venerdì 24 dicembre 2010

Il Natale secondo Constantine

Allora, c'era una volta un tizio...

Si chiamava Agios Nikolaus. Nato del 270 d.C. a Patara, in Licia. Ora fa parte della Turchia, ma all'epoca era una provincia di lingua greca dell'Impero Romano.


A quei tempi il culto per le divinità romane aveva ceduto il posto a quello per il Sol Invictus... Il Sole Invincibile, nato avvolto dalla luce il giorno 25 di dicembre.

Se la data vi sembra familiare abbiate pazienza. Il meglio deve ancora venire.

La storia di Gesù si stava già diffondendo per il mediterraneo come un'infezione venerea, e l'imperatore romano Costantino non aveva bisogno di una banderuola per capire da che parte soffiava il vento.

Quindi decretò che il cristianesimo fosse la religione di stato ufficiale dell'Impero Romano, mescolando con cura le testimonianze esistenti (per quanto contraddittorie) sulla vita di Gesù con la mitologia del Sol Invictus...

... per indorare la pillola alla plebe, se capite cosa intendo dire.

Insomma, questo Agios Nikolaus... il turco, ricordate? fate attenzione...

... Il turco viene nominato vescovo di Mira, e lì si crea una brillante reputazione di uomo caritatevole, benevolo, e pronto a donare al prossimo...


... per non parlare dei miracoli che semina qua e là. Far risorgere bambini assassinati e fatti a pezzettini... cose del genere.

Roba spettacolare, ne sono certo.

Dopo la sua morte, nel 343 d.C., viene venerato come un Santo e suoi resti sono sepolti a Mira... fino all'invasione saracena dell'undicesimo secolo...

Così i suoi fedeli decidono di trasferire i suoi resti in Italia. A Bari, nella basilica di San Nicola...


... dove sono rimasti fino a oggi.

San Nicola... Santa Claus...

... Il vostro beneamato Babbo Natale.


Buon Natale del cazzo, Nicky.


copyright: Vertigo; John Constantine HELLBLAZER; Andy Diggle, Leonardo Manco, Giuseppe Camuncoli, Stefano Landini


In caso non fosse chiaro a qualcuno, Hellblazer è il fumetto che, attualmente, mi sta appassionando (e che leggessi un fumetto, che ci spendessi soldi, non capitava da anni... probabilmente da prima che iniziassi a fumare).
Il protagonista, John Constantine, fuma almeno quanto me.
Ciò detto, buon Natale...

domenica 12 dicembre 2010

Voglia di una donna e di una birra (Canzoni che mi uccidono - Walter il mago -)



L'umidità è pazzesca, la strada tappezzata di foglie che la pioggia ha appiccicato all'asfalto, il sole è sorto da mezz'ora scarsa. Sono le 7 e 35 e ho voglia di una birra. Prendo l'autobus che, da sei anni a questa parte, mi fa arrivare a scuola con quel minimo di anticipo tale che riesco a fumarmi una sigaretta prima di entrare, la terza del giorno.
La Nomentana, per essere un giorno in mezzo alla settimana, è inspiegabilmente deserta: il mio viaggio dura appena dieci minuti (forse meno).
Ottimo, mi ritrovo con un quarto d'ora da occupare. scelgo di passare per il parco, di gustarmi fino in fondo la rugiada sulle foglie, i raggi di luce mattutina che filtrano tra i rami e gli effetti che ne derivano assieme, naturalmente, a un bel sorso di Bell, wiskey scozzese a buon mercato e, in fondo, pure apprezzabile. Metto la mano destra nella tasca interna della giacca per tirarne fuori la fiaschetta contenente il prezioso drink, ma il mio arto trova un niente terrificante: tiro fuori il "contenuto" (un fazzoletto usato e un biglietto del cinema di un anno fa), ne valuto l'utilità e lo ripongo al suo posto. Porcaputtana, no. Questo significa rovinarsi quei pochi, fugacissimi, piaceri della vita. Cazzo. Tiro fuori il portafogli e lo ispeziono per benino: purtroppo ho solo un euro (anzi, in verità sono appena 97 centesimi): troppo poco per comperarmi una birra. Considero che quei 97 centesimi rappresentano i miei averi da almeno dieci giorni, e che dovrebbe essere ammirevole come un adolescente possa andare av
anti con così poco per così tanto tempo.
La stecca di contrabbando, mi dico, è stata una svolta: se avessi dovuto spendere pure per fumare, allora sarebbero stati veramente cazzi amari. Molto, troppo amari. Lo so, è un quadretto di vita che, per come lo descrivo, meriterebbe seriamente l'attenzione della previdenza sociale. In verità i fatti sono molto meno drammatici di quanto possano sembrare: fumo, e fumo pure parecchio, è vero. Ma in fondo è il mio unico vizio. bere non è un vizio, è un piacere: non bevo mica per ubriacarmi. Solo un sorso ogni tanto, come per star certi di rovinarmi il fegato quanto basta per tirare le cuoia in tempo utile: 37 anni. Nè più nè meno. Per il resto... beh, avevo solo voglia di una birra. Non è mica un crimine, no? Se ne bevo due a settimana è tanto. La giornata scorre lenta; la mia voglia, il mio desiderio, aumenta.
Dico io, ma se pensano di installare distributori di profilattici, perchè all'interno delle scuole non mettono anche distributori di birra in lattina? Che bellezza sarebbe seguire una lezione di
filosofia sbronzo! O anche appena appena su di giri...
La voglia insoddisfatta mi rende particolarmente nervoso, eppure riesco a trattenermi, a non fumare. Quando il tempo della mia permanenza obbligata in quella casa circondariale che chiamano liceo finisce, ormai il bisogno fisico di luppolo si è esaurito da un po'. Torno a casa, pranzo, navigo in rete, fingo di studiare e di scrivere. Poi, per soddisfare certi bisogni "fisiologici", vado al gabinetto. Dove trovo la migliore delle sorprese, delle mani dal cielo, degli aiuti insperati: un biglietto da 10 euro nascosto nel cartoncino rigido del rotolo di carta igienica. L'inconfondibile prova che Dio esiste, e ci ama! In quel momento mi telefona Tonio.
"Ehi bello!"
"Tonio!"
"Ho appena dato un esame all'università"
"Come è andata?"
"23. Bucio de culo! Come non accettarlo?"
"Ahahah! Grande!"
"Senti, che fai stasera?"
"Niente, perchè?"
"Vieni a cena da me. I miei sono fuori"
"Da paura. Come siamo messi ad alcol?"
"Mi è rimasto un vinaccio e un po' di fuoco dell'Etna"
"Okay. Allora alla birra ci penso io. E tiro fuori il narghilè delle grandi occasioni"
"Daje! Passa appena puoi"
E' una cosa che non mi faccio certo ripetere due volte. Pre
paro il narghilè e me lo infilo nello zaino. Esco di casa e vado dall'egiziano. Trattando un po', e aggiungendo qualche euro alla mia lista di buffi, riesco a portarmi via una confezione di carboncini e una cassa di birra.
"Grazie Alì, come sempre. Allah Arbar!"
"Allah Akbar, no al bar! Tu prendi me per sedere. Però simpatico. Bravo ragazzo. Ciao Vinni! Saluta nonna!"
Mia nonna, dall'egiziano, riesce sempre e solo a farsi inculare sonoramente. Va da Alì per comprare due arance e torna a casa con il carrello pieno. La verità è che compra ciò che Alì vuole che compri (sfruttando la sua età avanzata e la vista molto diminuita). Quindi, scroccando da Alì, non faccio che aggiungere qualche contrappeso al bilancino del guadagno che, casualmente, pende sempre un po' troppo dalla parte del figlio di Maometto. Inserisco la mercanzia nello zaino, esco dal negozio e vado da Tonio.
Il mio amico mi apre la porta in pantaloni da tuta e canottiera. A fianco a lui (cosa assai sconcertante) c'è un alano nero in piedi (in piedi!) che scodinzola e balla. Balla. Qualcosa di molto simile a una samba...
"E quello cosa cazzo è?" gli chiedo sconcertato
"E' un cane"
"Lo vedo che è un cane. Ma per quale cazzo di motivo hai un cane?"
Antonio non ha mai amato le bestie. "E, sopratutto, perchè balla e muove il culo come una brasiliana al carnevale di Rio?!"
"Il vicino ha dovuto raggiungere un parente che è ricoverato grave a Firenze. Non poteva portare il cane con sè, così mi ha chiesto se potevo tenerlo io un paio di giorni. Mi ha dato i soldi per comprargli il cibo dei cani e quaranta euro per il disturbo"
Guardo prima Tonio e poi il bastardo, quindi chiedo al mio amico: "E da quando ce l'hai è così?"
"Così come, scusa?"
"Così rincoglionito!"
"Ahahahahah!" Attacca a ridere. Sembra non volersi fermare.
"Beh" riesce a dirmi con fatica "Intanto che ti aspettavo ho pensato di iniziare a festeggiare.
E, visto che si beve in compagnia, ne ho dato un po' pure a lui..."
Guardo, incredulo, Tonio "Scusa... cosa gli hai dato, di preciso?"
"Un po' di fuoco dell'Etna"
"Cosa cazzo gli hai dato?!"
Non ci credo. Tonio ha fatto bere a un cane uno dei superalcolici più potenti della Sicilia.
"Beh, direi che gli piace, no?" mi fa, come per giustificarsi.
Guardo ancora il cane. Considero che nemmeno una lavanda gastrica lo salverebbe, se continua di questo passo: ora la povera bestia ha preso a strusciarsi il culo con qualcosa di non identificato (forse un pacchetto di mentos). Chissà, magari un esorcista sarebbe utile...
Decido infine di sbattermene (se il cane va in come etilico sono cazzi di Tonio, e comunque ora non è in grado di capire totalmente cosa accade) e scelgo di raggiungere il mio ospite nel paese di Bacco. Preparo il narghilè e cominciamo a fumare. Chiudiamo
tutte le porta della piccola sala da pranzo per non diffondere l'odore in giro per tutta casa e spegniamo la luce, cosicchè quando decidiamo di cucinare e premiamo l'interruttore notiamo che nella stanza si è formato un cappone degno di un sobborgo londinese. Metà della cassa di birra intanto è andata. preparo un sugo di fagioli e butto nell'acqua mezzo chilo di pasta: se ne avanzerà un po' (cosa di cui dubito) lo daremo al cane. Chissà se i cani scoreggiano...
Io e Tonio parliamo. E, dopo due ore passate a dire cazzate, il discorso cade (finalmente) ulla sana, vecchia, gnocca. Se non fosse successo mi sarei stupito, forse addirittura preoccupato.
"Te, insomma?" gli faccio io. Lui sembra morire dal ridere.
"Te la ricordi Giorgia?"
"La biondina che hai conosciuto in facoltà, no? L'amore tuo..."
"Quella troia scopa con il frocio"
"Cosa?"
Lui diventa improvvisamente serio
"Ha scopato con il bisessuale. Solo che a lui non si è alzato"
Io detono i una fragorosa risata.
"Scusami, amico... Ma allora quello è proprio finocchio! Altro che bisessuale..."
"Già..." dice lui "Però, intanto, lei gliel'ha data..."
Anch'io mi faccio cupo: "Scusami Tonio, hai ragione. Stavo facendo lo stronzo"
"Non è mica colpa tua se mi sono innamorato di una zoccola" mi tranquillizza allungandomi una birra.
"Ma come? Ieri non era una di mentalità molto aperta?"
"Ieri. Oggi, invece, è una zoccola e basta"
Silenzio. Suono di gole che buttano giù nettari alcolici.
"E te, Vinni? Cosa hai di nuovo da raccontarmi?"
Ancora il rumore di una gola che deglutisce luppolo. Una sola, stavolta: la mia.
"Provo a guardarmi in giro, come mi hai consigliato tu. Provo a convincermi che alla mia età dovrei puntare a scoparle tutte, e basta. Ci provo, davvero, ma non ci riesco." Tiro giù io, tutto in un sospiro.
"C'è di più: vedi, tutte le donne che vorrei farmi finisco, più o meno inconsciamente, per idealizzarle. E come fiuto questo pericolo, che è poi il pericolo di innamorarmene, me ne allontano"
Un momento di pausa.
"Vedi, Tonio, se voglio una donna le devo voler bene. Il problema è che amo ancora lei. Sì, hai ragione, lo so: dovrei dimenticarla. Se necessario amarne un'altra. Ma non s
ono pronto per una cosa così. Non ancora. La verità è che preferisco vivere di fantasmi piuttosto che ricadere negli stessi, soliti, errori. Che poi, te lo dico chiaramente, tutte quelle che ho adocchiato sono tipe strane... Non che la cosa mi spiaccia; anzi... ma volevo aggiungere che sono bersagli strani, peraltro molto difficili da agganciare... Insomma 'zi: meno ci penso e meglio sto".
Tonio fa segno di sì con la testa e si porta una sigaretta alla bocca; poi prende il telecomando e accende la TV. Fabio Fazio sta intervistando un cantautore. Guardo il cane, steso a terra, ubriaco almeno quanto noi. E penso al tizio che cantava di una situazione simile a questa e di una magia per cui vale la pena vivere.
Ma ora ho voglia di una birra. E di una donna.

mercoledì 8 dicembre 2010

Il Campo Magnetico (e la radiestesia)

Con questo post continua la serie iniziata con Il Medium. Quelle che darò ora sono nozioni poco più che elementari, perchè (ahimè) non ho e non ho mai avuto uno spirito "scientifico". Sarebbe inutile, oltre che deviante dalla nostra principale linea guida, proporvi una trattazione meramente scolastica; perciò sarò breve e conciso... sperando di non lasciare aperti (nella mia ignoranza) troppi dubbi e perplessità.

Tutti noi sappiamo che attorno al nostro pianeta (come, d'altronde, attorno a qualsiasi corpo celeste) passa un intenso campo elettromagnetico. Tale campo, per quanto riguarda la Terra, esiste perchè il nucleo esterno del pianeta è costituito da atomi metallici carichi elettricamente che, muovendosi, generano una corrente: intorno alle correnti elettriche, come ci insegna la Fisica, si forma il campo magnetico.
In questo contesto si colloca l'uomo, entità vibratoria che evolve in un mondo di vibrazioni. L'essere umano è alla mercè continua delle forze elettromagnetiche che si sprigionano dalle onde emesse da tutte le materie; minerali, animali o umani che siano. Nota che i tre regni appena citati sono formati da atomi dotati di energia vorticosa e vibratoria. Le cellule umane possono ricevere ed emettere onde in grado di accordarsi su una determinata frequenza, entrando così in stato di risonanza.

Esempio che detto così sembra campato per aria, ma è in realtà fortemente esplicativo: Se c'è un temporale e io mi trovo vicino a un albero alto dieci metri, un ipotetico fulmine colpirà l'albero. Se invece mi trovo vicino a un albero di appena due metri, probabilmente il fulmine colpirà me (che, in quanto essere umano, sono un ricettore di onde elettromagnetiche molto più forte)

Tuttavia è bene ricordare che non è la sola materia a emettere radiazioni; ma anche forme e colori.

Mettiamo subito un altro paio di puntini sulle "i", tanto per aprire altre porte: il campo magnetico non è "regolare", nel senso che non ha in tutti i punti del globo la stessa forza e la stessa intensità. E che ce frega a noi? Ci frega, perchè le variazioni del campo elettromagnetico hanno importanti risvolti anche sulla nostra salute. Non è un mistero che a Lourdes la forza elettromagnetica sia più intensa che altrove; lo stesso Stonehenge era considerato, ai tempi dei druidi e dei celti, un luogo di guarigione (N.B. le proprietà di Stonehenge vengono studiate tuttora).

Chiusa questa parentesi possiamo quindi aprire una finestra su un altro argomento a dir poco interessante: la radiestesia.
Il termine radiestesia deriva dall'accostamento di due radici: radius (raggio) e aesthesis(sensazione); pertanto, parlando di radiestesia, parliamo di possibilità di percezione sensorialedi una radiazione. Radiestesia è la possibilità per l'essere umano di percepire alcune radiazioninon comunemente percettibili dai cinque sensi. Parliamo di un'arte che è, in qualche modo, sempre esistita con il nome di "rabdomanzia" (i fini sono di poco diversi).

L'abate Mermet per primo intuì che, tramite il pendolo/la bacchetta, se riusciva a sondare le acque presenti nel sottosuolo, allora poteva individuare anche i principali flussi energetici all'interno del corpo umano.

La radiestesia medica (che non è una scienza e, per il suo carattere parzialmente affidato all'intuizione, non potrebbe mai esserlo) è strettamente connessa, di conseguenza, a quelli che sono i centri energetici del nostro organismo, noti nella cultura orientale (India) come chackra.


I chakra sono vortici metafisici di energia che derivano dall'antico sistema indiano di cura, il quale li posiziona in sette centri principali lungo il corpo, di cui controllano il flusso di energie invisibili. Essi simboleggiano il collegamento tra la sfera fisica e quella spirituale e coincidono con il sistema endocrino del corpo. Quando sono in equilibrio, tutti e sette i chakra maggiori aiutano una parte specifica del corpo a funzionare perfettamente. Quando sono sbilanciati, non funzionano correttamente o sono "bloccati", possono essere causa di numerosi problemi mentali, emotivi e fisiologici.
La parola chakra deriva dal sanscrito e significa ruota, oppure disco.

Questi moderatori di energia rarefatta vengono tradizionalmente rappresentati da fiori di loto, ciascuno dei quali risuona su diverse frequenze, in corrispondenza dei colori dell'arcobaleno. Benché si ritenga che il sistema energetico umano sia basato su molti chakra, e sebbene se ne "scoprano" continuamente di nuovi, il sistema indù tradizionale ne individua sette maggiori.
I sette chakra principali hanno un'ubicazione, rispetto al corpo fisico, che corrisponde ai principali centri nervosi in quella determinata regione del corpo stesso e sono posti lungo la colonna vertebrale; nascono dall'incrocio di un maggior numero di canali rispetto ai 21 chakra secondari.
Ciascuno dei chakra maggiori sul davanti del corpo è accoppiato alla sua controparte sul dietro del corpo; essi sono considerati l'aspetto anteriore e quello posteriore di un unico chakra.
Il chakra n. 1 ed il chakra n. 7 non sono considerati come una coppia, in quanto costituiscono le estremità aperte della corrente energetica verticale e principale che scorre su e giù nella colonna vertebrale, cioè nella regione verso la quale sono rivolti tutti i vertici dei chakra.
Il vertice del chakra, laddove si connette con la corrente energetica principale, si chiama radice o cuore.

Il CHAKRA DI BASE (primo), in sanscrito, si chiama MULADHARA, che significa radice o supporto; il suo colore è rosso o nero e riguarda i bisogni fisici e la sopravvivenza umana.

Il CHAKRA SACRALE (secondo) è SVADHISTHANA, che significa dolcezza; il suo colore è arancione. E' posizionato vicino agli organi femminili della riproduzione ed è associato al nutrimento, alla recettività ed alle emozioni. E' il chakra della sessualità.

Il CHAKRA DEL PLESSO SOLARE (terzo) è MANIPURA, ossia gemma splendente; il suo colore è giallo come il sole. Il cambiamento ed i movimenti relativi a questo chakra implicano la trasformazione dell'IO in un essere dotato di potenza ed autodeterminazione, ma non ha niente a che vedere con l'aggressione o con il controllo degli altri. Lavorare su questo chakra serve per superare le differenze e raggiungere uno stato di interezza e di equilibrio.

Il CHAKRA DEL CUORE (quarto) è ANAHATA, che significa suono fatto senza che due cose si colpiscano; è di colore verde/rosa e permette la coesistenza di corpo e spirito, Presiede al perdono e alla comprensione, ad un amore incondizionato attraverso il quale accettiamo gli altri e, prima di tutto, noi stessi.

Il CHAKRA DELLA GOLA (quinto) è VISHUDDHA, cioè purificazione; il suo colore è blu ed è collegato all'espressione personale combinata alla responsabilità. E' il chakra della comunicazione.

Il CHAKRA DEL TERZO OCCHIO (sesto) è AJNA, che significa percepire, sapere, controllare; il suo colore è l'indaco ed è il chakra del terzo occhio. Esso ci dona la capacità di intuire cose di cui non vi è concreta evidenza.

Il CHAKRA DELLA CORONA (settimo) è SAHASRARA, ovvero moltiplicato per mille; il suo colore varia dal viola al bianco ed è il chakra dell'illuminazione, della realizzazione di sé, del compimento e dell'Essere Divino. E' modulato sul più elevato stato di coscienza.

Questi chakra hanno la funzione di collegarci con le energie vitali e di trasmetterli ai vari livelli dell'essere.
L'energia non ha solamente una azione vitalizzante, ma anche una funzione informativa. Ogni chakra è in grado di assorbire un certo tipo di frequenza energetica che corrisponde all'informazione necessaria per il buon funzionamento di quel chakra specifico. In proporzione alla maggiore e minore capacità di metabolizzare una certa qualità energetica i chakra risulteranno più o meno aperti.
Quando un chakra non è ben aperto, può causare carenze energetiche all'area corrispondente. Queste, col tempo, possono determinare problemi di ordine fisico, emotivo e psichico, oltre a squilibrare tutto il sistema dei chakra, i quali non possono essere considerati separati gli uni dagli altri.
I cinque chakra centrali, sono doppi e presentano un aspetto frontale (
centri emotivi collegati ai sentimenti) ed uno dorsale (centri della volontà). Il primo ed il settimo sono singoli: il primo (rivolto verso il basso) ed il settimo (rivolto verso l'alto), risultano monoversi ed adempiono alla funzione di collegarci alla terra (materia) ed al cielo (consapevolezza).

Ogni chakra è associato alla propria aura. L'energia metabolizzata dai chakra, infatti, entra con le proprie informazioni direttamente nelle aure e raggiunge livelli di coscienza e consapevolezza sempre più profondi, man mano che vengono interessate le aure più "spirituali".
Così le idee astratte, per concretizzarsi, devono scendere verso il basso e gli avvenimenti percepiti, attraverso i sensi, devono salire verso l'alto per essere compresi.
Pertanto un individuo che abbia i centri superiori aperti potrà avere delle ottime idee, ma se i centri più bassi non funzionano, non sarà in grado di realizzarle. E viceversa, un individuo con i centri inferiori molto attivi, potrà avere migliaia di esperienze, ma se queste non vengono filtrate dai centri superiori, non gli saranno di alcun aiuto in termini di comprensione.
É perciò importante che i chakra siano aperti ed attivi nella loro interezza, infatti, la loro perfetta funzionalità e correlazione è sinonimo di buona salute.
Ogni chakra ha un colore che è in relazione al colore dell'
aura corrispondente e che deriva dalle vibrazioni del chakra stesso.

(http://www.fiordiloto.org/public/chakra.htm)


Abbiamo appena fatto il salto nella tana del coniglio... Presto, molto presto, la esploreremo insieme. Capirete quali sono i collegamenti tra questi due post.

mercoledì 1 dicembre 2010

occupazioni & occupazioni

ricordo due anni fa...
ricordo 30 persone che dicevano di essere almeno 50 mentre occupavano una scuola di circa 1200 studenti...
ricordo 20 persone che dicevano di essere quasi 30 manifestare contro i 30 di prima che occupavano...
quale fosse la fazione che avevamo scelto non era importante, perchè ci credevamo.
abbiamo litigato tantissimo per una settimana sola di politica.
abbiamo sofferto come mai prima per una settimana di politica veramente sentita e vissuta.
abbiamo collaborato.
abbiamo fatto delle ronde notturne attorno alla scuola in bicicletta, anche in piena notte.
abbiamo cambiato opinione.
abbiamo trovato nuovi amici, nuovi compagni di lotta.
ci siamo odiati.
e poi ci siamo riappacificati.
eravamo pochi, ma ci credevamo.
nel bene e nel male.
da una parte come dall'altra.
certo, in mezzo c'erano gli ignavi; ma quelli ci sono sempre.

oggi, una nuova riforma.
la partecipazione "fisica" è maggiore.
quella morale no.
è anzi molto minore.
i figli della facebook generation si scambiano informazioni molto più velocemente di quanto poteva esserlo già due anni fa.
sanno tutto subito.
e però non sanno nulla.
di vero non sanno nulla.
combattono e non sanno davvero perchè.

alcuni di noi si sono fatti manovrare.
sono stati, al tempo, marionette in mani ignote, in un teatro troppo grande.
loro no.
o, almeno, loro meno.
ma sanno anche meno.
sono più stupidi, e basta.
sì, forse sono più stupidi di noi.
decisamente, sono più stupidi.
... o solo decisamente ingenui...