Come dire; c'è questa storiella del bambino e del maestro zen che, mi pare, parli da sola...
Insomma, c'è un bambino cui, nel giorno del suo compleanno, i genitori regalano un cavallo. "Che bello" esclama lui; il maestro zen dice "vedremo"... Poi il bambino cade da cavallo e si rompe una gamba: mentre tutto il villaggio piange la disgrazia, il maestro zen sussurra "vedremo". Anni dopo, tutti i giovani vengono chiamati in guerra; ma non quel bambino, a causa della storpiatura: "si è salvato" pensa qualcuno; ma il maestro zen dice... Beh, avete capito. Ora prendete me: ufficialmente lavoro per il governo al ministero dell'agricoltura, nel dipartimento importazione mele; ufficiosamente sono un agente della CIA che, a differenza di tutti i suoi colleghi coetanei, è rimasto indietro con le promozioni. Ho studiato finlandese per tre anni mirando, come punto di arrivo, al comando del nostro distaccamento a Helsinki; ma un nuovo vice direttore figlio di puttana ha deciso di bloccarmi qui, al D. C., in uno squallido ufficio dedito a un proposito oscuro e ipocrita, inafferrabile come tutta questa Guerra Fredda.
C'è da dire che mio padre gasava bevande in Grecia, mentre io me ne sto qui a ingrassare in tutta tranquillità... cominciate ad afferrare il senso di quella storiella insulsa, eh?...
Mettiamola in questi termini: con, a disposizione, qualche centinaio dei milioni di dollari del Congresso, io e i miei ragazzi possiamo pure infliggere, per la prima volta, un colpo mortale all'Armata Rossa servendoci degli Afghani; ma non so dire se tutto ciò potrà essere considerato un successo, nel lungo periodo.
L'America mi piace perché non combatte guerre sante: badate, non lo dico perché non creda in Dio. E sì che sono greco, di religione cristiano - ortodosso... ma, almeno in questo gioco, non credo in Dio; anche se, onestamente, ammetto che magari un bel paio di gambe potrebbe farmi cambiare idea...
Philip Seymour Hoffman
performing
Gust Avrakotos;
Charlie Wilson's War - La Guerra di Charlie Wilson (2007)