuori, non potevo far emergere un personaggio a scapito degli altri... ma, soprattutto, quando l'ho scritta mi trovavo stranamente al bar ed ero pregno di pigrizia. ;-)
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