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giovedì 16 aprile 2015

Mandorlato alla Garcia Marquez - racconto dialogato

A un anno dalla scomparsa di Gabo, il caso ha voluto che mi trovassi a scribacchiare questo raccontino. Centonistico ovviamente, come gli altri della serie cui appartiene.
Non ho la pretesa di credere, né di far credere ad alcuno, che abbia saputo rendere un po' di onore all'anima o all'intelligenza di Garcia Marquez, uomo o scrittore che si voglia.
In realtà non c'è nemmeno bisogno di tutto ciò. Perché questo qui, quello che appare, il vecchio che è passato da queste parti, è il mio Garcia Marquez. Gabriel Garcia Marquez come io, personalmente, l'ho conosciuto e reinventato dalle pagine di lui che ho avuto modo di leggere. Quindi parla a me. E di me, in una certa misura. E se qualcuno non è d'accordo, può benissimo starsene in silenzio e cambiare pagina.
Perché, a voler vedere, nemmeno si chiama Garcia Marquez, questo personaggio qua...

17.IV.2015 
h 01.21 a.m. 


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Un bravo scrittore si riconosce da quanto butta nel cestino della carta. 


martedì 17 agosto 2010

El coronel Aureliano Buendìa y mi


(...) i suoi sforzi per sistematizzare i presagi erano tutti inutili. Si presentavano all'improvviso, in una folata di lucidità soprannaturale, come una certezza assoluta e momentanea, ma inafferrabile. Certe volte erano così naturali che non li riconosceva come presagi se non quando si realizzavano. Altre volte erano perentori e non si realizzavano. Spesso non erano altro che volgari attacchi di superstizione. Ma quando lo condannarono a morte e gli chiesero di esprimere la sua ultima volontà, non gli fu difficile identificare il presagio che gli aveva ispirato quella risposta: (...)