"I lupi sono una specie in via di estinzione"
(wolves are endangered)
Mercoledì 18 settembre 2013: dopo tre anni abbondanti, alla mezzanotte di ieri, si è concluso il progetto poetico di RintR che tanto mi ha appassionato dall'ultimo anno di liceo fino a oggi.
Come accade spesso, ci è voluta qualche ora buona prima che mi rendessi conto di averne scritto, inconsapevolmente, la parola "fine". Nello specifico, è successo mentre cercavo un titolo adeguato per l'ultima sezione della raccolta: ad aiutarmi nella scelta è giunto, per la terza volta nel giro di appena un paio di settimane, un verso di Elisa.
Mi è sembrato giusto, e in qualche modo scontato, che l'ultima fase di questo percorso assumesse come nome proprio "Ci saranno nuove rose". Un riferimento quasi obbligato, vista la title track Roses in the rain e visto, poi, che il brano cui scelgo di fare riferimento ha un doppio titolo a dir poco indicativo: Una poesia anche per te - Life goes on.
Si tratta di un augurio, forse; o forse parliamo soltanto dell'ennesima inconsapevole presa d'atto che mostrerà veramente le sue ragioni con il passare del tempo.
Restano da chiarire, per il momento, giusto un paio di fatti: ...
Tutto è iniziato con la Pagliaccina: la mia prima cosa bella, la prima importante svolta poetica.
... il primo mito: sulla Pagliaccina, sulle sue esili spallucce, si reggono buona parte delle rose nella pioggia.
Semplicemente, c'è che quel mito non è più sufficiente a mantenere legata a sé la totalità delle emozioni che attualmente mi ribollono dal cuore al cervello.
Questo perché si cresce; ed è chiaro che, tra i 18 anni e i 22, è stato tanto a cambiare. A "cambiare"; non a "perdersi". La pagliaccina non si è svuotata; ma questo non implica che tutto debba continuare a riferirglisi. Le cinque poesie di Marilyn -Marilina, a questo proposito, hanno avuto l'effetto di un ariete su un portone di legno marcio. E lo stesso si può dire, ancora di più, per Montaditos e le sue figlie...
C'è, in secondo luogo, un discorso più prettamente tecnico, o di gusto, a seconda di come la si voglia vedere. A 18 anni prediligevo l'epigrammatico; sulla soglia dei 22 mi rendo conto di scrivere in maniera più corposa. L'incisività, dolceamara a seconda delle occasioni, ha fatto spazio a un tratto maggiormente discorsivo, ma decisamente più delicato e "musicale".
Alle cicche spente con lo spensierato, ignorante menefreghismo della mia tarda adolescenza attualmente preferisco uno sguardo alle nuvole, o le foglioline appena spuntate da un ramo a contatto con le dita.
Cambiare non è perdere; e non è nemmeno dimenticare. Non dirò che le Rose nella pioggia non mi rappresentino più, perché non è vero.
Dirò, invece, che il motore del mezzo si è acceso, che le quattro ruote si sono messe in moto, che i petali che fino a poco fa infradiciavano il parabrezza sono volati via, chissà dove.
Dirò che ci saranno nuove rose.
O altri fiori...
18.IX.2013
17:26
Post Scrisptum: Non voglio che questa "spiegazione" venga fraintesa: Roses in the rain è qualcosa più "seria" della prima raccolta autoprodotta di un poetastro sconosciuto; pertanto non va considerata come "la mia prima raccolta", ma come qualcosa di diverso... un modo per trasmettere un "brivido" di momenti che forse non si sono mai conclusi, che ho considerato e che continuerò a considerare comunque indimenticabili.
God may forgive us
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