sabato 20 dicembre 2014

Poesie sparse... 46 - Si Annega #2.26


Dal fondo ambrato scuro dei tuoi occhi 
si è rivelato un dubbio che inatteso 
ha accelerato i battiti e il silenzio 
di due che hanno scoperto lo stupore: 
Le indecisioni a un tratto fatte intense 
si scoprono propense ad un incontro 
di sguardi inconsci, di attimi imprecisi. 

Così ti angosci e c'è un aggrottamento 
muto fatto corteccia alla mia pioggia - 
Ma è un attimo e il sorriso dei tuoi anni 
fiorisce le pupille di chi è solo. 

E naufraga ogni isola e il ristoro, 
se nega di conoscere la terra, 
somiglia all'improvviso in cui l'amore 
è ancora inconsapevole e scompiglia 
i sensi come il vento coi capelli. 


venerdì 12 dicembre 2014

Poesie sparse... 45 - Si Annega #1


E' un attimo e i capelli marezzati
sviolinano una spiccia indecisione
mentre c'è un niente intatto e mattutino
che dà colore ai soffi del tuo vento
E poi si sceglie a caso un fotogramma,
un petalo da cui si può partire
sfiorando gli anni come sopra un prato
E c'è una tenerezza a tratti muta
che in qualche modo più non fa dormire
e scioglie le speranze e incanta un nome
e a pronunciarlo sembra che sia eterno







martedì 2 dicembre 2014

Wasted Poems...1 - Marilyn #4


... and so, finally, we translated Marilyn # 4. First of all to enter the contest "Catello di Duino", and then to give Saintlamb its first page in English.



Often the sound of smiles can be matched
with blinking eyelids ready for every whisper.
Disburied eyes are seen going around:
Found out I shadowed them and then I saw
them playing hide-and-seek with the full moon,
eluding all those non-requested gazes,
casually finding others fellow glances
and standing as the nails upon the Cross.
In a flash of eyelashes something's born
- inside each other now we' re gonna fly
We do - but never whispering our own names.
When it's the moment, then we scream in silence.











mercoledì 26 novembre 2014

Monografie dallo schermo #20 - James Barrie from Neverland


Fa presto mia moglie a rimproverarmi di non averla mai messa a parte del mondo che abito. 
Perché, forte della paziente scorza che mi permea, sono sempre, comunque, stato in grado di perdonarla. 
Perché nessuno si può cambiare o rendere diverso da ciò che è; e io mi rendo perfettamente conto che non è colpa sua se non è capace di volare. 
Come dite? 
Gli essere umani non sono in grado di volare?
... Invece lo sono, eccome! 
Certo, devi voler volare... Devi vestirti della fantasia più sfrenata, devi poter vedere in un cagnone triste un grosso orso trapezista in tutù, devi saper scorgere biechi pirati armati di uncino tra i pizzi e le rughe delle governanti imbellettate che si aggirano per la mia Inghilterra vittoriana. 
Devi avere, insomma, il cuore di un bambino, essere parte dei suoi pensieri felici... che, poi, sarebbero quell'ingrediente segreto, insieme alla polvere di fata, che ti fa sentire leggero fino al punto di sollevarti. 
Cos'altro aggiungere; mi sembra di avervi resi edotti circa le istruzioni per raggiungere la terra del mio cuore... 
Beh, vi fornirò gli ultimi tre indizi:
Primo; nonostante il mio nome di battesimo, James, evochi suggestioni corsare, sento da sempre di chiamarmi Peter. 
Secondo e terzo; la mia è un'Isola che non c'è: se prendete la destra alla seconda stella e poi vi tenete dritti fino al mattino, mi troverete lì ad attendervi... 


Johnny Depp performing
James M. Barrie; 
Finding Neverland (2004)

venerdì 24 ottobre 2014

Monografie dallo schermo 19 - Ponchia Paolino Marco e Cedro from Marrakech Express


Passo incalzante, quasi napoletano; mascella volitiva e sguardo da bullo colto a sognare nell'orizzonte: Ponchia. 

Un accenno di stempiatura, un naso appariscente da insicuro e un figurino esile: è Paolino. 

Capelli ricci e occhiali rotondi, con montatura tardi anni '80 a nascondere occhi da buono: Marco. 

Canottiera di lana da sotto una camicia a scacchi, scarpe da lavoro, barba e capelli in disordine, ma dal taglio giusto: l'uomo che viene dalla montagna è Cedro. 

Prima che la vita ci separasse abbiamo trascorso insieme la giovinezza e le prime occupazioni di un matto '68. Oggi, a testimoniare tutto quel periodo è rimasta solo una fotografia, la stessa di centinaia altre comitive, che ognuno di noi ha custodito gelosamente: dentro a quel riquadro le nostre fronti non si sono ancora imperlate di rughe, né di sudore, e stiamo per giocare a calcetto. 

... è rimasta solo quell'immagine. 
Unita alla certezza che tutti i cammelli del deserto non bastano a comprare un amico e che, a dispetto delle cicatrici, il tempo è in grado di riunire i suoi lembi lacerati persino in mezzo al deserto di Marrakech, davanti a una trivella per pozzi di modeste dimensioni. 




Diego Abatantuono, Giuseppe Cederna,Fabrizio Bentivoglio, Gigio Alberti
 performing

Ponchia, Paolino, Marco, Cedro;

 Marrakech Express (1989)

giovedì 21 agosto 2014

Monografie dallo schermo #18 - Gust Avrakotos from Charlie Wilson's War

Nota informativa: questo post non ha niente a che vedere con l'attuale dibattito parlamentare circa la possibilità di inviare armi ai curdi in Iraq contro l'Isis.



Come dire; c'è questa storiella del bambino e del maestro zen che, mi pare, parli da sola... 
Insomma, c'è un bambino cui, nel giorno del suo compleanno, i genitori regalano un cavallo. "Che bello" esclama lui; il maestro zen dice "vedremo"... Poi il bambino cade da cavallo e si rompe una gamba: mentre tutto il villaggio piange la disgrazia, il maestro zen sussurra "vedremo". Anni dopo, tutti i giovani vengono chiamati in guerra; ma non quel bambino, a causa della storpiatura: "si è salvato" pensa qualcuno; ma il maestro zen dice... Beh, avete capito. Ora prendete me: ufficialmente lavoro per il governo al ministero dell'agricoltura, nel dipartimento importazione mele; ufficiosamente sono un agente della CIA che, a differenza di tutti i suoi colleghi coetanei, è rimasto indietro con le promozioni. Ho studiato finlandese per tre anni mirando, come punto di arrivo, al comando del nostro distaccamento a Helsinki; ma un nuovo vice direttore figlio di puttana ha deciso di bloccarmi qui, al D. C., in uno squallido ufficio dedito a un proposito oscuro e ipocrita, inafferrabile come tutta questa Guerra Fredda. 
C'è da dire che mio padre gasava bevande in Grecia, mentre io me ne sto qui a ingrassare in tutta tranquillità... cominciate ad afferrare il senso di quella storiella insulsa, eh?... 
Mettiamola in questi termini: con, a disposizione, qualche centinaio dei milioni di dollari del Congresso, io e i miei ragazzi possiamo pure infliggere, per la prima volta, un colpo mortale all'Armata Rossa servendoci degli Afghani; ma non so dire se tutto ciò potrà essere considerato un successo, nel lungo periodo. 
L'America mi piace perché non combatte guerre sante: badate, non lo dico perché non creda in Dio. E sì che sono greco, di religione cristiano - ortodosso... ma, almeno in questo gioco, non credo in Dio; anche se, onestamente, ammetto che magari un bel paio di gambe potrebbe farmi cambiare idea...




Philip Seymour Hoffman 
performing 
Gust Avrakotos
Charlie Wilson's War - La Guerra di Charlie Wilson (2007)

domenica 6 luglio 2014

Monografie dallo schermo #17 - Alex Wyler & Kate Foster from the Lake House



Una radiosa promessa dell'architettura e un coraggioso medico in formazione. Abitiamo nella stessa incredibile casa sul lago e siamo pazzi l'una dell'altro. Eppure non ci siamo mai incontrati, fatta eccezione per un paio di frettolose parentesi che ci hanno visti vicini; talvolta vicinissimi, senza però che ci riconoscessimo davvero. 
Due anni ci separano, nel senso più assurdo e inaccettabile. Io sono Alex, e vivo nel 2004. Mi chiamo Kate; a quanto ne so siamo nel 2006 da parecchi mesi.
Il progetto lontano dal tempo e dallo spazio di un architetto trombato negli affetti si mostra, con questo inconcepibile edificio, in tutta la sua affascinante incompletezza; ed è probabilmente per questo che ci piace tanto. Questa casa simboleggia la proprietà, il contenimento e il controllo; ma non il contatto. Complici una cassetta della posta sicuramente un po' magica che ci permette di comunicare e una cagnetta di nome Jack che dorme come un umano, abbiamo costruito un rapporto solo all'apparenza costituito dal semplice scambio epistolare, ma in realtà riempito da lunghe passeggiate per la città, da scritte sui muri che abbattono le stagioni, da soste sotto la pioggia all'ombra di aceri spuntati rigogliosi nell'improvviso di due anni... e da Jane Austen, dalla persuasione che lentamente erode persino le certezze più orgogliose e che fa vincere, a dispetto del tempo e della logica, l'ineluttabilità di certi sentimenti, di certi destini. 



Keanu Reeves & Sandra Bullock 
performing
Alex Wyler & Kate Foster 
the Lake House -  La casa sul lago del tempo (2006)




Nota alla lettura: ovviamente il colore blu è per il personaggio di Keanu Reeves, mentre il rosso va attribuito a Sandra Bullock. 
Si è trattato di un esperimento, quello di far parlare due personaggi nella stessa pagina, nello stesso discorso, senza interromperne la continuità. Il risultato a me è piaciuto.