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domenica 29 marzo 2020

Coronavirus, dall'Albania Edi Rama invia 30 medici in Italia



"Lo so che a qualcuno qui in Albania sembrerà strano che trenta medici e infermieri della nostra piccola armata in tenuta bianca partano oggi per la linea del fuoco in Italia. So che trenta medici e infermieri non rovesceranno il rapporto tra la forza micidiale del nemico invisibile e le forze in tenuta bianca che lo stanno combattendo nella linea del fuoco da quella parte del mare. Ma so anche che anche laggiù è oramai casa nostra: da quando l’Italia e le nostre sorelle e i fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l’Albania bruciava di dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile; e le risorse umane e logistiche della nostra terra non sono illimitate. Ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che vengano chiamate, mentre in Italia (dove si stanno curando negli ospedali di guerra anche albanesi feriti del nemico) hanno un enorme bisogno di aiuto. È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere. E anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri. Ma forse esattamente perché noi non siamo ricchi, e neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà.
Questa è una guerra dove nessuno può vincere da solo. E voi, cari membri coraggiosi di questa missione per la vita, state partendo per una guerra che è anche la nostra. E l’Italia la deve vincere - e la vincerà questa guerra: anche per noi, e anche per l’Europa e il mondo intero". 


Questo il messaggio che il primo ministro Edi Rama ha pronunciato, prima in albanese e poi anche in italiano, di fronte alla squadra di trenta medici e infermieri partita da Tirana per dare man forte alla sanità lombarda in difficoltà.
Un messaggio pregno di consapevolezza e di tanta dignità: Rama sa perfettamente che trenta operatori sanitari non sono che un piccolissimo contributo davanti ai numeri dell'emergenza mondiale, ancora tutta in escalation.
Per chi frequenta le chiese e ha qualche nozione dei vangeli, tuttavia, questo piccolo aiuto dovrebbe ricordare qualcosa: l'accostamento con la vedova povera nel Tempio, che offriva alla questua la sua unica moneta, è fin troppo naturale...

Senza farci cogliere da fin troppo facili sentimentalismi, ma pure senza sottovalutare l'apporto dell'Albania alla tragedia che viviamo ogni giorno a causa del coronavirus, è ovvio che questa mossa di Edi Rama ha un chiaro significato politico. Come tutto, del resto.
Il Paese delle Aquile, solo lo scorso ottobre 2019, ha infatti subìto una cocente delusione quando il vertice sull'allargamento dell'Unione Europea nei Balcani ha siglato un brusco stop alle aspirazioni di Albania e Macedonia, che agognavano l'ingresso nella UE.

La candidatura dell'Albania, in realtà, era già stata presa in esame e sembrava avere serie possibilità di poter entrare tra i 27... Fu la Francia, in sede di Consiglio Europeo, a porre un chiaro veto al riguardo. Vuoi per un miglioramento dei suoi rapporti con Mosca, vuoi per un (non dichiarato) timore che l'allargamento dei confini comunitari a Tirana avrebbe avuto delle conseguenze sulle rotte e sui cicli migratori.

In questo senso la mossa dell'Albania, che con umiltà riconosce di non essere un Paese ricco, ma che pure sottolinea come Paesi ricchissimi (e membri della stessa UE) si stiano voltando le spalle a vicenda, va letto come il tentativo di riannodare le fila di un percorso interrotto. Un voler rimarcare che quei valori di solidarietà e di fraternità internazionale sono molto sentiti da Rama e dal suo popolo.

Non si tratta probabilmente di una frecciatina a Macron; ma che il ruolo e le intenzioni del presidente francese debbano definirsi una buona volta è più che mai sotto gli occhi degli osservatori.
La Francia non può fare e disfare come più piace al suo governo, senza mantenere una linea di continuità tra i giorni. Ma è indubbio che il voto di Parigi pesi, e molto, tra i 27.
 Sia che si parli di Albania, sia che si parli di eurobond.

Edi Rama ha fatto la sua mossa. Per tutto il resto, la palla passa (da tempo) dall'Eliseo.

domenica 27 giugno 2010

Cosa vi avevo detto...?

Non era forse da questo settembre che dicevo a molti di voi "Questa Nazionale ha bisogno di Thiago Motta. Lui ha la doppia nazionalità e vorrebbe tanto giocare con l'Italia"???

E mi rispondevate, a un solo coro "Ma Thiago Motta.... è brasilianoooooo!"

Bene, razza di bestie rustiche.

Ma la storia dà ragione A ME.

Cassano-Balotelli,
ma anche Thiago Motta

Il nuovo ct già all’opera, senza preclusioni: De Rossi, Pirlo e Gilardino restano

Mario Balotelli (Ansa)
JOHANNESBURG — Il futuro è adesso. Cesare Prandelli è già al lavoro: sarà presentato a Roma tra 5 giorni e esordirà in panchina tra 47 (11 agosto). Nella sua casa di Firenze si è fatto registrare le partite della nazionale al Mondiale e da quelle immagini, poco edificanti, ripartirà. Come sarà la nuova squadra? Giovane, fresca, sbarazzina, possibilmente simpatica.

Costruita attorno a due sistemi di gioco, che il tecnico di Orzinuovi ha sperimentato con successo nella Fiorentina: il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Per ironia della sorte il futuro riparte dal triste passato perché anche Lippi, nel disastroso Mondiale sudafricano, ha lavorato principalmente su questi moduli. Diversi, però, saranno gli interpreti. Il rinnovamento è inevitabile. Nel gruppo di Prandelli l’elenco dei campioni del Mondo si ridurrà a De Rossi, Pirlo e Gilardino. Il quarto, Gianluigi Buffon, tornerà a disposizione dopo l’operazione all’ernia del disco. Via la vecchia guardia: Cannavaro e Gattuso hanno abdicato, Zambrotta, Camoranesi e probabilmente anche Iaquinta hanno chiuso la loro avventura all’Ellis Park, nel pomeriggio più nero della storia del calcio italiano.

Rifondazione, però, non significa epurazione. Prandelli intende confermare una parte dei giocatori che sono andati in Sudafrica. I valori del calcio italiano, del resto, sono quelli che sono. Bonucci, Chiellini e Criscito continueranno a far parte della difesa della nazionale; Marchisio, Montolivo e Palombo animeranno il centrocampo; l’inconsolabile Quagliarella, eroe malinconico dell’ultima recita, resterà nel gruppo. Ma con Prandelli cambierà la filosofia e non ci saranno esclusioni a prescindere: Cassano tornerà in squadra. Prandelli punterà anche su Giuseppe Rossi, l’americanino del Villarreal, e su Balotelli.

Ma proviamo a fare chiarezza, reparto per reparto. Il nuovo tecnico deve coniugare due esigenze: il ringiovanimento del gruppo e la necessità di ottenere subito risultati credibili nelle qualificazioni ai prossimi campionati Europei in Ucraina e Polonia in un gruppo tosto con Serbia e Slovenia. Il portiere è un problema serio, forse il più serio. Buffon potrebbe tornare in nazionale nel 2011. Difficile immaginare che Prandelli riparta da Marchetti, molto deludente in Sudafrica. Piacciono Sirigu e Viviano, nell’emergenza potrebbe essere ripescato Abbiati.

In difesa la potenziale coppia di centrali potrebbe essere Chiellini-Bonucci: forte fisicamente, ma inesperta. In prospettiva verrà seguito Ranocchia, nell’immediato potrebbero tornare utili sia Gamberini sia Barzagli. In difesa gli esterni potrebbero essere Cassani e De Silvestri da una parte e il confermato Criscito dall’altra. Santon è un serio candidato, ma dovrà dimostrare, già in estate, di essersi messo alle spalle tutti i problemi fisici e di testa. Occhio al giovane Ogbonna del Torino e della nazionale Under 21.

A centrocampo si ripartirà da Pirlo (anche come trequartista), ma il futuro è Montolivo che proprio Prandelli ha trasformato in un centrocampista tuttofare. De Rossi è imprescindibile, Marchisio sarà tenuto in considerazione. Palombo garantirà muscoli, compattezza, personalità. Piace moltissimo Aquilani e potrebbe rientrare Galloppa, senza dimenticare Thiago Motta: Prandelli non si farà problemi a convocare, come fanno tutti, i naturalizzati. Importanti gli esterni: subito Marchionni o il brasiliano Taddei, in prospettiva il giovane argentino Schelotto, che fa già parte della Under 21, ma che deve ancora giocare una partita in A.

Capitolo attaccanti. Gilardino è quasi un figlioccio, nonostante alla Fiorentina negli ultimi mesi il rapporto non fosse più idilliaco. Da verificare Pazzini, anche se quello che si è messo in evidenza nella Sampdoria èmolto diverso da quello che non riusciva ad emergere nella Viola. Cassano darà qualità al gioco, Balotelli regalerà un b r i c i o l o d i imprevedibilità, Rossi porterà qualità e ritmo. Serve un centravanti fisico, come il Toni dei tempi belli: può essere recuperato Borriello, ma bisognerà fare attenzione ad Amauri.

Alessandro Bocci
26 giugno 2010

http://www.corriere.it/sport/speciali/2010/mondiali-calcio-sudafrica/notizie/26-giugno-cassano-balotelli-anche-thiago-motta_67667388-80fc-11df-9a47-00144f02aabe.shtml


Attendo i vostri più contriti "Avevi ragione tu!"