sabato 26 febbraio 2011

Canzone dell'indifferenza (o L'amore quando non si mostra)



Io non voglio vedere né sapere
i film che preferisci, quali volti
ti si sono fissati più nel cuore,
la musica che ascolti quando piove.
Non so quando sei stanca quando ridi
quando ti bacia il sole quando studi
quando sali sul bus quando ti vesti
quando ti svegli quando vai a dormire
Ormai di te io non so proprio nulla.

Di come passi le tue ore e i giorni,
di chi ti fa sorridere,
con chi farai l'amore,
quali fotografie hai scattato e dove,
delle tue tette: non mi frega niente.
Mi importa solo che tu sia felice.
Un anno è scivolato di silenzio:
se ti ho persa per sempre o se ritorni
non mi è dato saperlo e non mi importa.
Promisi di aspettarti: e io ti aspetto.


Tema abusato oltre ogni confine, ok. A un anno esatto da La Pagliaccina e La somma di due solitudini mi viene solo questo; che ci posso fare?
A proposito: La Somma di due solitudini è il mio racconto più letto. L'avete mai visto? E' qui. Appena un anno fa...

E, per par condicio, un piccolo omaggio springsteeniano anche alla Pagliaccina...

domenica 20 febbraio 2011

Genoa-Roma: DESCRIVI ANCHE TU LA ROMA CON...


Da 3-0 a 3-4.

Non ho parole.

Un mio caro amico mi scrive
"Hai visto che squadrone a Genova? Penso che manco all'oratorio si fanno ste rimonte"

Ride... ed è Romanista.

Io, invece, lancio una proposta, un concorso:

DESCRIVI ANCHE TU LA ROMA DELLE ULTIME SETTIMANE CON UN TITOLO
(di film/libro/canzone/ecc.)


Comincio io: ....

BASTARDI SENZA GLORIA


lunedì 7 febbraio 2011

ROSES IN THE RAIN -coming soon-


Il titolo "Roses in the rain" è un chiaro omaggio a Bruce Springsteen, Uomo descrivibile solo come The Boss. Qualsiasi altra parola è inutile e/o inappropriata.


La scelta springsteeniana di Thunder Road: una canzone che vuol dire molto (e non parlo solo per me): quel brano è un inno, un inno che amo... ma non ho costruito la mia raccolta in funzione di una canzone. Almeno, non era questa la mia idea di partenza. E' stato raggruppando i vari versi per tematiche che mi sono reso conto delle affinità (non poche e non solo tematiche) che trovavo tra le mie poesie e questa fantastica ballata.

L'idea mi è venuta un giorno che minacciava pioggia, mentre passeggiavo lungo uno stradone che, se solo avesse il mare, potrebbe essere the dusty beach road di fronte alla finestra di Mary nella suddetta canzone: la strada era un insieme di pozzanghere e una decina di petali rosa erano sparsi tra asfalto e lamiere di auto. Beh, più imboccata di così c'è solo la pappa dei bebè, no?

Vedere con questi occhi le Rose nella pioggia così come le avevo immaginate, e più o meno nella stessa situazione del protagonista di Thunder Road, mi ha poi portato a fare una considerazione. Stupida, forse. Banale, indubbiamente. Senza senso, ok. Però l'ho fatta: ho pensato che tutti noi, o almeno, tutti coloro che somigliano ai personaggi di Thunder Road, sono in qualche modo delle rose sparse, sprecate nella pioggia. Ma questa immagine non la voglio spiegare ulteriormente: rovinerei, probabilmente, quella magia che solo le sfumature della poesia ci possono regalare; vi priverei di questo meraviglioso diritto... e non è ciò che voglio. Non è il motivo per cui ho raccolto le poesie di "Roses in the rain". Prossimamentissimamente, per tutti coloro che la vorranno.


A Lorenzo, Flavia e Andrea, che sopportano con pazienza le mie paranoie

A Mamma, che trova (non si sa più come) la forza per capirmi

A Luigi e Gaia, detentori delle mie stesse, folli, idee

A Francesco, che con me invece ha condiviso tutto; bocciatura alla maturità inclusa

Ad Ale, una delle poche anime pure che ho la fortuna di conoscere

Ad Andrea, amico di sempre e grafico autore di questa meravigliosa copertina

A Ele, perchè mica tutte le ragazze degli amici sanno non vederti come un incomodo

A Filippo, che continua a offrirmi un posto sul suo divano per ogni partita della Roma

A Luisa, amica ritrovata

A Matteo e Margherita, un fratello e una sorella, lontani Km ma sempre nel mio cuore

A Claudio e Cristina, gestori del bar Marylin, luogo di pace e di attesa

Ai fratelli del Clan e alle sorelle del Fuoco, perché ognuno di loro mi ha dato qualcosa e, forse, io non avevo ancora fatto altrettanto

Ai lupetti del Dhak, per avermi reso “leggero” quando tutto sembrava nero

Ad Ananth, capace di riempire di brio le nostre vite (anche se mettendole a rischio)

A Giuseppe Elio Ligotti, il maestro

A mio cugino, che ha sempre trovato il tempo per aiutarmi e consigliarmi dove poteva, anche da Milano, anche se a lavoro

Ai Rio, perché una loro canzone mi ha salvato la vita

A Stiky, Bob e Luca, per il meraviglioso anno di servizio passato insieme

A Barzo, senza la cui cazziata ormai non parto più

A Giorgio, presenza superiore

A Simone e Cicca, perché i loro battibecchi sono unici

A un pino che non c’è più

A tutti coloro che non ho nominato perché la pagina è finita prima


.. e a una Pagliaccina intravista per sbaglio in un freddo giorno di… , per avermi ispirato la poesia più bella di cui sono capace

...e, soprattutto, per avermi reso un una persona migliore.

Pix

giovedì 3 febbraio 2011

1.II.2011



A tutti noi hai dato una lezione
ridendo tra i tuoi tori lì ad Aranda.
Quegli archi forse non li ha eretti l'uomo
ma per stupire no, non serve l'arte...:
Basta un buon ringhio, stare accovacciati
e con la mano pizzicar caviglie
chè tutti là lo scordano di colpo:
un cane quando morde non abbaia.



Questi 8 versi sono dedicati alla memoria di don Ismael.
Dovrei fermarmi ora e così, ma forse non gli renderei giustizia.
Dirò solo queste poche parole: un vero signore spagnolo, come pochi ce ne sono ancora in giro... di lui, mia madre ha sempre ricordato la brillante capacità di ridere di ogni cosa... e di fare scherzi.