mercoledì 26 marzo 2008

Rivalutando l'Iscariota...

Vorrei dedicare un momento di riflessione per una figura forse ingiustamente accusata di continuo dall'intera umanità, visto che addirittura il suo nome è diventato, per antonomasia, il sinonimo primo di traditore. Avrete sicuramente capito che parlo di Giuda Iscariota, l'apostolo "cassiere". Faccio notare questa sua particolare utilità nell'ambito della "comitiva" per ricordare a me e a voi che questi diveva essere forse il più "interessato" agli affari di Gesù, alla sua predicazione, e all'impatto che avesse sulla folla.

Chiamatemi pazzo, perchè probabilmente lo sono, ma personalmente sono portato a provare un senso di compassione per questo poveraccio. Non tanto perchè mi faccia pena come figura, quanto perchè credo che lui fosse convinto che ciò che stava facendo fosse la cosa giusta. Intendiamoci: ciò che la Palestina si aspettava che il Messia fosse, era un uomo potente e cazzuto, che (magari con la spada in mano) guidasse la rivolta armata contro i Romani, liberando così la terra promessa. E invece cosa si ritrovano i grandi sacerdoti: il povero figlio di un falegname che, messosi in testa di diventare un grande rivoluzionario, comincia a parlare di amore, di Perdono, di uguaglianza, di giustizia... Arriva addirittura a dire che è giusto pagare il tributo a Cesare! Risulta chiaro che la Verità offerta dal Nazareno non era accettabile, anche perchè cominciava a denunciare un  già inoltrato costume di corruzione, sopratutto da parte dal ceto religioso. E qui interviene il nostro amico, il buon Iscariota. Probabilmente non ha consegnato Gesù tanto per i suoi 30 denari o per il gusto di tradirlo, quanto perchè era convinto che, messo alle strette, avrebbe mostrato ciò che tutti si aspettavano. Io me lo vedo (anche se sappiamo che, storicamente, a quell'ora si era già tolto la vita) Giuda sotto la croce, che tra la folla comincia a sussurrare "Sì, sì, ma ora vedrete: adesso arriva il suo carro di fuoco, lui ascende in cielo, e poi vi fa il c*** a tutti.." salvo poi morire di dolore e commettere il peccato più grande. Se devo pensare che Giuda alla fine sia stato condannato alla dannazione eterna, preferisco pensare che ciò sia avvenuto perchè ha avuto l'arroganza di pensare di aver peccato così tanto da non poter essere perdonato, piuttosto che per aver gettato il presupposto fondamentale della morte di Cristo e, conseguenzialmente, della nostra Fede.

Sono contento, tra l'altro, di vedere che anche Venditti la pensa come me (più o meno). A questo proposito vi allego un bel video, la cui musica è una delle ultime canzoni dell'autore romano. Godetevelo. P.s.: sul tradimento vorrei dire la mia: Va bene che Cristo ci ha detto di perdonare fino a 70 volte 7; ma all'ultimo disse anche "Porgi l'altra guancia".. io, per quanto possibile, tento di fare così; però voglio anche ricordare una cosa: se di guance ne abbiamo solo due, un motivo ci sarà...

1 commento:

Anonimo ha detto...

tPAZZOOOOOOOOO! (hai detto tu "chiamatemi pazzo")
Per lo meno non hai scritto come la mia prof di filosofia "Porgete l'altro schiaffo". Che altro dire? Forse per far visitare il tuo blog dovresti metterti nudo sull' A1 con un cartello "Visitate Saintlamb".