martedì 12 agosto 2008

Dovevamo saperlo che l'amore - parte 2- Sergio Leone e la Rivoluzione


Non smetterò mai di maledire questo server.

E' una settimana che provo a postarvi questo capitolo del già citato Martinico in "Dovevamo saperlo che l'amore", ma non riesco più a condividere i video da youtube su questo blog; ragion per cui l'introduzione che vi avrei voluto far vedere su queste pagine, sono costretto a rimandarvela a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=At4olPIJ31k


Ve l'ho voluto postare per diversi motivi:


1) Come liberale, mi trovo d'accordo con l'opinione espressa dall'autore nel testo.

2) Sergio Leone era un genio, e questo film (e questa scena in particolare) credo possa far muovere i neuroni a tutti voi, in quanto un interessantissimo spunto di riflessione.

3) Hanno dato "Giù la testa" una settimana fa circa alla tv.. Io l'ho visto per la prima volta... mi sembrava quindi quantomeno doveroso.


SCIÒN SCIÒN


Questo è il poster del quarto film di Sergio Leone, Giù la testa. Riuscii a trascinarmi Pasquale alla prima visione, al Barberini. Pasquale ormai da tempo si era allontanato dal circolo. Bestemmiando contro l’ingiustizia del mondo, le donne, e sempre con quell’idea ormai fissa della rivoluzione imminente. E guai a noi, luridi borghesi, se solo lo mettevamo in dubbio; a rivoluzione avvenuta, sarmmo stati tutti rieducati.
“Che palle, ‘sto Leone,” aveva sbuffato.
“Guarda che questo è un film diverso. Dicono che i titoli di testa sono preceduti da una citazione di Mao: La rivoluzione è un atto di violenza…”
“Uuhm… E ‘sto film parlerebbe di… rivoluzionari?”
“Per forza e per costrizione. Un irlandese e un messicano.”
“Uuhm… e veniamo pure a vedere ‘sto film. Ma guarda che se è una cazzata…”
“… non è una cazzata.”
“È una cazzata,” commentò alla fine. “È troppo lento, fino all’esasperazione. La riflessione politica è… è troppo disincantata…”
“… ma questo è un merito, cazzo! Centrale qui è la storia, con tutti quei risvolti picareschi. Centrale qui è il tema dell’amicizia, degli scherzi che il destino ti gioca…”
“… ma di propositivo sul piano del cambiamento sociale non c’è un cazzo! Anzi passa pure un messaggio di destra, quando quello dice… non parlarmi più di rivoluzione… E porca troia, lo sai che succede dopo? Niente! Tutto torna come prima…”
“Ma se anche Mao dice che, finita una rivoluzione, se ne dovrebbe subito cominciare un’altra.”
“E adesso che fai, leggi Mao, tu… il liberale?!”
“Da qualche tempo leggo di tutto. Proprio perché sono un liberale. Tu non sei aperto, tu non vuoi capire. Il film è grandioso, il migliore di Leone. Dice che è il Destino a muovere le fila della Storia.”
“Ma che cazzo dici? Sono gli uomini, in carne e ossa, i lavoratori… i proletari.”
“Che cazzo dici tu? ‘Sti proletari stanno scomparendo. Ma non ti sei accorto che corrono tutti all’acquisto della macchinina. Fanno tutti i rivoluzionari, ma poi spendono e spandono… Ma non senti che in giro c’è una puzza nuova? ‘Sti cazzo di anni settanta ci porteranno alla rovina. Anche certi valori vanno affievolendosi. L’amicizia… Leone lo ha capito.”
“La solita cazzata. Questi saranno gli anni della rivoluzione, caro il mio liberale. La rivoluzione è inarrestabile. Leone, che non vale un cazzo, lo rieduchiamo noi. Pure la musica di Morricone mi ha deluso stavolta… Sciòn sciòn… Ma che cazzo è ‘sto sciòn sciòn… Questa non è musica popolare.”