Dalle crociate ho imparato una cosa: che non esiste alcuna guerra santa e che il mio Dio non può essere felice di ciò che abbiamo fatto laggiù. Me lo hanno rivelato gli occhi di una donna inerme, colmi di pietà, un momento prima che il mio sovrano Cuor di leone ci ordinasse di ripulire il mondo dagli infedeli.
Sono uno senza peli sulla lingua, uno che dice ciò che pensa, per quanto imbarazzante e scomodo possa essere. Ho una fede immensa nei debiti che contraiamo con la fortuna e nella parola data. Specie nella parola data a un uomo in fin di vita. Così, per restituire a un vecchio nobile inglese la spada rubatagli dal figlio morto, mi sono finto barone di Nottingham. Paradossalmente grazie a questa piccola bugia ho rinvenuto pian piano tutti i tasselli dimenticati della mia storia e ho finalmente aperto gli occhi, mostrando il mio sguardo feroce ai tiranni che affamano la povera gente, insegnando agli uomini onesti la libertà per diritto e sfruttando la mia temibile mira per appiccicare da lontano, con l'arco e con la freccia, il mio manifesto di ricercato sulle mura municipali della corruzione e di ogni disumana cecità.
(Quel giorno l'autunno sapeva di Autunno, sù a Milano...)
We haven't spoken in months You see i've been counting the days I dream of such humanities, such insanities I'm lost like a kid and i'm maze But i've never taken your coats Haven't no block on my phone I act like an addict, i just got to have it I never can leave it alone
Old habits die hard Old soldiers just fade away Old habits die hard Harder than November rain... (...) Old habits die hard Hard enough to feel the pain
Il "mito" storico vuole che Napoleone, guardando Madrid prima e oltre la città poi, abbia mormorato, nello sconcerto: "Ho mandato i miei uomini a conquistare un deserto..."
Presto, molto presto, quel deserto diventerà la mia Terra di Nessuno.
We got one last chance to make it real
to trade in these wings on some wheels
Climb in back
Heaven's waiting on down the tracks
Bruce Springsteen, Thunder Road
...Se non esci da te stesso, non puoi sapere chi sei, Il filosofo del re, quando non aveva niente da fare, veniva a sedersi accanto a me, mi guardava rammendare le calze dei paggi, e a volte si metteva a ragionare, diceva che ogni uomo è un'isola, ma io, siccome la cosa non mi riguardava visto che sono una donna, non gli davo importanza, voi che ne pensate, Che bisogna allontanarsi dall'isola per vedere l'isola, e che non ci vediamo se non ci allontaniamo da noi. Se non ci allontaniamo da noi stessi, intendete dire, Non è la medesima cosa. (...)
Siamo figli di una cultura che non ci abbandonerà mai. Per quanto tentiamo di allontanarcene, prima o poi la classicità, la grecità, con tutto il suo patrimonio di storie, di miti, di criteri e canoni, di ordine e di razionalità, ritorna sempre. E' la storia dell'arte, ma anche dell'uomo, in Europa. E' così da sempre.
Quando il disordine, l'anticlassicità, diventa eccessiva, la rivoluzione migliore che riusciamo a inventare è un ritorno alla Grande Madre. Per poi ridiscostarcene; ciclicamente. 7 endecasillabi e un quinario. Poi, un altro endecasillabo.
Essendosi le prime copie di Roses in the rain esaurite con una velocità niente male (considerando che sono la raccolta di uno sconosciuto-sfigato quale io sono) e avendo destato nei lettori una curiosità non indifferente, oggi l'autore propone un sondaggino per indagare i gusti del pubblico e individuare quella che, a detta d'altri, è la "Rosa nella pioggia" meglio riuscita...
Seguono 7 campioni selezionati (Per votare usate il sondaggio sulla sinistra!):
Non facciamo processi, tantomeno su fatti di cui non abbiamo contezza e che (sopratutto) non interessano a nessuno. Però il fatto resta: qualcuno mi ha fatto sparire il blocknotes (quello nero con i laccetti, dove appunto tutto: raccontini, riflessioni, poesie, ecc.) per farmelo ritrovare dopo quattro giorni. Chiunque tu sia, caro il mio curioso, voglio che tu sappia che non ce l'ho con te: se me lo avessi chiesto, molto probabilmente ti avrei fatto leggere volentieri il contenuto di questo taccuino. Farlo così, però, mi ha infastidito un po'. E non per altro: è solo che non sono abituato a far leggere e mie cose prima di avergli dato una "revisioncina", mettiamola così...
Ciò detto, subito dopo essere rientrato in possesso del prezioso attrezzo, è nata questa...:
Trovarsi tra ricordi violentati
Stare da solo con una tazzina
o bere birra già di primo sole
Uccidere le ore contristato
Svegliare notti di sonno innocenti
ed arrangiare poi solchi d'occhiaie
tirando come scuse stronze sbronze:
Che tu lo voglia o no anche questo è amore.
P.S.: La costruzione vorrebbe (almeno, nella mia testa, voleva) richiamarsi a un testo dell'amico Goethe. Chi indovina quale...?
L'ho sentito per l'ultima volta. Mi ha detto semplicemente "Non ho voglia di parlare", e non si è più ripresentato. Tutte le altre volte che ho provato a contattarlo, beh... non mi rispondeva più. O, almeno, non era più lui a rispondere. Ero ad Ostia, in spiaggia, tra le prove generali delle frecce tricolore e tre/quattro idee confuse a marcire sotto un sole già evidentemente caldo.
Ancora un piccolo assaggio di poesia dalle mie Roses in the rain... passando però per Vincenzo Cardarelli, indimenticabile e difficilmente non citabili quando si parla di poesie che trattano il passato. Sperando ci conceda il suo beneplacito...
Scrive Vinni...
Passato
I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
Vincenzo Cardarelli
Scrive Pix...
Passato
Immagini scurite nella luce
non sempre torna ciò che è già di ieri
Michele Picozzi
E arrivammo, così, a scoprire Emily Dickinson! Grazie Milly...
Il titolo "Roses in the rain" è un chiaro omaggio a Bruce Springsteen, Uomo descrivibile solo come The Boss. Qualsiasi altra parola è inutile e/o inappropriata.
La scelta springsteeniana di Thunder Road: una canzone che vuol dire molto (e non parlo solo per me): quel brano è un inno, un inno che amo... ma non ho costruito la mia raccolta in funzione di una canzone. Almeno, non era questa la mia idea di partenza. E' stato raggruppando i vari versi per tematiche che mi sono reso conto delle affinità (non poche e non solo tematiche) che trovavo tra le mie poesie e questa fantastica ballata.
L'idea mi è venuta un giorno che minacciava pioggia, mentre passeggiavo lungo uno stradone che, se solo avesse il mare, potrebbe essere the dusty beach road di fronte alla finestra di Mary nella suddetta canzone: la strada era un insieme di pozzanghere e una decina di petali rosa erano sparsi tra asfalto e lamiere di auto. Beh, più imboccata di così c'è solo la pappa dei bebè, no?
Vedere con questi occhi le Rose nella pioggia così come le avevo immaginate, e più o meno nella stessa situazione del protagonista di Thunder Road, mi ha poi portato a fare una considerazione. Stupida, forse. Banale, indubbiamente. Senza senso, ok. Però l'ho fatta: ho pensato che tutti noi, o almeno, tutti coloro che somigliano ai personaggi di Thunder Road, sono in qualche modo delle rose sparse, sprecate nella pioggia. Ma questa immagine non la voglio spiegare ulteriormente: rovinerei, probabilmente, quella magia che solo le sfumature della poesia ci possono regalare; vi priverei di questo meraviglioso diritto... e non è ciò che voglio. Non è il motivo per cui ho raccolto le poesie di "Roses in the rain". Prossimamentissimamente, per tutti coloro che la vorranno.
A Lorenzo, Flavia e Andrea, che sopportano con pazienza le mie paranoie
A Mamma, che trova (non si sa più come) la forza per capirmi
A Luigi e Gaia, detentori delle mie stesse, folli, idee
A Francesco, che con me invece ha condiviso tutto; bocciatura alla maturità inclusa
Ad Ale, una delle poche anime pure che ho la fortuna di conoscere
Ad Andrea, amico di sempre e grafico autore di questa meravigliosa copertina
A Ele, perchè mica tutte le ragazze degli amici sanno non vederti come un incomodo
A Filippo, che continua a offrirmi un posto sul suo divano per ogni partita della Roma
A Luisa, amica ritrovata
A Matteo e Margherita, un fratello e una sorella, lontani Km ma sempre nel mio cuore
A Claudio e Cristina, gestori del bar Marylin, luogo di pace e di attesa
Ai fratelli del Clan e alle sorelle del Fuoco, perché ognuno di loro mi ha dato qualcosa e, forse, io non avevo ancora fatto altrettanto
Ai lupetti del Dhak, per avermi reso “leggero” quando tutto sembrava nero
Ad Ananth, capace di riempire di brio le nostre vite (anche se mettendole a rischio)
A Giuseppe Elio Ligotti, il maestro
A mio cugino, che ha sempre trovato il tempo per aiutarmi e consigliarmi dove poteva, anche da Milano, anche se a lavoro
Questa doveva essere il pezzo con cui avrei partecipato al Concorso Internazionale Castello di Duino 2011. Il tempo imperfetto è dovuto al fatto che ho confuso la data ultima di consegna spostandola di dieci giorni, sicchè il tutto è allegramente andato a farsi.......... Così imparo a rimandare!
Tuttavia voglio ringraziare in maniera speciale Margherita e Layla, che si sono rotte il capo per tradurmi in inglese questi miserabili versi (come da bando di concorso): hanno fatto veramente un lavoro eccezionale!
N.B.: questo è un piccolo assaggio della solita "raccoltina-per-gli-amici-che-non-la-chiedono" che preparo ciclicamente. Questa si chiama, appunto, "Roses in the rain": un piccolo omaggio all'immenso Bruce Springsteen.
Conclusasi in data Dicembre 2013, come risulta chiaramente qui.