venerdì 26 novembre 2010

Canzoni che mi uccidono - 6 - Angel's Wings

D'improvviso attacca a piovere. Tutto insieme, tutto d'un colpo, tutto subito. Tutto forte. tutto così forte, e tutto nero.
Sto scendendo dall'autobus e so che niente potrà mai tornare come prima.
Una fitta scarica d'acqua mi investe appena supero lo spazio protetto dal tettuccio della fermata del bus. I capelli sono, coerentemente con la mia anima, zuppi. scompigliati. Ribaltati.
Certe cose non se ne vanno mai. Certe cose non se ne andranno mai. E' così, per tutte le maledizioni. Perchè io sono un maledetto. Senza colpe, d'accordo, ma pur sempre un maledetto. E non venitemi a raccontare che il mio è un dono, perchè allora o voi siete degli sciocchi o degli ipocriti, e nel secondo caso sapete benissimo quanto ci stiamo prendendo in giro.
Sono un sensitivo, ma il mio nome non ha importanza.
Ditemi, quanti di voi hanno pensato, almeno una volta nella vita, "Ah... se avessi saputo!..."
.. Cosa? Se aveste saputo prima ciò che stava per accadere, cosa avreste fatto? Cosa avrestepotuto fare? Avreste cambiato tutto, dite? ... Ne siete proprio certi? Poveri illusi. Le cose accadono perchè devono accadere; non c'è nulla che avreste potuto cambiare.
Perchè mai parlo così, vi chiederete: perchè sono cinque anni che vedo le cose prima che si manifestino. Un veggente, se vi piace la parola.
Ma da quando ho queste capacità non mi è mai successo nulla di buono. Nè ho mai "visto in anticipo" nulla di buono.
Il mio dono (qualche folle lo chiama così) s manifesta quasi esclusivamente se sono sotto forte stress, e quasi solo per questioni che mi stanno a cuore.
Ma credete mi sia mai servito a qualcosa conoscere prima i dispiaceri che avrei provato? non serve a nulla, fa solo soffrire due volte. E nulla può cambiare, nessun rapporto può capovolgersi. Non che non ci abbia mai provato.
Non credo nel destino, perchè non mi piace crederci; non mi piace pensare di non avere nemmeno la libertà delle mie scelte. E però il destino esiste. O, quantomeno, esiste un inizio e una fine, gli estremi di un'immensa sceneggiatura: cosa ci succede in mezzo alle due scene-limite è affidato alla libertà personale; ma il gran finale è stato già deciso.



Cammino per strade di cui conosco ogni crepa, ogni angolo, ogni maleodorante escremento di cane lasciato a squagliare sul marciapiede. L'acqua è entrata nelle vecchie scarpe bucate che non riesco a tradire, ha appiccicato quasi totalmente i jeans alle gambe, ha reso il cappuccio che non mi sono messo in testa una cisterna quasi traboccante. So di essere diventato molto più forte con il tempo, anche se non lo desideravo; so capire con maggiore chiarezza tutti i segni che vedo anticipatamente, so quando non sono coincidenze: le coincidenze, come afferma uno scrittore spagnolo, sono solo le cicatrici del destino.
Sono un uomo che forse non avrei voluto essere. Ho allontanato da me l'amore per amore: ho fatto fuggire via da me l'essere che abbia amato di più per evitarle di stare male, ma mi accorgo di non essere nemmeno il duro che credevo. So cosa il destino abbia in serbo per me.
Passo di fronte a una chiesa. Fuori, una statua della madonna piange pioggia. Senza guardarmi. Le ali degli angeli non mi porteranno a casa.

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