domenica 16 agosto 2009

Dovevamo saperlo che l'amore -parte 4- CARbingers of the ECOcalypse

Questo video, visto per caso in tv, diventa un ottimo spunto per toccare un tasto molto delicato riguardo il nostro vivere quotidiano... e per aprire, in futuro, altre finestre.
Per affrontare questo problema ci viene in aiuto, ancora una volta, il magister professor Giuseppe Elio Ligotti: tuttavia non apriamo il discorso, come nostro solito, con "Dovevamo saperlo che l'amore", ma con "I numeri del fuoco", disponibile nelle librerie.

"... hanno dato fuoco a un centinaio di autovetture. Pareva la prova della notte delle streghe" confermò Edoardo. Poi ironizzò: "Il tuo vecchio amore per la macchina, eh?!"
"Certo. Io non mi rassegno a vivere in questa bolgia: l'invasione delle automobili, il traffico impazzito. E tutti zitti, tutti conniventi. E tutti isterici. Alle volte ho come l'impressione di essere l'unico a opporre resistenza. Intendo mentalmente".
"Ma la tua macchina non è parcheggiata lì fuori accanto alla mia?"
"Senti, il motivetto lo conosco: non possiamo più fare a meno dell'automobile. E lo credo. Hanno costruito le città a misura di tangenziale. E io che faccio, mi sottraggo?"
"Allora convieni che una resistenza di tipo mentale è pura frustrazione?"
"Convengo. Ma ogni frustrazione ha una sua valvola. La mia è il rifiuto del cervello all'ammasso. Quanto ai comitati di salute pubblica, nessuno mi toglie dalla testa che non esisterebbero se non ci fossero i comitati dichiarati di salute privata".
"Per me la tua posizione resta vagamente anacronistica"


..........


"Basta un semplice cambio di vocale, e una vocale in aggiunta. Stia a sentire. Caput mundi. Capote mundi... (...) Capote mundi. Come a dire che il centro del mondo si farà tettuccio del mondo. Fare dell'Urbe una città nel segno del centauro. L'intuizione di Tigellino, la sua intuizione, Gil, elevata a potenza, valorizzata, attualizzata. La città dei centauri. Un disteso garage a cielo aperto. Piazze, piazzole e vie: punto di collegamento e di raccolta per veicoli d'ogni tipo e targa; un enorme parcheggio, un oceano di alte cilindrate, di motori a scoppio, di padiglioni, castra motoria... fitti, fittissimi reticolati recintati da scocche e parafanghi, protetti da marmitte e cofani e cafoni, a perdita d'occhio. Un unico accampamento. Nè mancheranno le grandi pompe, gli sfarzosi distributori, le stazioni di servizio. Il più vasto serbatoio d'Occidente. Capote mundi. E' il destino dell'Urbe. L'esito più probativo della storia, la sua normale cloaca (...) Mai negare la storia, Gil, lei me lo insegna. Sotto ogni tabula rasa, c'è una platea d'attese, c'è un nuovo destino, o uno vecchio. Ecco: cancellare, fare tabula rasa, slargare la periferia, sventrare il centro, stroncare ogni parassitismo da bazar: non è la politica dei cavalieri?....

E adesso, direttamente da Dovevamo saperlo che l'amore, un ultimo brevissimo pippone da leggersi: fà un po' da spiegazione a quanto detto finora e getta il ponte necessario per aprire un discorso che cominceremo quanto prima.

“Ti faccio una predizione,” disse quello stesso pomeriggio Tomasi, perfettamente lucido. “Ascoltami bene, ragazzo! Non si arriverà agli anni novanta che il comunismo crollerà. E sarà merito della Chiesa. E anche dei miei scritti, in latino naturalmente. Hai capito cosa ho detto?”
“Tomasi, a me che il comunismo sovietico crolli interessa poco o niente. Anzi, forse lo auspico pure. Io sono un liberalsocialista.”
“Non esistono i liberalsocialisti. Non esistono! O si è liberali o si è socialisti. Ma uno con la tua testa queste cose non le capisce? Lo diceva anche Croce.”
“Croce aveva torto. Forse il comunismo crollerà, e ripeto: io lo auspico. Ma allora sorgeranno i veri problemi. Il capitalismo si scatenerà a tutte le latitudini, occuperà tutti i mercati, tenterà di schiavizzare il mondo con il miraggio del benessere e del petrolio. Bisognerà impedirlo. E non ci sarà che la via liberalsocialista. Il massimo della libertà, il massimo della giustizia sociale. Allora il mondo sarà liberalsocialista. O non sarà.”
“Tu mi farai impazzire, impazzire mi farai…”


... Fuori i vostri pareri adesso... NON SIATE TIMIDI!

1 commento:

Anonimo ha detto...

un video tanto macabro quanto significativo e realistico ke ci illustra quanto sia drammatica la situazione in questo momento e quanto può degenerare