martedì 11 marzo 2008

Compagno di scuola... alla fine cosa hai scelto: il coraggio o la sicurezza?




La convocazione di cui parlavo nell’ultimo post, per fortuna (ma, ahìme, anche “purtroppo”) non arriverà mai. L’articolo sulla droga che vi ho fatto leggere, lo ricordate? Beh, potete considerarlo un po’ come la “Pro Milone” di Cicerone: un’orazione che non è mai stata pronunciata. Così anche il mio articolo è solo un insieme di parole disordinate che non conosceranno mai il modello di stampa.
Ma forse, è anche giusto così…
Perché la libertà individuale finisce nel momento che va a intaccare quella altrui. Sei liberissimo, se vuoi, di sparare una musica ad alto volume a mezzanotte, ma prima o poi i tuoi vicini arriveranno, e dubito seriamente che saranno bendisposti nei tuoi riguardi…
In parole povere, io “posso” esprimere le mie opinioni, ma nel momento che ciò che scrivo viene divulgato, se accusa le fittizie solide basi di un potere che si vorrebbe far chiamare democratico, quando poi è chiaro che la democrazia che presenta è chiaramente fascista (e vi lascio cogliere l’ossimoro), allora non solo schiaccerà me, ma anche coloro che mi hanno appoggiato. In sostanza ci si fa chiudere il giornale.
Ma parlo per utopie, perché fortunatamente ho un superiore, un direttore molto competente, che sa far ragionare i suoi collaboratori. Il mio articolo è ridotto a un’oratiuncola, che quasi lecca il culo alla preside, ma che così facendo salva i deretani a tutti noi.
La censura.
Eppure io sapevo che:
1) Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
(Art. 19 Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo)

2) Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non mpuò essere soggetta ad autorizzazioni o censure
(Art. 21 Costituzione della Repubblica Italiana)

3) La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà d’espressione, di pensiero e di coscienza
4) In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata.
(Art 1, comma 4; art. 3 comma 4 Statuto degli Studenti)

Dovrebbe perciò essere impensabile, in un Paese come il nostro, di porre i freni alla libertà di espressione. Eppure accade.
L’amico Rod, anche lui in redazione, proponeva di staccarci dall’appoggio economico della scuola e di diventare indipendenti. Il pensiero è molto bello, e fosse per me lo farei: finalmente ci sarebbe un’informazione più pulita e davvero LIBERA… ma dove li troviamo 150 euro per uscire ogni volta, e solo con 200 piccole copie?
Siamo dipendenti dal dio Denaro, che solo l’ordine costituito ci può fornire.
.. Se la scuola ci insegnasse a pensare..!
E così ci troviamo al bivio, proprio come il “compagno di scuola” della celebre canzone di Venditti: alla fine cosa ha scelto: il coraggio o la sicurezza?

1 commento:

Casal Paterson ha detto...

raccogliete le mail degli studenti, inviate il giornale in pdf così evitate spese e salvate alberi