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venerdì 1 ottobre 2010

La mia im-maturità



















Ecco un validissimo motivo per cui, a posteriori, non posso dire di non essermi cercato un cattivo risultato scolastico. O,come si dice oggi, un ESITO NEGATIVO all'esame di Stato...: Il mio libretto delle giustificazioni! (N.B. Uno dei motivi dei ritardi è stato cancellato al computer... per motivi di decenza)

















E questo... beh, è da spaccarsi dalle risate! La mia prima simulazione di terza prova di matematica! Non sapendo cosa diavolo rispondere alla domanda ho scritto solo " .. La matematica non sarà mai il mio mestiere..." ... Ma la cosa bella è che, per questa puttanata, il mio esercizio è stato valutato la bellezza di 3/15! Pensate se avessi scritto tutta la canzone.....

giovedì 20 marzo 2008

Libri (senza mezzi media-se-tici) intelligenti al Giulio

Ciao.
Poche parole mie, perchè credo che quelle degli autori in questione e le immagini valgano molto di più.
Parliamo di cultura, e di libri dimenticati o quasi...
Cominciamo con "Strani giorni" di Matteo Scifoni.
La storia parla dei giorni subito precedenti ai fantomatici esami di maturità... Ma non pensiate a cloni dei film di vaporidis, anche perchè i lavori di Scifoni sono stati scritti ben prima!
Niente toni dolci, ma anzi: ruvidezza, termini talvolta rozzi e giovanili, situazioni in bilico tra il noir francese e il western all'italiana, risate a tutto spiano...(per il lettore)
Protagonisti anarchici senza il minimo rispetto per niente, nemmeno per se stessi. Sceneggiature quasi fumettistiche al limite dell'inverosimile.
La scena è ambientata a Roma, e se i luoghi non sono direttamente riconoscibili, basta solo giostrare un po' con la fantasia e gli anagrammi: cosa vi dice, per esempio, LICEO I.C. in via delle TRE TESI..?
Come dicevo prima, però, senza la giusta sponsorizzazione questo non è certo un libro che ha sfondato; anzi. Ormai credo sia reperibile solo sul sito della casa editrice, le Terre Sommerse (e qui è proprio vero: NOMEN OMEN), oppure alla libreria di piazza Capri.
Se ne avrò la possibilità, vi trascriverò qualcosa.
Altro romanzo, in assoluto più accessibile a tutti, perchè in tutte le librerie, è "E' finito il nostro carnevale", di Fabio Stassi.
Ma qui davvero non dico niente, perchè ho un'intervista con l'autore che vi spiegherà molto.
Sappiate solo che si parla di calcio (quello puro, con Garrincha e Pelè), di rivoluzione, di politica, e di amore.
Amore per uno sport, e per le libertà sì, ma sopratutto per una donna: la modella della coppa Rimet (la prima coppa del mondo, assegnata alla squadra che per prima ha vinto tre campionati mondiali: il Brasile nel 1970).
Qualcosa fa pensare che la coppa, poi, non sia stata fusa solo nell'oro..
Ma ho detto anche troppo: come al solito non ho saputo regolarmi.
A tutti voi: Fabio Stassi

martedì 11 marzo 2008

Compagno di scuola... alla fine cosa hai scelto: il coraggio o la sicurezza?




La convocazione di cui parlavo nell’ultimo post, per fortuna (ma, ahìme, anche “purtroppo”) non arriverà mai. L’articolo sulla droga che vi ho fatto leggere, lo ricordate? Beh, potete considerarlo un po’ come la “Pro Milone” di Cicerone: un’orazione che non è mai stata pronunciata. Così anche il mio articolo è solo un insieme di parole disordinate che non conosceranno mai il modello di stampa.
Ma forse, è anche giusto così…
Perché la libertà individuale finisce nel momento che va a intaccare quella altrui. Sei liberissimo, se vuoi, di sparare una musica ad alto volume a mezzanotte, ma prima o poi i tuoi vicini arriveranno, e dubito seriamente che saranno bendisposti nei tuoi riguardi…
In parole povere, io “posso” esprimere le mie opinioni, ma nel momento che ciò che scrivo viene divulgato, se accusa le fittizie solide basi di un potere che si vorrebbe far chiamare democratico, quando poi è chiaro che la democrazia che presenta è chiaramente fascista (e vi lascio cogliere l’ossimoro), allora non solo schiaccerà me, ma anche coloro che mi hanno appoggiato. In sostanza ci si fa chiudere il giornale.
Ma parlo per utopie, perché fortunatamente ho un superiore, un direttore molto competente, che sa far ragionare i suoi collaboratori. Il mio articolo è ridotto a un’oratiuncola, che quasi lecca il culo alla preside, ma che così facendo salva i deretani a tutti noi.
La censura.
Eppure io sapevo che:
1) Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
(Art. 19 Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo)

2) Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non mpuò essere soggetta ad autorizzazioni o censure
(Art. 21 Costituzione della Repubblica Italiana)

3) La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà d’espressione, di pensiero e di coscienza
4) In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata.
(Art 1, comma 4; art. 3 comma 4 Statuto degli Studenti)

Dovrebbe perciò essere impensabile, in un Paese come il nostro, di porre i freni alla libertà di espressione. Eppure accade.
L’amico Rod, anche lui in redazione, proponeva di staccarci dall’appoggio economico della scuola e di diventare indipendenti. Il pensiero è molto bello, e fosse per me lo farei: finalmente ci sarebbe un’informazione più pulita e davvero LIBERA… ma dove li troviamo 150 euro per uscire ogni volta, e solo con 200 piccole copie?
Siamo dipendenti dal dio Denaro, che solo l’ordine costituito ci può fornire.
.. Se la scuola ci insegnasse a pensare..!
E così ci troviamo al bivio, proprio come il “compagno di scuola” della celebre canzone di Venditti: alla fine cosa ha scelto: il coraggio o la sicurezza?