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sabato 11 ottobre 2008

Aspettando un nuovo Boss

A meno di un mese dalle presidenziali americane il clima è teso, e il panorama elettorale statunitense mutevole. Tra i due rivali, il repubblicano John McCain e il democratico Barack Obama, volano (in assenza di sedie, visto il "civismo" americano) le accuse: Obama è amico dei terroristi, McCain dei comunisti nicaraguensi; Obama è un ex tossico e un bugiardo, McCain è stato implicato nello scandalo finanziario Keating 5... e altro ancora.
Quest'ultimo punticino riguardante lo scandalo degli anni '80, in particolare, sembra oggi essere diventato un ostacolo che impedisce al senatore dell'Arizona di andare avanti, se non di fermare completamente l'ascesa della sua immagine agli occhi dell'elettorato americano. Complice l'attuale crisi economica. Certo, l'ex "aviator", veterano del Vietnam, è morto e risorto più volte, in politica come in guerra; ma questa volta ci vorrebbe davvero uno sbalzo di umori difficile da immaginare.
Non che Barack Obama abbia in tasca gli strumenti per aggirare la crisi, anzi!
Assieme a un piano di ripresa economica molto meno dettagliato di quello del rivale repubblicano, il senatore dell'Illinois si porta dietro, nelle vesti di comandante in seconda, Mr. Biden, che (non sarà la discussa e neofita Sarah Palin, ma in compenso) è un campione di gaffe (chissà poi perchè il forse-primo-futuro-presidente-nero abbia preso con se questo Pinocchietto che fino a un anno fa lo accusava di voler incontrare Ahmadinejad?).
Ma naturalmente queste non sono che nullità, visto fino a che punto sono coperte dall'enorme scudo di bronzo che è lo charme.
La verità è che l'americano medio sente il bisogno del cambiamento; e il cambiamento, il cittadino medio più che "sentirlo" si limita a "vederlo".
Inutile quindi ricordare che John McCain è stato nell'ombra per tanto tempo solo in quanto oppositore in casa della politica di paparino Bush. Guarda caso il partito lo tira fuori ora, vista la diffusa impopolarità del grande capo; ma tutto questo purtroppo non basta: i più vedono in McCain solo un vecchio rugoso (soccorsi dall'indispensabile intervento dell'ereditiera Hilton).
Si può mettere vicino al senatore dell'Illinois che, oltre a simboleggiare cambiamento dalla sola pigmentazione, i giornali hanno subito ribatezzato "il moderno Kennedy"?

La gara non è di certo conclusa. Sfuggono ai sondaggi i veri pensieri di quattro stati decisivi: New Hampshire, Indiana, Wisconsin ma sopratutto Ohio. E Obama non sarebbe il primo democratico che torna a casa per via del voto dell'Ohio...

Personalmente non ho una preferenza; solo una paura: che gli americani, in un momento così delicato, scelgano con il cuore, e non con il cervello.

sabato 6 settembre 2008

Normandia






Scrivo poco: Le immagini praticamente parlano da sole. Impressionanti i cimiteri; non solo quelli americani, anche quelli tedeschi.

Di certo non erano i soldati diciannovenni della Wermacht i criminali di guerra. Anche loro avevano paura.


NORMANDIA

Anche la rena tua è più dura sotto
i piedi che si ostina a non coprire
il mare grigioverde di uniformi
che nel quarantaquatttro eran bagnate
più dal rosso di morto che dal sale.
Di torri e fil spinato la tua terra
è un cumulo e di fossati che certo
pale non han scavato.
Le tracce delle bombe son presenti:
son di liberazione cicatrici
che sulle tue scogliere, sul tuo volto
al sole risplendono ‘Normandia.
(Paris, 1/IX/'08)