Da bambino avevo come l'impressione che i granelli delle sabbie di Tatooine mi parlassero. E io seguivo le loro indicazioni, tradotte perlopiù sotto forma di istinti, le volte che il mio padrone toydoriano mi obbligava a correre sul suo sguscio per le pericolose piste delle gare organizzate dagli Hutt.
Ero l'unico essere umano in grado di guidare quelle schegge e, forse proprio per questo motivo, dicevano che sarei diventato il miglior pilota della galassia. Poi, avvolto in un poncho kaki, è arrivato a liberarmi un uomo alto e io ho capito immediatamente che fosse un cavaliere Jedi.
Ma non ho abbandonato mia madre unicamente per seguire le orme di quel saggio maestro. No. La verità è che mi sono innamorato di un angelo, una creatura di cui avevo solo confusamente sentito parlare da alcuni mercanti di passaggio: li descrivevano come gli esseri più belli dell'universo... Ecco, direi che è stato più che altro per lei, per seguirla, che sono diventato anche io uno Jedi.
Sono nato senza padre: i maestri del consiglio erano convinti che fossi stato concepito dalla Forza stessa e su di me ha sempre aleggiato una pericolosa, indecifrabile profezia che mi ha portato a dimenticare il mio nome, a distruggere tutto ciò che ho amato e, infine, a trovare la redenzione nel volto sofferente di mio figlio.
Anakin Skywalker/Darth Vader; Star Wars (1977 - 2005)
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