Una radiosa promessa dell'architettura e un coraggioso medico in formazione. Abitiamo nella stessa incredibile casa sul lago e siamo pazzi l'una dell'altro. Eppure non ci siamo mai incontrati, fatta eccezione per un paio di frettolose parentesi che ci hanno visti vicini; talvolta vicinissimi, senza però che ci riconoscessimo davvero.
Due anni ci separano, nel senso più assurdo e inaccettabile. Io sono Alex, e vivo nel 2004. Mi chiamo Kate; a quanto ne so siamo nel 2006 da parecchi mesi.
Il progetto lontano dal tempo e dallo spazio di un architetto trombato negli affetti si mostra, con questo inconcepibile edificio, in tutta la sua affascinante incompletezza; ed è probabilmente per questo che ci piace tanto. Questa casa simboleggia la proprietà, il contenimento e il controllo; ma non il contatto. Complici una cassetta della posta sicuramente un po' magica che ci permette di comunicare e una cagnetta di nome Jack che dorme come un umano, abbiamo costruito un rapporto solo all'apparenza costituito dal semplice scambio epistolare, ma in realtà riempito da lunghe passeggiate per la città, da scritte sui muri che abbattono le stagioni, da soste sotto la pioggia all'ombra di aceri spuntati rigogliosi nell'improvviso di due anni... e da Jane Austen, dalla persuasione che lentamente erode persino le certezze più orgogliose e che fa vincere, a dispetto del tempo e della logica, l'ineluttabilità di certi sentimenti, di certi destini.
the Lake House - La casa sul lago del tempo (2006)
Nota alla lettura: ovviamente il colore blu è per il personaggio di Keanu Reeves, mentre il rosso va attribuito a Sandra Bullock.
Si è trattato di un esperimento, quello di far parlare due personaggi nella stessa pagina, nello stesso discorso, senza interromperne la continuità. Il risultato a me è piaciuto.