venerdì 24 dicembre 2010
Il Natale secondo Constantine
domenica 12 dicembre 2010
Voglia di una donna e di una birra (Canzoni che mi uccidono - Walter il mago -)
L'umidità è pazzesca, la strada tappezzata di foglie che la pioggia ha appiccicato all'asfalto, il sole è sorto da mezz'ora scarsa. Sono le 7 e 35 e ho voglia di una birra. Prendo l'autobus che, da sei anni a questa parte, mi fa arrivare a scuola con quel minimo di anticipo tale che riesco a fumarmi una sigaretta prima di entrare, la terza del giorno.
mercoledì 8 dicembre 2010
Il Campo Magnetico (e la radiestesia)
I chakra sono vortici metafisici di energia che derivano dall'antico sistema indiano di cura, il quale li posiziona in sette centri principali lungo il corpo, di cui controllano il flusso di energie invisibili. Essi simboleggiano il collegamento tra la sfera fisica e quella spirituale e coincidono con il sistema endocrino del corpo. Quando sono in equilibrio, tutti e sette i chakra maggiori aiutano una parte specifica del corpo a funzionare perfettamente. Quando sono sbilanciati, non funzionano correttamente o sono "bloccati", possono essere causa di numerosi problemi mentali, emotivi e fisiologici.
La parola chakra deriva dal sanscrito e significa ruota, oppure disco.
Questi moderatori di energia rarefatta vengono tradizionalmente rappresentati da fiori di loto, ciascuno dei quali risuona su diverse frequenze, in corrispondenza dei colori dell'arcobaleno. Benché si ritenga che il sistema energetico umano sia basato su molti chakra, e sebbene se ne "scoprano" continuamente di nuovi, il sistema indù tradizionale ne individua sette maggiori.
I sette chakra principali hanno un'ubicazione, rispetto al corpo fisico, che corrisponde ai principali centri nervosi in quella determinata regione del corpo stesso e sono posti lungo la colonna vertebrale; nascono dall'incrocio di un maggior numero di canali rispetto ai 21 chakra secondari.
Ciascuno dei chakra maggiori sul davanti del corpo è accoppiato alla sua controparte sul dietro del corpo; essi sono considerati l'aspetto anteriore e quello posteriore di un unico chakra.
Il chakra n. 1 ed il chakra n. 7 non sono considerati come una coppia, in quanto costituiscono le estremità aperte della corrente energetica verticale e principale che scorre su e giù nella colonna vertebrale, cioè nella regione verso la quale sono rivolti tutti i vertici dei chakra.
Il vertice del chakra, laddove si connette con la corrente energetica principale, si chiama radice o cuore.
Il CHAKRA DI BASE (primo), in sanscrito, si chiama MULADHARA, che significa radice o supporto; il suo colore è rosso o nero e riguarda i bisogni fisici e la sopravvivenza umana.
Il CHAKRA SACRALE (secondo) è SVADHISTHANA, che significa dolcezza; il suo colore è arancione. E' posizionato vicino agli organi femminili della riproduzione ed è associato al nutrimento, alla recettività ed alle emozioni. E' il chakra della sessualità.
Il CHAKRA DEL PLESSO SOLARE (terzo) è MANIPURA, ossia gemma splendente; il suo colore è giallo come il sole. Il cambiamento ed i movimenti relativi a questo chakra implicano la trasformazione dell'IO in un essere dotato di potenza ed autodeterminazione, ma non ha niente a che vedere con l'aggressione o con il controllo degli altri. Lavorare su questo chakra serve per superare le differenze e raggiungere uno stato di interezza e di equilibrio.
Il CHAKRA DEL CUORE (quarto) è ANAHATA, che significa suono fatto senza che due cose si colpiscano; è di colore verde/rosa e permette la coesistenza di corpo e spirito, Presiede al perdono e alla comprensione, ad un amore incondizionato attraverso il quale accettiamo gli altri e, prima di tutto, noi stessi.
Il CHAKRA DELLA GOLA (quinto) è VISHUDDHA, cioè purificazione; il suo colore è blu ed è collegato all'espressione personale combinata alla responsabilità. E' il chakra della comunicazione.
Il CHAKRA DEL TERZO OCCHIO (sesto) è AJNA, che significa percepire, sapere, controllare; il suo colore è l'indaco ed è il chakra del terzo occhio. Esso ci dona la capacità di intuire cose di cui non vi è concreta evidenza.
Il CHAKRA DELLA CORONA (settimo) è SAHASRARA, ovvero moltiplicato per mille; il suo colore varia dal viola al bianco ed è il chakra dell'illuminazione, della realizzazione di sé, del compimento e dell'Essere Divino. E' modulato sul più elevato stato di coscienza.
Questi chakra hanno la funzione di collegarci con le energie vitali e di trasmetterli ai vari livelli dell'essere.
L'energia non ha solamente una azione vitalizzante, ma anche una funzione informativa. Ogni chakra è in grado di assorbire un certo tipo di frequenza energetica che corrisponde all'informazione necessaria per il buon funzionamento di quel chakra specifico. In proporzione alla maggiore e minore capacità di metabolizzare una certa qualità energetica i chakra risulteranno più o meno aperti.
Quando un chakra non è ben aperto, può causare carenze energetiche all'area corrispondente. Queste, col tempo, possono determinare problemi di ordine fisico, emotivo e psichico, oltre a squilibrare tutto il sistema dei chakra, i quali non possono essere considerati separati gli uni dagli altri.
I cinque chakra centrali, sono doppi e presentano un aspetto frontale (centri emotivi collegati ai sentimenti) ed uno dorsale (centri della volontà). Il primo ed il settimo sono singoli: il primo (rivolto verso il basso) ed il settimo (rivolto verso l'alto), risultano monoversi ed adempiono alla funzione di collegarci alla terra (materia) ed al cielo (consapevolezza).
Ogni chakra è associato alla propria aura. L'energia metabolizzata dai chakra, infatti, entra con le proprie informazioni direttamente nelle aure e raggiunge livelli di coscienza e consapevolezza sempre più profondi, man mano che vengono interessate le aure più "spirituali".
Così le idee astratte, per concretizzarsi, devono scendere verso il basso e gli avvenimenti percepiti, attraverso i sensi, devono salire verso l'alto per essere compresi.
Pertanto un individuo che abbia i centri superiori aperti potrà avere delle ottime idee, ma se i centri più bassi non funzionano, non sarà in grado di realizzarle. E viceversa, un individuo con i centri inferiori molto attivi, potrà avere migliaia di esperienze, ma se queste non vengono filtrate dai centri superiori, non gli saranno di alcun aiuto in termini di comprensione.
É perciò importante che i chakra siano aperti ed attivi nella loro interezza, infatti, la loro perfetta funzionalità e correlazione è sinonimo di buona salute.
Ogni chakra ha un colore che è in relazione al colore dell'aura corrispondente e che deriva dalle vibrazioni del chakra stesso.
(http://www.fiordiloto.org/public/chakra.htm)
Abbiamo appena fatto il salto nella tana del coniglio... Presto, molto presto, la esploreremo insieme. Capirete quali sono i collegamenti tra questi due post.
mercoledì 1 dicembre 2010
occupazioni & occupazioni
venerdì 26 novembre 2010
Canzoni che mi uccidono - 6 - Angel's Wings
venerdì 19 novembre 2010
parto
martedì 16 novembre 2010
CALCIOMERCATO ROMA – Sembrava una di quelle notizie che lasciano il tempo che trovano ma invece sembra tutto vero: il Milan è intenzionato a chiedere alla Roma di far ritornare Marco Borriello in rossonero. Notizia uscita da ambienti milanesi vicini alla dirigenza rossonera. Clamoroso! Borriello potrebbe al Milan ma la Roma è d’accordo? Sicuramente no! La Roma con Borriello ha quel giocatore che tutti vorrebbero avere, la punta che ha già fatto tanti goal con i giallorossi e che ha tanta voglia di giocare. Il Milan nelle prossime ore chiamerà la Roma se già non lo ha fatto. La Roma tenterà tutto per tenere Borriello e potrebbe offrire per “aiutare” il Milan il brasiliano Adriano che fra non molto tornerà a disposizione. La Roma non vuole perdere Borriello, a fine stagione la Roma ha l’obbligo di versare la somma stabilita e quindi non ha alcuna intenzione di restituire al Milan, Marco Borriello. Una clamorosa indiscrezione che ha già fatto il giro del web, la voce di un incredibile ritorno di Borriello al Milan ha fatto scattare le attenzioni di tutti i media. L’agente della punta ha confermato l’interesse del Milan ma la Roma farà di tutto per trattenere il super bomber.
Gianfilippo Bonanno www.calcioa.it
GALLIANI
ATTENTO A CIO' CHE FAI
RISCHI SERIAMENTE
CHE QUELLA TESTA DE CAZZO CHE TE RITROVI
TE LA TAJAMO!
domenica 14 novembre 2010
IO & BRUCE: I'm on fire
giovedì 21 ottobre 2010
Poesie sparse...18 - Roses in the rain -
Conclusasi in data Dicembre 2013, come risulta chiaramente qui.
giovedì 14 ottobre 2010
Il Medium
Questa facoltà si sviluppa con l’abitudine, e può acquistare una tale delicatezza che colui il quale ne è dotato riconosce, dall’impressione che ne risente, non solamente la natura buona o cattiva dello spirito che gli sta vicino, ma perfino la sua individualità, come il cieco riconosce, quasi per intuito, l’avvicinarsi di questa o quella persona: egli diventa, riguardo agli spiriti, una vera sensitiva. Un buono spirito fa sempre un’impressione dolce e gradevole; quella di un cattivo spirito, al contrario, è penosa, ansiosa e sgradevole; ne traspira come un alito di impurità.
Passiamo ora alla classificazione di medium più "usuali":
Medium auditivi
Essi sentono la voce degli spiriti: è qualche volta una voce intima che si fa sentire all’interno dell’orecchio; altre volte è una voce esteriore, chiara e distinta, come quella d’una persona vivente. I medium auditivi possono così entrare in conversazione con gli spiriti. Allorché essi sono assuefatti a comunicare con alcuni spiriti, li riconoscono immediatamente dal timbro della voce. Allorché non si possieda questa facoltà, si può egualmente
comunicare con uno spirito per mezzo di un medium auditivo, che funge da interprete. Questa facoltà è gradevolissima quando il medium ha a che fare con buoni spiriti, o soltanto con quelli che egli chiama; ma la cosa cambia aspetto quando un cattivo spirito si accanisce contro di lui e gli fa sentire ogni momento le cose più sgradevoli, e qualche volta le più sconvenienti.
Nella serie tv Lost
Hurley è un medium veggente; Miles è invece un particolarissimo tipo di auditivo
Medium parlanti
I medium auditivi, che trasmettono soltanto quello che sentono, non sono, propriamente parlando, medium parlanti; questi ultimi, invece, il più delle volte non sentono nulla. Con questi lo spirito agisce sugli organi della parola, come agisce sopra la mano dei medium scriventi. Lo spirito che vuole comunicare si serve dell’organo che trova maggiormente idoneo nel medium; da uno prenderà in uso la mano, da un altro la parola, da un terzo l’udito. Il medium parlante si esprime generalmente senza avere la coscienza di ciò che dice, e spesso dice cose completamente estranee alle sue idee abituali, alle sue cognizioni, e persino lontane dalla portata della sua intelligenza. Quantunque il medium sia perfettamente sveglio e in uno stato normale, esso ra
ramente conserva il ricordo di ciò che ha detto; in altri termini, la parola è per il medium uno strumento di cui si serve lo spirito e con il quale una persona estranea può entrare in comunicazione, nella stessa maniera in cui può farlo attraverso il medium auditivo.
La passività del medium parlante non è sempre completa; ve ne sono di quelli che hanno l’intuizione di ciò che dicono nel momento stesso in cui pronunziano le parole. Ritorneremo su questa varietà quando tratteremo dei medium intuitivi.
Medium veggenti
I medium veggenti sono dotati della facoltà di vedere gli spiriti. Vi sono di quelli che godono di questa facoltà nello stato normale, allorché sono perfettamente svegli e ne conservano un esatto ricordo; altri non lo hanno se non nello stato di sonnambulismo o vicino al sonnambulismo.
Questa facoltà è raramente permanente: essa è quasi sempre l’effetto di una crisi momentanea e passeggera. Si possono collocare nella categoria dei medium veggenti tutti gli individui dotati della seconda vista. La possibilità di vedere gli spiriti in sogno nasce senza dubbio da una specie di medianità veggente. Il medium veggente crede di vedere con gli occhi, come coloro i quali sono dotati della seconda vista; ma in realtà è l’anima che vede, ed è questa la ragione per cui essi vedono tanto con gli occhi chiusi quanto con gli occhi aperti. Conviene distinguere le apparizioni accidentali e spontanee dalla facoltà propriamente detta di vedere gli spiriti. Le prime sono frequenti, soprattutto al momento della morte delle persone amate e conosciute, le quali vengono ad avvertire che non sono più di questo mondo. Vi sono numerosi esempi di simili fatti avvenuti, senza parlare delle visioni durante il sonno. Altre volte, sono parenti ed amici che, sebbene morti da un tempo più o meno lungo, appaiono, sia per avvertire di un pericolo, sia per dare un consiglio, sia per chiedere che si faccia qualcosa per lui. Il servizio che può reclamare uno spirito consiste generalmente nel compimento d’una cosa che egli non poté fare quando era vivo, o nel domandare il soccorso delle preghiere. Queste apparizioni sono fatti isolati, che hanno sempre un carattere individuale e personale, e non costituiscono una facoltà propriamente detta. La facoltà consiste nella possibilità, se non permanente, almeno frequentissima, di vedere qualsiasi spirito, anche quello che ci è più estraneo. Questa è la vera facoltà che caratterizza, propriamente parlando, i medium veggenti.
Fra i medium veggenti ve ne sono di quelli che vedono soltanto gli spiriti evocati, dei quali possono fare la descrizione con una minuziosa esattezza; essi descrivono i loro gesti nei più piccoli particolari, come pure l’espressione della loro fisionomia, le loro fattezze, le vesti, e persino i sentimenti da cui sembrano animati. Ve ne sono altri presso i quali questa facoltà è ancora più generale; essi vedono tutta la popolazione spiritica circostante andare, venire, e si potrebbe dire, attendere ai suoi affari.
La facoltà di vedere gli spiriti può senza dubbio svilupparsi, ma è per l’appunto una di quelle di cui conviene aspettare lo sviluppo naturale senza provocarlo, se non si vuole rischiare di diventare vittime della propria immaginazione. Quando esiste il germe d’una facoltà, essa si manifesta da se stessa. In principio conviene accontentarsi di quelle che Dio ci ha accordato, senza ricercare l’impossibile; allora, infatti, volendo avere troppo, si corre rischio di perdere quello che si ha.
Quando abbiamo detto che i fatti d’apparizione spontanea sono frequenti non abbiamo con ciò voluto dire che sono comunissimi. Quanto ai medium veggenti, propriamente detti, essi sono ancora più rari, e conviene diffidare assai di quelli che pretendono di godere di questa facoltà; è cosa prudente il non prestar loro fede se non dietro prove positive. Certe persone possono, senza dubbio, ingannarsi in buona fede, ma altre possono pure simulare questa facoltà per amor proprio o per interesse. In questo caso, conviene particolarmente tener conto del carattere, della moralità e della sincerità abituale; ma è soprattutto nelle minute particolarità che si può trovare il giudizio più certo, poiché ve ne sono di quelle che non possono lasciare alcun dubbio, come, ad esempio, il ritratto degli spiriti che il medium non ha mai conosciuti, fatto con esattezza. Il fatto seguente appartiene a questa categoria.
Una signora vedova, il cui marito c
omunicava con lei frequentemente, si trovava un giorno con un medium veggente che non conosceva né lei né la sua famiglia. Il medium le disse: “Vedo presso di voi uno spirito”. “Ah!” disse subito la signora, “è senza dubbio mio marito, il quale non mi abbandona quasi mai”. “No”, rispose il medium, “è una donna d’una certa età, la quale ha il capo coperto in maniera singolare; ha una fascia bianca sulla fronte”.
Per questa particolarità e per altri dettagli descrittivi, la signora riconobbe in maniera certa la sua nonna, notando che essa non pensava affatto a lei in quel momento. Se il medium avesse voluto simulare la facoltà, gli sarebbe stato facile andare dietro al pensiero della signora, mentre, invece del marito, di cui ella era preoccupata, egli vede una donna con un’acconciatura speciale sul capo, per lui del tutto incomprensibile. Questo fatto prova un’altra cosa, cioè che la vista nel medium non è il riflesso di alcun pensiero estraneo.
Medium sonnambuli
Il sonnambulismo può essere considerato come una varietà della facoltà medianica, o per meglio dire, i due ordini di fenomeni si trovano spesso riuniti.
Il sonnambulo agisce sotto l’influenza del proprio spirito. E’ la sua anima che, nei momenti di emancipazione, vede, intende e percepisce all’infuori dei limite dei sensi; ciò che esprime, egli lo attinge in se stesso; le sue idee sono in generale più giuste che non nello stato normale; le sue cognizioni più estese, poiché la sua anima è libera; in una parola, egli vive in anticipo della vita degli spiriti. Il medium, al contrario, è lo strumento d’una intelligenza estranea; egli è passivo, e ciò che dice non viene da lui. Riassumendo, il sonnambulo esprime il proprio pensiero ed il medium quello d’un altro. Ma lo spirito che comunica con un medium ordinario, può, nella stessa maniera, comunicare con un sonnambulo; spesso, anche lo stato d’emancipazione dell’anima, durante il sonnambulismo, rende questa comunicazione più facile. Molti sonnambuli vedono perfettamente gli spiriti, e li descrivono con altrettanta precisione che i medium veggenti; essi possono intrattenersi con loro e trasmetterci il loro pensiero; ciò che dicono al di fuori delle loro personali conoscenze, viene loro spesso suggerito da altri spiriti. Ecco un esempio notevole dove la doppia azione dello spirito del sonnambulo e dello spirito estraneo si rivela nella maniera meno equivoca.
La lucidità sonnambolica è una facoltà relativa all’organismo, e del tutto indipendente dall’elevazione, dall’avanzamento, ed anche dallo stato morale del soggetto. Un sonnambulo può dunque essere lucidissimo, ed essere incapace di rispondere a certe domande, se il suo spirito è poco avanzato. Colui che parla, di per se stesso può dunque dire cose buone o cattive, giuste o sbagliate, mettere più o meno delicatezza e scrupolo nei suoi procedimenti, secondo il grado di elevazione o d’inferiorità del proprio spirito; è allora che l’assistenza d’uno spirito straniero può supplire alla sua insufficienza. Ma un sonnambulo può essere assistito da uno spirito bugiardo, leggiero, od anche cattivo, quanto potrebbe esserlo un medium; in queste circostanze, soprattutto le qualità morali hanno una grande influenza per attirare i buoni spiriti
Medium guaritori
Non parleremo, se non a titolo di
memoria, di questa varietà di medium, poiché questo argomento esigerebbe uno sviluppo troppo esteso.
Noi diremo solamente che questo genere di medianità consiste principalmente nel dono che certe persone posseggono di guarire con il semplice tatto, con lo sguardo, con un solo gesto, senza l’ausilio di alcun medicamento. Si dirà senza dubbio che ciò è puro magnetismo. E’ evidente che il fluido magnetico ha una grande azione; ma, quando si esamina con cura questo fenomeno, si riconosce senza fatica che vi è qualcosa di più. La magnetizzazione ordinaria è una vera cura, continua, regolare, metodica; nel primo caso, invece, le cose vanno ben altrimenti. Tutti i magnetizzatori sono più o meno atti a guarire, se sanno convenientemente operare, mentre presso i medium guaritori la facoltà è spontanea; anzi ve ne sono alcuni che la posseggono senza aver mai inteso parlare di magnetismo. L’intervento di una potenza occulta, che costituisce la medianità, diventa evidente in certe circostanze; essa lo è soprattutto quando si considera che la maggior parte degli individui, i quali si possono con ragione qualificare come medium guaritori, fanno ricorso alla preghiera, che è una vera evocazione.
Tuttavia torneremo su questo argomento prossimamente.
Medium pneumatografi
Si dà questo nome ai medium atti ad ottenere la scrittura diretta, il che non è dato a tutti i medium scriventi. Questa facoltà è finora abbastanza rara; essa si sviluppa probabilmente con l’esercizio; ma, come abbiamo detto, la sua utilità pratica si limita ad una constatazione evidente dell’intervento di una potenza occulta nelle manifestazioni. Solo l’esperienza può far conoscere se si possiede. Si può dunque tentare, e d’altra parte si può domandarlo ad uno spirito protettore con gli altri mezzi di comunicazione. Secondo la maggiore o minore potenza del medium, si ottengono semplici tratti, segni, lettere, parole, frasi, ed anche pagine intere. Basta, ordinariamente, depositare un foglio di carta piegato in un luogo qualunque, o in un sito designato dallo spirito, durante dieci minuti o un quarto d’ora, qualche volta di più. La preghiera ed il raccoglimento sono condizioni essenziali; è per questo che si può ritenere impossibile ottenere qualcosa in una riunione di persone poco serie, o che non siano animate da sentimenti simpatici e benevoli.
E così arriviamo alla categoria che ci interessa di più: quella dei medium scriventi.
MEDIUM SCRIVENTI O PSICOGRAFI
Medium meccanici Medium intuitivi Medium semi meccanici Medium ispirati o involontari Medium da presentimenti.
Di tutti i mezzi di comunicazione, la scrittura manuale è il più semplice, il più comodo e soprattutto il più completo.
Tutti gli sforzi devono tendere verso questo mezzo, poiché esso permette di stabilire con gli spiriti relazioni altrettanto continuate e regolari quanto lo sono quelle che esistono tra di noi. Conviene attenervisi, tanto più perché è il mezzo con il quale gli spiriti rivelano meglio la loro natura ed il grado della loro perfezione o della loro inferiorità.
Per la facilità che hanno di esprimersi con questo mezzo, essi ci fanno conoscere i loro pensieri intimi e ci mettono così in grado di giudicarli e di apprezzarli secondo il loro valore. La facoltà di scrivere, per un medium, è inoltre quella che è più suscettibile di svilupparsi con l’esercizio.
Medium meccanici
Lo spirito può dunque esprimere direttamente il suo pensiero, sia con il movimento di un oggetto, di cui la mano del medium è soltanto il punto d’appoggio, sia con la sua azione sulla mano stessa.
Allorché lo spirito agisce direttamente sulla mano, egli le dà un impulso completamente indipendente dalla
volontà. Essa si muove senza interruzione e malgrado la volontà del medium, finché lo spirito ha da dire qualche cosa, e si arresta quando ha terminato.
Ciò che caratterizza il fenomeno in questa circostanza, è che il medium non ha la minima coscienza di ciò che scrive, l’incoscienza assoluta, in questo caso, costituisce il carattere di quelli che si chiamano medium passivi o meccanici.
Questa facoltà è preziosa in quanto non può lasciare alcun dubbio sull’indipendenza dello scritto dal pensiero di colui che scrive.
Questa immagine è stata chiaramente ritoccata, ma non nel senso che crederebbero gli scettici: ho semplicemente "cancellato" due scarabocchi precedenti al contatto con lo spirito in questione, onde non confondervi. Nei due ovali evidenziati in rosso vi è il testo scritto dallo spirito tramite la mano del medium. La grafia somiglia a quella di un bambino (non è, chiaramente, la stessa che avrebbe il medium normalmente) perchè il controllo della mano non era esercitato dal cervello del medium. La mano si muoveva secondo la volontà dello spirito intervenuto. L'ovale in basso rinchiude il nome dello spirito con cui il medium ha parlato; l'ovale più grande presenta il testo principale della conversazione. In questo secondo caso il medium ha preferito usare la matita, quindi il calco è meno chiaro e il testo scannerizzato risulta meno comprensibile. Entrambi sono comunque frutto della scrittura meccanica.
Medium intuitivi
La trasmissione del pensiero ha pure luogo per mezzo dello spirito del medium, o meglio della sua anima, poiché noi designiamo sotto questo nome lo spirito incarnato. Lo spirito estraneo, in questo caso, non agisce sulla mano per farla scrivere; egli non la tiene e non la guida; agisce, invece, sopra l’anima con la quale egli si identifica. L’anima, sotto questo impulso, dirige la mano, e la mano dirige il lapis. Osserviamo qui intanto una cosa importante, e cioè che lo spirito estraneo non si sostituisce affatto all’anima, poiché non potrebbe smuoverla, ma egli la domina a sua insaputa e le imprime la sua volontà. In questa circostanza, la parte dell’anima non è assolutamente passiva: essa riceve il pensiero dello spirito estraneo e lo trasmette.
In questa situazione, il medium ha la coscienza di ciò che scrive, quantunque non esprima il suo proprio pensiero; è ciò che si chiama medium intuitivo.
Se le cose stanno in questi termini, dirà qualcuno, niente ci prova che sia piuttosto uno spirito estraneo che scrive, e non quello del medium. La distinzione è infatti qualche volta difficile a farsi, ma può succedere che ciò importi poco.
Tuttavia, si può riconoscere il pensiero suggerito, in quanto esso non è mai preconcetto, ma nasce a mano a mano che si scrive, ed è spesso contrario all’idea preventiva che ci eravamo formati; può, inoltre, essere superiore alle cognizioni ed alle capacità del medium.
La parte del medium meccanico è quella di una macchina; il medium intuitivo agisce come farebbe un interprete. Quest’ultimo, infatti, per trasmettere il pensiero deve capirlo, e in certo modo appropriarsene per tradurlo fedelmente, e tuttavia questo pensiero non è il suo; esso si limita ad attraversargli il cervello. Tale è esattamente la parte del medium intuitivo.
Medium semi meccanici
Nei medium puramente meccanici il movimento della mano è indipendente dalla volontà; nel medium intuitivo il movimento è volontario e facoltativo. Il medium semi meccanico partecipa dell’uno e dell’altro; egli sente l’impulso dato alla mano suo malgrado, ma nello stesso tempo ha la coscienza di ciò che scrive a mano a mano che si formano le parole. Nel primo, il pensiero segue l’atto della scrittura; nel secondo, lo precede; nel terzo, lo accompagna. Questi ultimi medium sono i più numerosi.
Medium ispirati
Chiunque, sia nello stato normale, sia nello stato d’estasi, riceva, per mezzo del pensiero, comunicazioni estranee alle sue idee, può essere collocato nella categoria dei medium ispirati. Come si può comprendere, questa è una varietà della medianità intuitiva, con questa differenza, che l’intervento d’una potenza occulta vi è molto meno sensibile, poiché nell’ispirato diventa ancora più difficile il distinguere il pensiero proprio da quello che è suggerito. Quello che caratterizza quest’ultimo è soprattutto la spontaneità. L’ispirazione ci viene dagli spiriti che su di noi influiscono in bene o in male, ma è piuttosto il fatto di quelli che ci vogliono bene, e dei quali abbiamo troppo spesso il torto di non seguire i consigli. Essa si applica a tutte le circostanze della vita nelle risoluzioni che dobbiamo prendere. Sotto questo aspetto, si può dire che tutti sono medium, poiché non vi è individuo che sia privo dei suoi spiriti protettori e familiari, i quali fanno tutti i loro sforzi per suggerire buoni e utili pensieri ai loro protetti.
La prova che l’idea che arriva è proprio estranea a noi, è che, se fosse stata nel nostro cervello, ne saremmo sempre stati padroni, e che non vi sarebbe ragione per cui essa non dovesse manifestarsi a volontà. Colui che non è cieco, non ha che da aprire gli occhi per vedere, quando ne ha voglia; allo stesso modo, colui che ha idee proprie, le ha sempre a sua disposizione; se poi esse non gli vengono quando vorrebbe averle, è perché è obbligato ad attingerle in altra parte, che non è il suo cervello.
Si possono includere in questa categoria anche le persone che, senza essere dotate di una intelligenza straordinaria, e senza uscire dallo stato normale, hanno lampi di una lucidezza intellettuale che dà loro momentaneamente una facilità non comune di concezione e di elocuzione, e in certi casi il presentimento delle cose future.
Ora... è necessario chiarire un punto. Gli spiriti molto spesso si manifestano di propria volontà, e la cosiddetta evocazione serve solo se si vuole chiamare uno spirito specifico.
Non spiegheremo in cosa consista esattamente l'invocazione perchè questa, se usata con ignoranza, reca quasi esclusivamente danni.
Allan Kardec, le cui parole ho, fino a qui, quasi fedelmente trascritto, era convinto che l'evocazione fosse il mezzo di comunicazione più sicuro, poichè tra il medium e lo spirito evocato si instaura una specie di legame e diventa così più facile anche il riconoscimento.
Posso assicurarvi che si tratta di una grandissima cazzata.
Eseguire un'evocazione significa "spalancare" la propria anima: significa sentirsi COMPLETAMENTE indifeso e nudo. L'evocazione diventa ESTREMAMENTE PERICOLOSA dal momento che l'anima, essendo stata "aperta" di propria volontà, diventa bersaglio facile per chi non vorremmo... E sto parlando dei principii di quella che potrebbe diventare, nei peggiori casi, possessione e vessazione diabolica.
Il diavolo esiste, e il mezzo privilegiato che usa per insinuarsi dentro l'anima umana è proprio l'uso dissennato della facoltà medianica.
Per questo l'evocazione (questa è l'unica cosa che vi dirò in proposito) DEVE essere sempre e comunque svolta chiedendo la protezione e il PERMESSO del Signore.
La medianità è un dono divino, e può essere alle volte un dono meraviglioso... ma usarla senza sapere cosa si sta facendo può significare dare il via a un gioco dell'oca da cui diventa sempre più difficile cavarsi fuori.