Dopo circa sei mesi di assenza, una poesia ha deciso di tornare: e non una poesia qualsiasi
Credo, senza mezze misure, che sia la mia cosa più riuscita da dopo La Pagliaccina; salvando forse solo Poesie sparse... 26.
Certo, da giugno a oggi ci sono state Marilina #4, Montaditos e sicuramente almeno un'altra perla su cui ho appena finito di lavorare... Getti di immagini potenti, che tuttavia nulla tolgono a questa Ps#32. Questi versi hanno dovuto essere eliminati per due ordini di motivi: il terzo lo trovate nel video a seguire. Oggi sono tornati, sebbene implichino ancora molte cose. Sono tornati perché, essenzialmente, mi mancavano. E sono tornati perché, a ogni modo, credo sia giusto non rinnegare mai ciò che si ha provato. Credo che nessun uomo dovrebbe vergognarsi dei propri sentimenti. Credo che sia necessario crederci. Non si scrive mai solo per se stessi.
mi piace la mattina se ti aspetto
se resto assorto nella condizione
del dubbio - dove inizi l'orizzonte
mi piace udire il brontolio sommesso
di macchine e motori andare pigri
e alzare gli occhi e mettermi a contare
le nuvole gli uccelli le ombre i pruni
provare se tra l'afa scorgo i monti
mi piace il sole sopra il marciapiede
sbirciare i bus di là tenendo il conto
pensare che magari stai tornando
o che, al contrario, ancora stai dormendo
la brezza picchiettare appena il collo
le foglie smosse e la cenere inerme
mi piace che la testa all'improvviso
scarti di lato faccia capolino
quando ha il sentore di quei tuoi passetti
tutti in avanti un po' disordinati
di te il prurito lungo le mie mani
di quel respiro teso ma smorzato
di un cuore che d'un colpo si riavvia
pronto al sordo fruscio dei tuoi capelli
In tutto questo pianto le radici
tra cose che non posso dire mie
che sono unitamente casa esilio
stupore lontananza Itaca e mare
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