sabato 19 settembre 2009

Kabul, 17.IX.2009

Dei nostri fratelli Babilonia
beve il sangue e mastica la carne
è secco di dolore perchè ha pianto
diciannove lacrime il deserto

Alessandro Riccioni, di cui
avremmo parlato sicuramente a breve, torna tristemente attuale con il 29° componimento tratto da "50 grammi d'epos" (TerreSommerse editore), il cui titolo era Nassirya.
Passa il tempo. Cambiano le facce. Le situazioni purtroppo sono sempre le stesse. Questa volta il deserto è quello afghano, lo scenario è Kabul, le lacrime piante "solo" sei. Sei lacrime, la più grande delle quali aveva 37 anni, e non vedrà mai il proprio bambino andare a scuola; altre due invece stavano programmando il matrimonio...
E piangiamo tutti quanti allora, perchè la colpa è la nostra. Quei ragazzi vanno a morire in missione di pace, sì perchè il territorio è ostile, ma gli ostili, al tempo debito, ci faceva comodo sovvenzionarli giusto perchè combattessero una guerra volta ad abbassare il livello dello spauracchio sovietico. E adesso la frittata è stata voltata,
ora gli ostili si sono rivelati per quello che erano (ma tanto che ce fregava finchè non sò venuti a rompere le palle a noi?), allora siamo intervenuti, li abbiamo respinti, ma non definitivamente, perciò... siamo ancora lì.
Provo un profondo disprezzo per coloro che dicono che siamo lì come servi degli americani, per il loro petrolio. Queste persone le voglio vedere dopo che l'Italia sarà colpita da un attentato "in casa".
Ma basta, ho scritto pure troppo: di fronte al dolore la politica deve scomparire. Riscopriamoci per un momento Fratelli, uniti nel dolore di questi figli, madri, fidanzate, mogli per la scomparsa dei rispettivi padri, figli, ragazzi, sposi.

Ma crediamo che, almeno, non siano morti per nulla.


Aggancia la fune di vincolo
Spalanca nel vento la botola
Assumi la forma di un angelo
.. E via, pel tuo nuovo destin...

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